LAMEZIA TERME A occhio e croce, visti gli effetti dell’applicazione del federalismo che ha praticamente cancellato i servizi nel Meridione (ne abbiamo parlato qui), la protesta pare eccessiva. Eppure succede: nella Marca trevigiana ci si prepara alla rivolta per i fondi erogati ai Comuni dal governo. Spiegando che da Roma arriva un’elemosina, i sindaci mettono a paragone i finanziamenti ricevuti in quell’area del Veneto con quelli ottenuti dai Municipi calabresi. Apriti cielo: perché (spiega la Tribuna di Treviso) «Treviso è penalizzata, avrà un terzo dei fondi rispetto a quelli di Catanzaro». Il ragionamento si snoda tutto sul paragone tra la Marca e la Calabria. La prima riceverà 6 milioni e 60mila euro ma «si scopre fortemente penalizzata». La certificazione arriva da «un manifesto trionfalistico della Lega della Calabria: le 5 province calabre – Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valenti a e Crotone – hanno ricevuto 19,97 milioni, diciamo 20 tondi tondi. La Calabria ha 2 milioni di abitanti, la Marca quasi 900 mila. Dunque poco meno della metà, ma Treviso e territorio incassano meno di un terzo».
Catanzaro avrà 7,3 milioni – 1,3 più della Marca, con soli 363 mila abitanti, il 40% di tutta la Marca. Anche per i Comuni sotto i 20mila abitanti il discorso resta invariato, con la sola eccezione della provincia di Cosenza. I 6 milioni per la Marca si spalmano su 87 Comuni e ogni trevigiano riceve meno di 10 € a testa: 9,83 €. In Calabria la distribuzione privilegia in particolare la provincia di Catanzaro, che riceve 7,34 milioni che si spalmeranno una platea di 200 mila abitanti. Ovvero 36,5 euro per abitante, il quadruplo di Treviso e provincia. Vibo Valentia avrà 2,3 milioni per 128mila abitanti nei comuni sotto i 20mila, cioè 18,11 € pro capite. E via discorrendo anche per Reggio Calabria e Crotone (13,74 € i reggini e 13,21 i crotonesi). Solo nel Cosentino il dato scende drasticamente: 7,3 € a testa. I sindaci sarebbero già pronti alla protesta contro la distribuzione delle risorse. Forse, però, dimenticano il modo in cui l’applicazione delle norme sul federalismo fiscale ha cancellato i servizi al Sud e dimenticato la Costituzione.
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