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Via libera alla discarica di Scandale, Crotone circondata dai rifiuti

L’ok all’impianto da 450mila metri cubi è arrivato dalla conferenza dei servizi tenutasi al dipartimento Ambiente della Regione

Pubblicato il: 18/01/2019 – 11:47
Via libera alla discarica di Scandale, Crotone circondata dai rifiuti

CROTONE Via libera alla discarica di Santa Marina di Scandale. L’ok all’impianto è stato dato lo scorso 10 gennaio dalla conferenza dei servizi tenutasi presso il dipartimento Ambiente della Regione Calabria. È stata accolta da parte di tutti i soggetti presenti alla riunione, fatta eccezione per il sindaco di Scandale, Antonio Barberio, la proposta di costruire un impianto da 450mila metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi. Le notizie sono poche e le bocche sono cucite. L’unico che, in questo momento sta parlando, attraverso Facebook, è l’ex sindaco di Scandale, Igino Pingitore, che sul suo profilo scrive: «Sindaci ed ex sindaci, in un silenzio tombale, hanno lasciato che la Regione Calabria desse il via libera alla ditta Ecolsystema per la realizzazione della discarica». Pingitore lancia anche accuse pesanti e non ci sono risposte ufficiali, ma fuori dai microfoni l’attuale amministrazione di Scandale sostiene che Pingitore non ha saputo affrontare la questione, perché non avrebbe prodotto documenti per contrastare l’approvazione del progetto. Si sarebbe limitato a dire no, quando venivano convocate le conferenze dei servizi, ma senza produrre atti di contrasto scritti. Non parla l’attuale sindaco Barberio e rinvia il suo intervento ad un momento successivo, quando avrà studiato le carte. La notizia del via libera ha allertato il comitato che si oppone alla discarica, che si era costituito quando nel lontano 2009 era stato presentato il primo progetto, che prevedeva un impianto, sempre di 450.000 metri cubi, per smaltire amianto. Quel comitato aveva avuto adepti in tutta la provincia di Crotone ed è riuscito a scongiurare la costruzione dell’impianto di amianto. Ci sono stati ricorsi al Tribunale amministrativo regionale, alla magistratura ordinaria e persino al Capo dello Stato. Il movimento ha prodotto l’effetto desiderato, ma i “commercianti” di immondizia non mollano mai. Pur di ottenere il via libera al progetto è stato presentata la proposta di rimodulazione: da rifiuti speciali pericolosi a rifiuti speciali non pericolosi. Una discarica a servizio dell’Ato, per smaltire gli scarti di lavorazione dei rifiuti differenziati. In questo impianto non dovrebbero andare rifiuti “tal quale”, ma solo scarti di lavorazione dell’impianto di Ponticelli di Crotone, dove avviene il processo di lavorazione del “tal quale”. Il problema è che, con questo nuovo impianto, Crotone verrà totalmente circondata da discariche: a sud est c’è la vecchia discarica comunale di Tufolo (una bomba ecologica non ancora disattivata), sempre a sud est c’è la mastodontica discarica di Columbra (circa cinque milioni di metri cubi di rifiuti pericolosi e non), a nord est c’è il termovalorizzatore della società Mida (gruppo Vrenna), poco più avanti c’è l’impianto di Ponticelli. Vicino al termovalorizzatore c’è una centrale a metano e nell’area industriale di Scandale – distante tre chilometri in linea d’aria – c’è la grande centrale a turbogas di Santa Domenica. La città pitagorica insomma è prigioniera dei rifiuti e di impianti che producono polveri sottili. Non si salva nemmeno il lato mare considerato che sul tratto di costa, che corre parallelo alle fabbriche dismesse, l’Eni ha costruito la discarica di “Farina Trappeto”, più nota con il nome della “Passeggiata degli innamorati”, che dovrebbe essere oggetto di bonifica. La Conferenza dei servizi che ha dato il via libera al progetto di Santa Marina avrebbe dovuto tenere conto della situazione oggettiva in cui versa questa parte del territorio calabrese. Avrebbe dovuto tenere conto anche del fatto che, confinante con Santa Marina, ci sono i terreni dove la società Maio ha proposto la costruzione di un impianto di rifiuti di circa cinque milioni di metri cubi. Alla luce dell’autorizzazione alla Ecolsystema, la società Maio, che ha pagato somme ingenti per avere la disponibilità dei terreni, potrebbe tornare alla carica. Gli unici che non demordono e vincono sempre le proprie battaglie, chissà per quale arcano motivo, sono i “commercianti” di rifiuti.

Gaetano Megna
redazione@corrierecal.it

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