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«La faccia tosta dei Cinquestelle sulle nomine in sanità»

di Francesco Sulla*

Pubblicato il: 16/01/2019 – 13:14
«La faccia tosta dei Cinquestelle sulle nomine in sanità»

C’è da rimanere esterrefatti davanti alla nota, di vera e propria minaccia, e alle argomentazioni del Ministro alla Salute Giulia Grillo nei confronti del presidente della Regione Mario Oliverio e alle numerose dichiarazioni dei parlamentari Cinque Stelle, che gridano allo scandalo per la nomina dei Commissari nelle Aziende Ospedaliere e nelle Asp calabresi.
Tutti loro lanciano accuse che calzerebbero a pennello se fossero rivolte a loro stessi.
Andiamo per ordine. Dopo circa dieci anni di commissariamento della sanità calabrese, da parte del governo nazionale, che ha peggiorato la situazione sia sul fronte della qualità dei servizi, che del disavanzo economico, il ministro, visti i risultati, invece di interrompere questo schifo e restituire alla gestione naturale questo delicatissimo settore, magari concordando obiettivi con eventuali sanzioni nel caso del loro mancato raggiungimento, che fa? Rimuove i vecchi commissari per accaparrarsi la gestione con propri emissari, in perfetta continuità con il passato. Tutto questo senza avvertire alcuna esigenza di confrontarsi con il presidente della giunta regionale, che sul commissariamento non ha alcuna responsabilità e che anzi, fin dal primo giorno, ha chiesto, assolutamente inascoltato, di essere messo nelle condizioni di poter lavorare direttamente al risanamento dei conti della sanità calabrese. Per il governo, insomma, nuovi commissari possono riprovare a sanare la situazione, dopo anni di fallimenti dei loro predecessori, mentre ad un nuovo consiglio regionale e a un nuovo presidente, democraticamente eletti per governare ogni settore della Calabria, ciò non può e non deve essere concesso. È fin troppo chiaro che l’obiettivo non è quello di risanare i conti, ma quello di controllare questo importantissimo settore a fini politici ed elettorali. La mia convinzione da sempre è che il non decollo della sanità calabrese serve a favorire quella migrazione, che a parole si vuole ridurre, che è tanto funzionale al rafforzamento della sanità di altre aree forti del Paese. Ma torniamo al Ministro che nell’esercizio delle proprie prerogative nomina i nuovi commissari senza avvertire minimamente l’esigenza di un corretto e leale confronto istituzionale con il presidente della giunta regionale, cosa che, invece, pretende quando ad esercitare le proprie prerogative è quel Presidente tanto umiliato in materia sanitaria. Il ministro praticamente ragiona così: quello che è mio è mio, e quello che è tuo “deve” essere nostro! Insomma se esercito io le mie prerogative è un atto democratico, se lo fa il presidente della Regione è un atto di arroganza che va censurato e che merita la minaccia di ritorsioni istituzionali. A questo singolare comportamento del ministro fanno eco una serie di parlamentari del M5S che rincarano la dose contro il presidente Oliverio con argomenti che tanto ricordano la fiaba di Fedro sui difetti degli altri, posti nella bisaccia davanti e di quelli propri, posti nella bisaccia dietro la schiena. L’accusa più ricorrente rivolta ad Oliverio, infatti, è quella di aver confermato o nominato commissari responsabili dell’aumento del disavanzo nelle aziende dove questi hanno operato. In un caso viene anche rimproverato il fatto che quel commissario aveva avuto una vertenza con la propria Asp prima della nomina a direttore generale. Siamo proprio al tragicomico.
Se il disavanzo lo ha aumentato un commissario nominato da Oliverio è uno scandalo che merita le dimissioni del presidente, se invece uno che il disavanzo lo ha alimentato in una Asp calabrese viene addirittura nominato dal ministro come sub commissario per risanare il disavanzo dell’intera sanità calabrese tutto è normale.
Se uno che viene nominato da Oliverio Direttore dopo che ha avuto una controversia già definita con la Regione è motivo di scandalo da additare al pubblico ludibrio, un altro che viene nominato sub commissario dal ministro e che invece la controversia con la Regione ce l’ha ancora in corso costituisce un titolo di merito. Insomma ci vuole una bella faccia tosta a sostenere alcune tesi, specie se lo si fa con certi toni da tribuni della plebe che definire vergognosi per rappresentanti delle istituzioni è il minimo.
C’è infine un altro elemento che mi lascia sbigottito e che non può essere sottaciuto per la gravità politica che evidenzia: il silenzio tombale che si registra da parte del Partito democratico ed anche degli altri rappresentanti della maggioranza che governa la Regione Calabria! Sbaglia chi mischia i propri contrasti politici o personali con Oliverio, con una vicenda così densa di significato politico ed istituzionale. Personalmente non conosco molti dei commissari nominati e non sempre ho condiviso appieno le scelte di alcuni di quelli che conosco, e neanche del presidente Oliverio, ma ciò non può vedermi inerte difronte a un attacco così scomposto da parte di chi, in questo caso specifico, non ha nessuna carta in regola per sferrarlo.

*dirigente del Partito democratico

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