CATANZARO Lo scontro tutto politico tra il governatore Mario Oliverio e la ministra della Salute Giulia Grillo è ancora fresco. L’oggetto del contendere, com’è noto, riguarda la nomina dei commissari della Aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. Grillo ha “avvertito” il governatore, a cui è stato chiesto di coinvolgere nella decisione il neo commissario Saverio Cotticelli e il sub commissario Thomas Schael, ma i vertici della Cittadella hanno tirato dritto e la giunta regionale ha designato (o riconfermato, a seconda dei casi) i vertici delle Aziende. La questione si è però spostata anche su un piano diverso da quello politico arrivando sulla scrivania dei magistrati della Procura di Catanzaro. E sabato mattina, dopo aver chiesto audizione, si sono presentati dal procuratore capo Nicola Gratteri due senatori del M5S che presiedono altrettanti organismi parlamentari: il presidente dell’Antimafia Nicola Morra e il presidente della commissione Sanità del Senato – e secondo alcuni un potenziale, futuro ministro dello stesso settore – Pierpaolo Sileri.
Gratteri ha accompagnato Morra e Sileri dal sostituto procuratore di turno a cui è stato consegnato un duro esposto sulle nomine della sanità calabrese. Nel documento si invoca l’intervento della magistratura in relazione alla scelta dei vertici delle Asp di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo e dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” del capoluogo. Secondo i due presidenti di Commissione le nomine della giunta regionale andrebbero a ledere il principio di sussidiarietà e di leale collaborazione tra Stato e Regioni sancito dalla Costituzione. Ma ancora più gravi sarebbero alcune circostanze richiamate nell’esposto e che riguardano gli stessi manager nominati dalla Regione: alcuni non avrebbero rispettato gli equilibri di bilancio e sarebbero stati pure premiati mentre invece, secondo i 5 stelle, andavano rimossi; altri avrebbero esercitato le loro funzioni senza averne i titoli; altri ancora avrebbero tentato di nominare primari e di affidare incarichi dirigenziali a loro cari. Nell’esposto alla Procura di Catanzaro si cita, a questo proposito, il caso dell’incarico affidato alla moglie di Franco Pacenza, delegato del governatore alla sanità, ma anche quello della manager dell’Asp di Vibo, Angela Caligiuri, indagata per aver conferito l’incarico di direttore del Distretto sanitario unico a un soggetto ritenuto incandidabile perché, tra le altre cose, sottoposto a un procedimento penale.
MORRA E SILERI: «EVIDENTE CARENZE DI PERSONALE ALL’ANNUNZIATA» «Abbiamo visitato l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza riscontrando un’evidente carenza di personale sanitario; sicuramente competente, generoso e motivato quello presente che, nonostante le difficoltà, riesce ad erogare il servizio ai pazienti». Lo affermano, in una nota, il presidente della Commissione sanità Pierpaolo Sileri ed il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra al termine della visita effettuata nella giornata di sabato 19 gennaio durata più di due ore.
Sileri e Morra proseguono: «La carenza del personale è strutturale ed interessa medici, infermieri ed operatori socio sanitari (OSS). Il pronto soccorso ed alcuni reparti specialistici -puntualizza Sileri – riescono a sopportare il peso dell’affluenza dei pazienti grazie a turni estenuanti, per cui i dipendenti sono costretti a sopperire alle mancanze organizzative e di personale per continuare ad erogare il servizio. Abbiamo verificato un sovraffollamento ai limiti dell’accettabilità presso il pronto soccorso dato da due fattori: lo scarso filtro delle strutture ospedaliere periferiche, che vanno evidentemente potenziate, ed il sottodimensionamento del pronto soccorso (pare che quello dell’Annunziata sia solo un terzo di quanto è effettivamente necessario per poter erogare un servizio che restituisca dignità ai cittadini)».
«Speriamo di poter continuare a costruire un dialogo con le istituzioni e con il personale sanitario – concludono Sileri e Morra – raccogliendo segnalazioni e suggerimenti utili a migliorare la sanità calabrese, sanzionando comportamenti ed atti contrari al diritto alla salute dei cittadini calabresi qualora vengano ravvisati».
SILERI: «NOMINE POTREBBERO ESSERE IMPUGNATE» «Di certo la sanità calabrese deve avere una gestione diversa, anche in merito alle recenti nomine fatte dal presidente della Regione e dalla giunta, che hanno innescato un problema importante e vedremo ciò che accadrà». Lo ha detto il presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Pierpaolo Sileri, del M5s, a margine della visita compiuta oggi assieme al senatore Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, nell’ospedale di Cosenza. «Potrebbero essere impugnate, di certo siamo presenti e non consentiremo nessun atto illegale. Il presidente non ha avuto rispetto dei calabresi, che sono quelli che ci rimettono di più».
DI MAIO: «BASTA POLITICA REGIONALE CHE NOMINA I DIRETTORI» «Togliamo la politica dalle mani della sanità: cioè basta con la politica regionale che nomina i direttori ospedalieri, che nomina i direttori delle Asl e poi usa la sanità a favore della politica». Così il vicepremier Luigi Di Maio in un comizio elettorale a Vasto.
«Che cosa abbiamo fatto nelle prime regioni in cui potevamo mettere mano? In Calabria e Campania abbiamo nominato dei commissari alla sanità. Per la Costituzione, la sanità regionale in realtà è l’unica cosa che ancora gestisce la politica regionale in esclusiva». «Noi – ha proseguito – abbiamo detto da Roma: prendiamo un commissario nostro, lo mandiamo lì a gestire la sanità e facciamo un bypass alla politica regionale, in modo tale da evitare che i politici regionali continuino a massacrare la sanità di quei cittadini. Abbiamo nominati i commissari e subito dopo i presidenti di Calabria e Campania, qui abbiamo tolto De Luca da commissario perché io ve l’avevo promesso che toglievamo la sanità dalle mani della politica, bene: due mesi fa con due righe di legge abbiamo scritto nessun presidente di Regione può essere più il commissario alla Sanità in una regione. Così abbiamo tolto alla Campania e al Lazio la possibilità di avere questo ruolo in capo al presidente».
«Ma appena abbiamo fatto questo che hanno fatto i presidenti di regione? Mentre noi in Calabria andavamo il nostro commissario, loro nominavano i direttori ospedalieri per fare la guerra al nostro commissario. Perché c’è un’altra legge che dice che i direttori ospedalieri li nominano ancora loro. Quindi noi mettiamo i commissari e loro non gli hanno dato neanche un ufficio cioè gli fanno proprio mobbing e ti fanno capire “no questa è roba mia” perché effettivamente la Costituzione dice che la sanità è una questione regionale». «Dico questo – ha concluso Di Maio – per una semplice ragione: ci sono cose in cui noi possiamo incidere direttamente da Roma ma ci sono cose che deciderete per i prossimi 10 anni con il voto del 10 febbraio e tra queste c’è la sanità».
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