PIACENZA Caos nell’edilizia amministrativa a Piacenza. Ben 140mila pratiche edilizie comunali, che avrebbero dovuto essere digitalizzate, sono infatti finite in Calabria, ancora in attesa di essere elaborate: tutto questo ha creato un enorme ritardo che sta causando importanti problemi nelle compravendite immobiliari della città emiliana. L’assessore Erika Opizzi, competente in materia, ha convocato oggi una conferenza stampa per fare il punto della situazione, soprattutto per invitare i cittadini a stare tranquilli. Tutto è nato dopo che un’azienda aveva vinto nel 2017 un appalto comunale da 124mila euro per effettuare la digitalizzazione delle pratiche edilizie esistenti. Dopo una serie di intoppi e contrattempi, il servizio era partito ma molto a rilento. Fino a quando tutto si è paralizzato (l’azienda chiede una proroga dei tempi, il comune la concede ma poi la blocca in dicembre 2018) creando disservizi ai cittadini che avevano bisogno dei documenti comunali per le compravendite. Il comune di Piacenza ha quindi iniziato a ricevere le lamentele della gente, scoprendo che i 140mila faldoni erano stati portati in Calabria dalla ditta appaltatrice: per accertarsi che non fossero andati persi, è stata effettuata una verifica in loco tramite un funzionario. Nel frattempo l’avvocatura comunale sta valutando eventuali interventi – ha già inviato una diffida all’azienda – per i danni subiti dal Comune. «Abbiamo convocato gli ordini professionali e le categorie interessate nelle transazioni immobiliari anche per non bloccare un importante settore economico della città. Abbiamo anche spedito centinaia di lettere spiegando cosa stia accadendo» afferma il dirigente comunale. «I cittadini – prosegue – stiano tranquilli, perché gli atti di compravendita si possono fare. Infatti è importante che si rispetti la conformità catastale e non anche quella urbanistica, che da alcune Regioni viene chiesta e da altre no. Ora l’atto si farà sulla base delle dichiarazioni del venditore. Comunque, ci sono stati degli incontri con tutti gli ordini professionali interessati e con i notai e tutti sono informati».
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