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«Il servizio idrico rischia il default»

Il commissario di Sorical Incarnato pone l’accento sui ritardi dei Comuni («tra quelli in dissesto e pre-dissesto l’esposizione è di 70 milioni»). «Carenze amministrative negli enti locali e fondi …

Pubblicato il: 24/01/2019 – 7:46
«Il servizio idrico rischia il default»

CATANZARO «Il servizio idrico calabrese rischia di fermarsi se non si affrontano subito le riforme strutturali del sistema». Luigi Incarnato, commissario Liquidatore della Sorical per conto della Regione, parla mentre sfoglia il dossier preparato dall’ufficio finanziario e legale della società.
Il rapporto sui dissesti finanziari dei Comuni suona come un campanello d’allarme sulle difficoltà a cui stanno andando incontro molti sindaci calabresi.
«Al 31 dicembre – commenta Incarnato – sono 30 i Comuni in dissesto, con un’esposizione verso la Sorical di 22 milioni di euro. Altri 28 Comuni sono in pre-dissesto per oltre 48 milioni di euro. Si tratta di soldi che, complessivamente, rappresentano i costi di gestione di un anno della società».
Le difficoltà – spiega Incarnato – sono di due tipi: «I Comuni, già prima della nascita di Sorical, hanno finanziato per larghissima parte il servizio idrico con la fiscalità generale, anziché come prevede la “legge Galli”, con la tariffa. Negli ultimi anni i trasferimenti nazionali si sono ridotti del 50%, in alcuni casi del 70%. Se non ci sono più risorse per la manutenzione delle reti figuriamoci per investimenti che, in alcuni Comuni, non si fanno da oltre 30 anni». È una spirale che si avvita verso il basso. «La carenza maggiore del sistema – prosegue Incarnato – è nella gestione amministrativa delle utenze. Molti Comuni emettono bollette con due, anche tre anni, di ritardo. Non si fanno le letture dei contatori, spesso non vengono sostituiti quelli malfunzionanti e sono ancora molti gli allacci abusivi o le utenze non censite e quindi sconosciute agli uffici comunali. Ciò ha provocato e continua a provocare il mancato incasso delle tariffe, con un danno ai Comuni e di riflesso alla Sorical».
E nella depurazione «il problema è simile, non a caso molte società che gestivano gli impianti per conto dei Comuni sono fallite».
Sono questioni datate, rispetto alle quali ogni amministrazione regionale ha provato ad adottare soluzioni diverse. «Il problema – è l’analisi del commissario liquidatore – si era manifestato già prima della nascita di Sorical ed è stato sottovalutato. La Regione negli anni 80, 90 e inizio 2000, fino alla gestione Sorical, ha garantito il servizio anticipando ogni anno circa 70 milioni di euro solo per la gestione degli acquedotti. Al 2003 i Comuni dovevano alla Regione 450 milioni di euro. Segno evidente che il sistema non funzionava. La giunta Loiero, di cui facevo parte, aveva programmato investimenti per 100 milioni di euro di fondi Ue della programmazione 2007/2013; chi è venuto dopo di noi non li ha spesi. Il presidente Oliverio, per preservare i progetti, li ha inseriti nel capitolo del Fondo di Sviluppo e Coesioni e ora, finalmente, si stanno spendendo».
In che modo? «Ci sono cantieri aperti nelle città di Cosenza, Reggio e Catanzaro. E stanno per partire per Vibo e Crotone. In questo contesto, Sorical sta per aprire i cantieri nei Comuni dell’Abatemarco, anticipando le attività del soggetto gestore che verrà».
Di soldi che ci sono e non si spendono è piena la storia della Calabria. Il sistema idrico, evidentemente, non fa eccezione. «Il problema c’è ed è reale – ragiona Incarnato –. L’ultimo rapporto di Utilitalia ha analizzato il problema e trovato anche una risposta a questa sua domanda. Il fenomeno è circoscritto alle Regioni del Sud, dove non esiste il gestore unico del servizio idrico integrato che programma ed esegue gli investimenti secondo i piani d’ambito dell’autorità idrica. I dati ufficiali dicono che le gestioni frammentarie, come quella calabrese con 400 singole gestioni comunali, non consentono un utilizzo ottimale delle risorse idriche e finanziarie. Cioè la Calabria è la regione più ricca di acqua ed è quella che la gestisce peggio. La qualità si garantisce con gli investimenti».
Questo nonostante le bollette pagate dai cittadini. Punto che Incarnato vuole chiarire: «Su questo si dicono molte cose imprecise. È vero solo che le tariffa che i calabresi, da paese a paese, pagano sono diverse, ma sono tra le più basse d’Europa. La Regione, con i poteri sostitutivi, visto che i Comuni non hanno ancora istituito l’ente d’ambito, sta lavorando per ottenere una tariffa unica regionale».
Anche rispetto alle esternazioni del sindaco di Catanzaro Abramo, che ha posto il problema degli investimenti pubblici e della governance, il commissario ha da fare qualche puntualizzazione. «Abramo ha guidato Sorical prima della messa in liquidazione e sa bene quali siano i problemi. Infatti esclude che possa esserci un privato oggi disposto ad investire in Calabria. Quindi l’unico percorso è quello di una società pubblica, tra Regione e Comuni, così come hanno fatto Basilicata e Sardegna, due realtà del Sud con minori problemi gestionali e ottima qualità del servizio. Per questo l’idea di trasformare Sorical in soggetto gestore, con l’ingresso dei Comuni nel capitale sociale, è l’unica strada percorribile in tempi ragionevoli e far ripartire gli investimenti. I tempi sono maturi, gli approfondimenti giuridici sono stati fatti e la Regione ha reso disponibili 250 milioni di euro da investire sulle reti idriche e fognarie. Mi sembra tanto per poter partire».
Questo, però, in un quadro di crediti che mette paura. «Sfiorano i 180 milioni di euro, nel Crotonese tra mancati incassi dal fallimento Soakro e crediti verso Congesi e Consorzio industriale, oggi Corap, Arssa e Arsac, la cifra è stratosferica, circa 60 milioni di euro; il Comune di Cosenza non paga le fatture per 8 milioni di euro per le forniture da tre anni, nonostante ogni anno chieda 10 milioni di euro ai cosentini; la Multiservizi di Lamezia deve a Sorical 11,4 milioni di euro e ne incassa 6 ogni anno dai cittadini; solo il Comune di Reggio sta onorando il piano di rientro per un debito di 20,6 milioni di euro. Comprende bene che Sorical non può continuare a finanziare il servizio idrico, ci sono impegni da onorare con le banche finanziatrici e i fornitori. Se il sistema va in default ognuno si deve assumere le responsabilità. Non c’è più tempo per le polemiche».

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