«Mio padre aggredito in ospedale e senza nessuna tutela»

Egregio direttore,
In relazione al servizio giornalistico che ha dato conto dell’aggressione subita dal signor Agostino De Vita nell’ospedale di Tropea (qui la notizia), per conto e in nome dello stesso, di cui sono la figlia, Le chiedo, a beneficio dei suo lettori e della verità, di voler pubblicare la seguente precisazione:
Nel servizio si racconta che al momento della colluttazione i carabinieri siano intervenuti tempestivamente impedendo che l’aggressione avesse conseguenze ancora più gravi: ebbene ciò non corrisponde affatto alla verità dei fatti.
Infatti, il signor De Vita si è trovato a fronteggiare l’aggressore in perfetta solitudine. Solo dopo che l’aggressore è andato via (o, meglio, in seguito alla fuga) si è recato, in stato di forte agitazione, al pronto soccorso per farsi visitare.
È dal pronto soccorso che ha avvisato i carabinieri dell’accaduto. Solo a quel punto, dunque a cose purtroppo già avvenute, i carabinieri sono intervenuti.
Questa precisazione non è certo finalizzata a puntare l’indice contro le forze dell’ordine, non potendosi pretendere che gli stessi si trovino sul posto ogni volta che si verifichi un fatto di violenza, quanto per sottolineare come la vicenda che l’ha visto vittima si è verificata anche e soprattutto per l’assenza di qualsiasi tutela e protezione per chi comunque ogni giorno ha a che fare con decine di utenti.
Come era peraltro accaduto nella vicenda che l’ha visto vittima, sempre nell’esercizio delle sue funzioni, alcuni anni fa.
A tal proposito, colgo l’occasione per evidenziare che nell’occasione i rapinatori gli hanno puntato la pistola per avere l’incasso dell’ufficio ticket che stava portando all’Economato, ma non sono riusciti nell’intento per il suo netto rifiuto. Ciò che ha portato i malviventi a colpirlo al volto con il calcio della pistola, procurandogli lesioni, senza che nessuno intervenisse, benché i fatti si siano verificati, come quelli di ieri, nell’ambito di una struttura pubblica molto frequentata.