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Centri per l'impiego, funzionario promosso a “dirigente” con una lettera

La Cittadella nomina con una nota il nuovo coordinatore regionale delle attività. Per la Csa-Cisal si tratta di un “doppione”

Pubblicato il: 20/01/2019 – 8:58
Centri per l'impiego, funzionario promosso a “dirigente” con una lettera

CATANZARO «È proprio vero che non c’è limite all’immaginazione. Quella che alcuni uffici della Cittadella regionale usano per piegare leggi e regolamenti a proprio uso e consumo può dirsi pressoché sconfinata. L’ultimo coniglio tirato fuori dal cilindro dei prestigiatori del diritto made in Regione Calabria è stata una nomina. Un ruolo amministrativo che suona così: “Coordinamento regionale delle attività dei Centri per l’impiego”». Lo scrive del sindacato Csa-Cisal che analizza la nota prot. 394823/Siar della direzione generale del dipartimento “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali”, datata 21 novembre 2018 e indirizzata all’assessore competente per materia e al presidente della giunta regionale. Con la missiva veniva individuato l’attuale responsabile del Centro per l’impiego di Corigliano quale “referente unico per il coordinamento delle attività di funzionamento dei beni strumentali e funzionali dei Centri per l’impiego calabresi”. Questo si legge nell’oggetto della lettera, in gergo conosciuta come disposizione di servizio. «Salvo poi, nel prosieguo, passare a definizioni differenti e non sempre coincidenti. In un passaggio – osserva il sindacato – si parla “di nuovo ruolo di coordinamento”, in un altro di “referente unico”. Giova ricordare che le espressioni non sono equipollenti, poiché l’attività di coordinamento presuppone vere e proprie azioni di carattere (anche) gestionale di uffici e personale, mentre quella di referente ben può limitarsi alla sola delega di raccogliere informazioni interne legate ai Cpi o di riferirne agli stessi per conto di altri, come semplice raccordo funzionale».
IL DOPPIONE «La lettera novembrina è un mosaico di amenità. Anzitutto fonda la necessità di un “nuovo ruolo di coordinamento” in forza della “Legge Finanziaria 2018”, riferendosi al trasferimento di competenze sui Cpi dalle Province alle Regioni. Tuttavia – scrive il sindacato – rimane misterioso come lo stesso dipartimento competente ignori che all’interno della sua stessa articolazione, nel Settore 6, esista già un dirigente preposto a svolgere le funzioni per “i servizi per l’impiego”. Che poi è lo stesso ad aver firmato la disposizione di servizio insieme al direttore generale. Anzi a voler essere ancor più precisi, il medesimo dirigente, con la nota prot. 264905 del 30 luglio 2018, aveva comunicato la costituzione di un gruppo di coordinamento con il compito di uniformare a tutte le sedi territoriali dei Cpi l’applicazione delle direttive “emanate proprio dal dirigente del settore”. Quindi da lui stesso. Non sarà – si chiede il sindacato – un doppione questo fantomatico “referente”? Il dirigente del Settore 6 non si è accorto di incaricare qualcun altro a svolgere funzioni già da lui esercitate?».
NOMINA INTUITU PERSONAE «Queste sembrano comunque sottigliezze, direbbe qualcuno, di fronte al fatto che in questo documento non ci sia lo straccio di un riferimento normativo su cui far poggiare l’affidamento di tale incarico. Né un comma, né un paragrafo e nemmeno un codicillo». Per il sindacato, infatti, «la nomina avviene di punto in bianco senza nessun altro richiamo alla disciplina nazionale, regionale e regolamentare applicabile. In pratica è come se la stessa missiva del 21 novembre 2018 sia stata elevata a rango di decreto (quantomeno dirigenziale, e forse non basterebbe comunque) attraverso cui si conferisce un incarico costruendo una figura non prevista nella strutturazione organizzativa della Giunta. Detta senza troppi giri di parole: è una procedura che altro non si può definire se non il classico affidamento intuitu personae. Quindi non solo si pesca discrezionalmente senza una selezione comparativa, ma – incalza il sindacato Csa-Cisal – adesso le nomine si fanno tramite semplici comunicazioni interne. La prossima frontiera della Regione Calabria sarà arrivare all’investitura di un dirigente attraverso i social network (qualcuno ci ha già provato, per la verità) o un messaggio sullo smartphone. La disposizione di servizio, il suo contenuto e il suo fine rappresentano chiaramente un abominio giuridico che grida vendetta».
