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Vibo, la Provincia accusa l'Arpacal: «Non effettuati i controlli sulla depurazione»

L’amministrazione: «analisi non svolte per tempo». La replica: «La nostra disponibilità è agli atti»

Pubblicato il: 21/01/2019 – 18:10
Vibo, la Provincia accusa l'Arpacal: «Non effettuati i controlli sulla depurazione»

VIBO VALENTIA Botta e risposta tra la Provincia di Vibo Valentia e l’Arpacal per quanto riguarda i sistemi di depurazione. Nel pomeriggio di lunedì, attraverso una nota stampa, l’amministrazione provinciale di Vibo fa sapere che saranno «ha intensificato i processi di controllo e vigilanza amministrativa dei sistemi di depurazione» sui «60 impianti comunali destinati alla depurazione delle acque reflue urbane oltre quelli privati, afferenti alle attività produttive quali la ristorazione e l’ospitalità turistico-ricettiva».
La stessa Provincia, recentemente e su inpunt del presidente Salvatore Solano e gli uffici provinciali preposti, di cui è responsabile l’architetto Giovanni Colace, ha «effettuato una ricognizione su tutti i predetti impianti, verificandone lo stato di coerenza con le disposizioni di legge».
«Tra le prescrizioni vincolanti, impartite per legge dalla Provincia, che è l’Autorità competente del settore depurazione, – spiega l’architetto Giovanni Colace – vi sono le campionature con verifica tecnico-analitica che devono essere, obbligatoriamente, effettuate dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal). Agenzia che da diversi mesi però – mette in evidenza Colace – ha manifestato delle difficoltà a svolgere, per tempo, le necessarie analisi dei valori delle acque reflue, ad essa deputate dalle normative vigenti».
In considerazione di tale situazione di criticità la Provincia di Vibo Valentia ha, quindi, avviato un’interlocuzione con il Nucleo Ambiente dei carabinieri e ha chiesto l’intervento di mediazione del prefetto. «L’intento è quello di imprimere una celere assunzione di responsabilità all’Ente regionale preposto alle analisi della depurazione delle acque e di sbloccare, quindi, l’iter amministrativo avviato dai nostri uffici», ha affermato Solano. Il presidente della Provincia di Vibo Valentia, nel contempo, è impegnato ad avviare «un’azione concertata a tutela dell’ambiente con di tutti i sindaci e gli imprenditori del territorio operanti nel campo delle attività turistiche e produttive».
Dalle dichiarazioni del presidente Solano si evince, in maniera immediata, che è sua intenzione arrivare a una soluzione definitiva del problema depurazione, prima della prossima stagione estiva. «Vista la fondamentale importanza del settore turistico per le dinamiche di sviluppo della nostra provincia – ha dichiarato, infatti, Solano – occorre fare di tutto per portare i parametri di balneazione delle acque nei limiti previsti, soprattutto in tutte le realtà marine della nostra costa, avviando un’inversione di tendenza rispetto a quanto registrato, in passato, in particolar modo durante l’estate. La Provincia di Vibo Valentia è già a buon punto nell’espletamento degli atti di propria competenza. Adesso è necessario – ha asserito, con decisione, il presidente Solano – che tutti gli Enti e i soggetti preposti a tale incombenza dimostrino senso di responsabilità ed effettuino la loro funzione istituzionale, per garantire, finalmente, ai cittadini del Vibonese, un ambiente sano e un mare ancora più bello, trasparente e pulito».
ARPACAL: «NOSTRA DISPONIBILITÀ È AGLI ATTI» «In riferimento a quanto dichiarato in una nota istituzionale della Provincia di Vibo Valentia in materia di controlli dei depuratori, ferma restando la competenza al controllo da parte dell’ente intermedio, l’Arpacal, attraverso il suo dipartimento provinciale di Vibo Valentia, precisa che non corrisponde a vero quanto è stato dichiarato ai media, ossia che l’Agenzia “da diversi mesi ha manifestato delle difficoltà a svolgere, per tempo, le necessarie analisi dei valori delle acque reflue, ad essa deputate dalle normative vigenti”». È quanto si legge in una nota stampa dell’Arpacal.
«L’Arpacal – spiega la nota -, che ha sempre chiesto l’attivazione dei cosiddetti Comitati provinciali di coordinamento, previsti dalla stessa normativa istitutiva dell’Agenzia ambientale (art. 18 L.R. 20/99), ha sempre dato la propria disponibilità a convenzionarsi, come avviene per altre province calabresi, per pianificare costi e logistica dei controlli con la Provincia. La nostra disponibilità, che rimane sempre la stessa, è agli atti».

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