COSENZA L’incontro tra Occhiuto e Bonisoli “non s’ha da fare, né venerdì né mai”. Così avrebbero suggerito i “bravi” del Meet up “Cosenza e oltre” alla segreteria del ministro ai Beni Culturali che, ricevuto il messaggio, ha disdetto l’appuntamento con il primo cittadino di Cosenza preferendo, nella sua tabella di marcia, lasciare il solo incontro con il prefetto Paola Galeone. «Il ministro ha subìto delle pressioni politiche e ha preferito far saltare il nostro appuntamento – racconta Occhiuto nel salone di rappresentanza del municipio –. Lo ripeto, in Calabria siamo vittime del sistema di chi antepone i problemi del partito a quelli dei cittadini». Ma c’è di più. C’è lo sgarbo. «Il ministro Bonisoli nei miei confronti ha avuto un atteggiamento irriguardoso – continua Occhiuto –. Se si fa condizionare da quello che dicono i membri del suo partito, penso che non possa fare il ministro della Repubblica, anche perché tutte le cose che devono essere realizzate nel comune di Cosenza devono comunque avere il via libera da parte del sindaco». Per un po’, giusto per non tradire il tema manzoniano, l’attivista grillino che ha fatto saltare l’incontro rimane “innominato”, poi diventa il presidente della Commissione antimafia ed il nome è presto fatto: Nicola Morra. È lui che secondo quando riferito da Occhiuto ha fatto pressioni al ministro affinché saltasse l’appuntamento in municipio. «Avevo preparato tutto –spiega ancora Occhiuto esibendo mappe e carte –. Ma se oggi ho deciso di parlarne è perché voglio che sia chiaro ancora che non ho paura di chi ostacola il mio lavoro, sia esso il presidente della Regione sia esso il presidente della Commissione antimafia».
https://www.youtube.com/watch?v=nEK1MCFlwsQ&list=UUgeKpgq9q1yNdjUVUWd0XrQ
90 MILIONI AL CENTRO DELLA CONTESA Neanche a dirlo, sul piatto ci sono i 90 milioni stanziati dall’ex governo con una delibera del Cipe. Soldi oggetto di contesa, anche sulla paternità. Gli ultimi a rivendicarne la destinazione sono i cattolici del “Movimento Noi” guidati da Fabio Gallo che però Occhiuto liquida così. «Mi dispiace a chi crede a quello che dicono». E fornisce la sua versione: «Ho incontrato più volte l’allora ministro Franceschini, sia da sindaco che da componente Anci. Chiaramente ho sempre fatto in modo che a Cosenza arrivassero più fondi possibili e non ci credevo neanche io che il Cipe deliberasse a nostro favore. Se devo dirla tutta, in quel periodo se ne interessò tantissimo il consigliere regionale Mimmo Bevacqua. Però una cosa è certa: se questi soldi non trovano una destinazione concreta ma rimbalzano e sono oggetto di contesa ritorneranno indietro, come già molti fondi della nostra regione».
DENTRO IL CENTRO STORICO Agenda Urbana, Piano Periferia, Accordo quadro sulla metro. Tre direttrici che in base ai calcoli e ai progetti presentati e redatti dai tecnici del Comune porteranno una dote di 43 milioni di euro. «Al ministro mi sarebbe piaciuto spiegare come possiamo usare una parte di questi fondi per fare la nuova rete idrica e delle acque reflue nel centro storico». Ma c’è anche la mappatura con i 20 edifici nella città vecchia che il Comune è pronto a espropriare per la messa in sicurezza. «Saranno case destinate al social housing ma anche a giovani studenti e giovani coppie. Il centro storico, vista la sua conformazione, non può che essere vissuto da persone giovani». Non sono un problema l’Accordo quadro con la regione e i ritardi sulla cantierizzazione della metro. «La Regione ha avviato il cantiere e poi se n’è totalmente disinteressata – dice Occhiuto –. Hanno sempre fatto così e noi abbiamo portato a termine i lavori come successo con Piazza Bilotti. Prima il Genio civile che ha fermato i lavori sotto le pressione dei Gentile, poi tutto quello che è uscito fuori con l’inchiesta della Dda. Noi abbiamo fatto il nostro lavoro, siamo stati gli unici a non avere finanziamenti complementari».
MAGISTRATI E COMUNICATI «Dato che tutti ormai fanno la politica con le denunce anche io ho iniziato a chiedere conto alle Procure, come ho fatto con quella di Roma per quanto riguarda il ritiro sul nulla osta paesaggistico da parte della provincia di Cosenza – conclude Occhiuto». Lo aveva già annunciato alla vigilia dell’Immacolata, ma adesso arrivano i primi riscontri. «Alla richiesta, del Mibac alla Provincia, di conoscere se quest’ultima avesse revocato il nulla osta, la Provincia oggi risponde “tu Mibac non hai poteri nei miei confronti; se volevi, impugnavi al Tar il mio nulla osta”.».
Michele Presta
m.presta@corrierecal.it
x
x