USO DEL LOGO REGIONALE Il sindacato parla di «lettera di nomina “dopata”» che «affida al “referente” una serie di deleghe di rappresentanza e di curare i “rapporti con i Comuni e i contratti di locazione, manutenzione di beni strumentali e funzionali, rapporti per le utenze energetiche, telefoniche ecc., cura e pulizia degli uffici, approvvigionamento materiale e cancelleria per gli uffici e relazioni con l’Amministrazione regionale”». Sarebbe una sorta di dirigente, insomma. «In ogni caso – continua la nota –, queste funzioni attribuite al dipendente del Cpi di Corigliano pare siano state poste “a carico” del Settore Economato. A quale budget (dell’Economato) si fa riferimento? Il dirigente del Settore Economato è stato messo a conoscenza di questa nuova figura e/o ruolo? Chi avrebbe titolarità di spesa fra i due rispetto alle attività connesse ai Cpi? Interrogativi che nemmeno il diretto interessato sembra essersi posto dato che a nemmeno due giorni dalla nomina era già operativo. Un fulmine di guerra. Ha predisposto infatti una comunicazione il 23 novembre 2018 scorso (il 21 c’era stata la lettera-nomina) con cui ha richiamato i vari Cpi territoriali convocando perfino una riunione operativa a Lamezia Terme, senza per giunta avvertire i due dirigenti superiori. Tutto questo è avvenuto con la mail regionale coordinamentoregionale.cpi@regione.calabria.it; carta intestata “Coordinamento Regionale Centri per l’Impiego”; le sue comunicazioni sono accompagnate pure dal timbro ufficiale della Regione Calabria e, ciliegina sulla torta, il funzionario si è pure firmato in qualità di “coordinatore regionale Centri per l’Impiego”. Chi nell’Amministrazione ha autorizzato l’attivazione di una mail istituzionale? Esiste una comunicazione scritta che legittimi l’utilizzo dei sigilli della Regione? E poi chi ha pagato i timbri?». «Siamo in un Ente Pubblico non in un’azienda privata – ricorda il sindacato Csa-Cisal –. Com’è possibile che una figura che non esiste possa impiegare il logo istituzionale dell’Ente dalla sera alla mattina senza che nessuno batta ciglio? Un “coordinatore” – precisa il sindacato – spuntato fuori con una banale missiva interna, nota soltanto ad una manciata di persone. Non ci si è nemmeno accorti che operando in questo modo sono state scavalcate le competenze già assegnate a un dirigente regionale, dimenticandosi che l’Amministrazione dovrebbe tutelare le varie professionalità della Cittadella. Questa volta è capitato al dirigente del Settore 6 e la prossima?».
CHI DIFENDE L’INDIFENFIBILE? Il sindacato Csa-Cisal al cospetto di questi «eventi paranormali, almeno per chi è abituato ad avere rispetto dell’Ente pubblico e delle leggi, cerca di capire quale possa essere il filo logico seguito da coloro che architettano questi pastrocchi. Alcune domande sorgono spontanee. Perché proprio nella provincia di Cosenza si è deciso di creare questa figura? L’attenzione per questi uffici non sarà forse legata all’imminente partenza dell’erogazione del reddito di cittadinanza? Per determinate persone, soprattutto per certa politica, avere “un proprio referente” nei Cpi dove sono attesi centinaia di migliaia di calabresi, proprio nell’anno delle elezioni regionali, sarebbe assai previdente. Lasciando da parte queste riflessioni il sindacato Csa-Cisal chiede semplicemente di ripristinare al più presto la legalità degli atti e di recuperare un minimo di decenza amministrativa. Occorre immediatamente annullare gli effetti della disposizione di servizio. E dire che il sindacato aveva posto l’attenzione su questa vicenda con un Pec inviata lo scorso 10 gennaio, ma purtroppo il seguito è stato solo il silenzio. L’assessore al “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali” Angela Robbe, il direttore generale e il dirigente del Settore 6 dello stesso dipartimento come si pongono dinnanzi a tutto questo? Lasceranno tutto inalterato o effettueranno le necessarie verifiche? L’assessore, il direttore generale e il dirigente del settore 6 del dipartimento “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali” spieghino pure come tollerano questa illegittimità dato che con il funzionario “promosso” hanno tenuto una riunione sui Cpi in Cittadella lo scorso 15 gennaio. Non hanno avvertito che c’era qualcosa che non quadrava? Perché non hanno riflettuto nemmeno un secondo sulla Pec inviata dal sindacato che sollevava argomentate perplessità? Anche l’assessore al personale Mariateresa Fragomeni dovrebbe preoccuparsi di questa vicenda. Un funzionario battezzato “coordinatore” potrebbe più avanti nutrire un’aspettativa retributiva più elevata e ambire a successive progressioni andando così a gravare oltremodo sul bilancio regionale nonostante le palesi incongruenze della nomina. Francamente subire pure la beffa in questa buffa storia sarebbe troppo».

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