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Libera: «Tra i calabresi un'alta percezione della pericolosità della 'ndrangheta»

Presentato a Catanzaro il rapporto “Liberaidee” sulla conoscenza dei cittadini dei fenomeni criminali. Don Stamile: «Ricerca per porsi in ascolto del territorio»

Pubblicato il: 15/01/2019 – 15:30
Libera: «Tra i calabresi un'alta percezione della pericolosità della 'ndrangheta»

CATANZARO I calabresi hanno un’alta percezione della pericolosità della ‘ndrangheta e della dimensione globale del fenomeno mafioso. È quanto emerge da un rapporto di “Libera”, elaborato sulla base di una serie di questioni sottoposti a un campione di calabresi, in media soprattutto giovani, sulla percezione della presenza di mafie e corruzione nella regione. Il rapporto, dal titolo “Liberaidee”, è stato presentato, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa all’Università di Catanzaro dal referente regionale, don Ennio Stamile, e dal segretario regionale dell’associazione, Umberto Ferrari. Dal report risulta in primo luogo che «il fenomeno è percepito da tre intervistati su quattro come un fenomeno globale, mentre quasi nessuno ritiene che i gruppi mafiosi siano presenti solo nel Sud del Paese. Rispetto al campione nazionale – prosegue “Libera” – quello calabrese si distingue per un’affermazione molto netta della mafia come fenomeno preoccupante e socialmente pericoloso (il 76,4% rispetto al 38% nazionale). Molto ridotta invece è la percentuale di chi considera marginale il ruolo della mafia nel luogo di residenza: tra questi vi sono soprattutto i rispondenti con meno di 18 anni, che tendono inoltre, in misura superiore alla media, a minimizzare la pericolosità sociale dei gruppi mafiosi». Tra le attività criminali della ‘ndrangheta, secondo i dati raccolti da “Libera” la percezione dei calabresi è rivolta essenzialmente al traffico di sostanze stupefacenti (63,3% del campione) e all’estorsione, «segnalata peraltro in misura molto più rilevante rispetto al campione nazionale (55,4% a fronte del 23,8%), così come la compravendita di voti è indicata in misura doppia rispetto al campione nazionale (22,5% rispetto all’11,3%). Il rapporti di “Libera”, inoltre, segnala che «tra i fattori sociali considerati rilevanti per l’adesione ai gruppi mafiosi spiccano da un lato il ruolo della famiglia e del contesto di riferimento, dall’altro l’assenza di istituzioni e di una diffusa cultura della legalità: in Calabria, con percentuali decisamente più elevate della media nazionale, è la ricerca del prestigio e del potere uno dei fattori che inducono ad affiliarsi alle mafie». Quanto ai beni confiscati, nella ricerca si evidenzia come «la conoscenza dei progetti di riutilizzo nella regione è molto diffusa tra i rispondenti calabresi rispetto al campione nazionale (63,4% a fronte del 33,2%). Altro aspetto preso in esame dalla ricerca è quello della partecipazione e dell’associazionismo: i calabresi intervistati dichiarano, in misura «nettamente superiore alla media nazionale di partecipare ad attività di varia natura su mafia e antimafia, sia con continuità (27%) sia sporadicamente (61.9). Il rapporti di “Libera” dedica poi un’attenzione specifica anche al tema della corruzione, la cui percezione in Calabria – si legge «risulta molto più ampia rispetto al campione nazionale (93,6% a fronte del 73,4%)»: emerge poi che, tra le azioni considerate più efficaci, vi sono in primo luogo la denuncia e l’esercizio della preferenza elettorale in favore di candidati onesti e il boicottaggio delle aziende coinvolte in episodi di corruzione. «“Libera Idee” nasce ricerca – ha commentato don Ennio Stamile – con lo scopo di porsi in profondo ascolto del territorio, attraverso una ricerca sociale qualitativa e quantitativa, non affidata a centri di indagine e statistica ma costruita insieme alla rete territoriale e posta nelle mani dei volontari dell’associazione. Con questa l’obiettivo che vogliamo raggiungere è quello di creare e stimolare sempre di più un confronto su come affrontare il fenomeno della ‘ndrangheta, partendo anzitutto – ha concluso il referente regionale di “Libera” – dal valore della conoscenza, che è la prima resistenza, del coraggio della denuncia creando le condizioni per abbattere la paura e dell’impegno nell’associazionismo».
LA CAROVANA DI LIBERA IN TOUR PER LA CALABRIA Una “carovana” per conoscere, allargare la rete del contrasto e rinnovare l’impegno sociale e civile contro la ‘ndrangheta e la corruzione. Parte in Calabria “Idee in Viaggio”, il tour organizzato da “Libera”, che dal 18 al 25 gennaio toccherà tutte le cinque province con iniziative, dibattiti, manifestazioni culturali e sociali. L’iniziativa è stata ufficialmente presentata questa mattina, a Catanzaro, dal referente regionale di “Libera”, don Ennio Stamile, e dal segretario regionale dell’associazione, Umberto Ferrari. Saranno sei le tappe del tour di “Libera”, che presenterà anche i dati di una ricerca, “Liberaidee”, focalizzata sulla percezione del fenomeno mafioso e corruttivo in Calabria, e animerà il confronto tra rappresentanti delle istituzioni, della magistratura, della Chiesa, della cultura, delle università calabresi e dell’associazionismo impegnato sui temi dell’antimafia. La prima tappa è in calendario il 18 gennaio a Limbadi (Vibo Valentia), con un dibattito in una villa confiscata alla ‘ndrangheta: le tappe successive saranno il 19 gennaio a Reggio Calabria, il 22 gennaio a Crotone, il 23 gennaio a Gioia Tauro (Reggio Calabria), il 24 gennaio a Cosenza e infine il 25 gennaio a Rossano (Cosenza) e, in chiusura, a Catanzaro, con la partecipazione del presidente di “Libera” don Luigi Ciotti.

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