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«Le impavide lezioni di Falcomatà»

di Aurelio Chizzoniti*

Pubblicato il: 23/01/2019 – 16:56
«Le impavide lezioni di Falcomatà»

Rammentando a me stesso che “melius esse quam videri” (meglio essere che apparire), ritengo che l’esito dell’ormai avviata campagna elettorale comunale, spiegherà più compiutamente se l’impavida sortita, a “Sezioni Unite”, dell’austero sindaco pro tempore, volta ad impartire, urbi et orbi, lezioni di legalità, spiegherà se si sia trattato di un atto illuminato e coraggioso della politica reggina, oppure di una subdola ed infida furberia elettorale. E così, mentre gli ultimissimi flash sul versante legalitario, il sindaco li offre nominando, a pochi mesi dalla conclusione del mandato, un costosissimo direttore generale, assegnando altri due giornalisti all’ufficio stampa, irrobustendo altresì, recentissimamente, anche il già congruo team di consulenti, assumendo, inoltre, un altro alto dirigente a Palazzo Alvaro (ex Provincia), non ha avvertito la benché minima sensibilità per garantire un comandante all’ormai sgangherato Corpo della Polizia Urbana. Sul punto, dopo autentiche acrobazie sul baratro dell’assurdo, il Comune è approdato alle rassicuranti sponde di un comandante facente funzioni, fra l’altro, alla soglia della pensione, un cui figlio, ingaggiato dal Sindaco, lavora presso il gabinetto della Città Metropolitana. Ma, per avere una visione persuasiva e doviziosa dell’infantile modus operandi del primo cittadino, si potrebbero richiamare: l’inquietante vicenda che ha portato all’espulsione dell’avvocatessa Marcianò dalla giunta, ove era un’indesiderata, le figuracce collezionate con la vicenda Miramare, già devoluta alla Magistratura penale, il completamento del Palazzo di Giustizia, i cui lavori sostanzialmente mai sono stati riavviati, i mercati generali non completati, tapis roulant da tempo non funzionanti, l’ormai muta fontana di Piazza Carmine, l’omessa conclusione dei lavori per la Gallico-Gambarie, il porto reggino sottratto all’Autorità Portuale di Gioia Tauro e altrove riposizionato, il water-front, la tardiva ristrutturazione dello Stadio Comunale, la dilagante quotidiana occupazione abusiva di spazi pubblici da parte di esercenti attività commerciali, la diffusa presenza giornaliera di venditori di prodotti ittici non sottoposti al benché minimo controllo sanitario, la Zes di Gioia Tauro che continua languire, il traffico ormai impossibile nella tangenziale, lo status dell’Aeroporto dello Stretto, ove secondo i fiabeschi annunci avrebbe dovuto operare la Ryanair (quando e per dove?), la contradditoria posizione assunta con la Sacal Spa, per non parlare della carenza idrica che ancora imperversa in città nonostante il funzionamento della diga sul Menta, la drammatica situazione dei lavoratori dell’Avr, e di altri settori similari, la tortuosa raccolta differenziata dei rifiuti, e, dulcis in fundo, l’impercorribile rete viaria cittadina, ecc. ecc. . In questo contesto, si registra l’individualista tentativo – prettamente doroteo – di manipolare la pesante realtà che grava perpendicolarmente sulla bellissima e blasonata nostra città, pensando di carpire, per finalità prettamente elettorali, una seconda volta l’assoluta buona fede degli elettori reggini. Gli stessi che si chiedono, quanti fra i miracolati, fra qualche mese, saranno in lista pro Falcomatà? Poiché sono aduso ad assumermi, coram populo, sempre e comunque, le mie responsabilità, invito il sindaco reggino ad un confronto pubblico con il sottoscritto, concedendogli la facoltà di scegliersi il luogo, l’ora e soprattutto il moderatore. Ove accettasse, nel corso dello stesso, potremmo sviscerare il tema della legalità, arditamente celebrato, estendendo, da parte mia, l’attenzione anche a qualche spigliato assessore in carica, rivelando nome, cognome, patronimico e soprattutto fatti “legalitari”, ascrivibili allo stesso, tutt’altro che legalitari…

*avvocato ed ex consigliere regionale

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