Riceviamo e pubblichiamo la nota del Csa-Cisal in risposta alla precisazione della Regione riguardo alla nomina di un responsabile dei Centri per l’impiego.
Prendiamo atto della risposta congiunta del dirigente generale e del dirigente del settore 6 del Dipartimento “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali” sulla vicenda del funzionario promosso a referente dei Centri per l’impiego calabresi. Finalmente, anche grazie al puntuale interrogativo del sindacato CSA-Cisal, possiamo definirlo appunto semplice referente, comunque scelto “intuiti personae”, e non coordinatore (che a livello amministrativo sono cose ben diverse) come puntualizzato in più passaggi della nota prot. 27612 del 23 gennaio firmata dai dirigenti, pur mantenendo quella proverbiale ambiguità lessicale burocratica che ammorba gli enti pubblici.
Eppure, proprio sulla scorta di questa precisazione in cui verrebbero delimitate le competenze assegnate al funzionario, ci sovvengono altri interrogativi. Come affermano i due dirigenti, l’incaricato speciale si occuperà di: “relazioni con i Comuni e contratti di locazione; manutenzione di beni strumentali e funzionali; rapporti con le utenze energetiche, telefoniche, ecc.; cura e pulizia degli uffici; approvvigionamento cancelleria e materiale per gli uffici”. Tuttavia ci sembra di leggere – osserva il sindacato CSA-Cisal – il resoconto parziale dei compiti normalmente spettanti al settore “Economato” del Dipartimento “Organizzazione, Risorse Umane”. E allora si affastella un altro dubbio: ma questo funzionario “potenziato”, responsabile del Cpi di Corigliano, è un dipendente del Dipartimento “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali” o, fra un’attività di coordinamento e l’altra, è passato a quello “Organizzazione, Risorse Umane” e nello specifico nel settore “Economato”? Francamente sembrano le esatte funzioni spettanti al settore “Economato”, di sicuro non al Dipartimento “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali” e al settore 6. Suggeriamo allora uno studio approfondito sul tema ai dirigenti, che non fa mai male.
Questa la forma, nella sostanza quando si specifica che il referente si occuperà della raccolta di “informazioni e dati afferenti agli uffici dei Centri per l’impiego”, si domanda ancora il sindacato: ma che bisogno c’era di creare questa sorta di portavoce di istanze? E il sindacato CSA-Cisal non lo afferma in base ad un pregiudizio, ma proprio sulla base di altri atti dello stesso Dipartimento e relativo settore. Infatti nella medesima risposta del 23 gennaio firmata dai dirigenti loro stessi richiamo un’altra lettera, quella del 30 luglio 2018, in cui veniva creato un “gruppo di coordinamento” composto dai vari responsabili dei Cpi regionali e presieduto dallo stesso dirigente del settore. Perché mai allora l’attività di trasmissione di dati e informazioni non potrebbe più coerentemente essere espletata attraverso questo “gruppo di coordinamento”? C’era proprio necessità di individuare chi smista la posta? E soprattutto perché, ad esempio, il mancato funzionamento dei climatizzatori a Bovalino o a Caulonia, o ancora l’approvvigionamento della carta a quello di Catanzaro deve segnalarlo il funzionario “potenziato” da Corigliano e non direttamente il responsabile territoriale del Cpi? Forse chi si trova a Corigliano è più bravo a sollevare problematiche rispetto a chi è direttamente sul posto? Ci sembra – precisa il sindacato CSA-Cisal – un inutile appesantimento dell’azione amministrativa.
Se da un lato abbiamo apprezzato la risposta, dall’altro non possiamo assolutamente ritenerci soddisfatti perché essa ha eluso quesiti fondamentali e ben circostanziati posti dal sindacato. Per questo li ribadiamo di nuovo: chi ha acquistato, e poi autorizzato, l’utilizzo del timbro con il logo della Regione Calabria “con la dicitura Coordinamento regionale Cpi”? Chi ha richiesto e attivato la mail coordinamentoregionale.cpi@regione.calabria.it? Chi ha consentito l’impiego della carta intestata “Coordinamento Regionale Centri per l’Impiego” e concesso al funzionario di firmare gli atti in qualità di “Coordinatore regionale Centri per l’Impiego”? Parrebbe che sia stato lo stesso “referente” ad aver comprato di tasca propria i timbri con il simbolo regionale. Ma questa è un’altra storia. Tuttavia, in ogni caso, chiediamo se esista un provvedimento, firmato almeno da uno dei due dirigenti (o un terzo), con cui se ne autorizza l’impiego? Lo stesso vale per la mail istituzionale, la carta intestata e la dicitura di “coordinatore”? Ci diano una prova tangibile che esiste un’autorizzazione scritta e che tutto ciò non sia stato il frutto di un “dinamismo” eccessivo, quindi in violazione delle procedure del dipendente. Ricordiamo che il logo regionale non è un gingillo smerciabile a piacimento da chicchessia, ma i suoi utilizzi devono essere puntualmente autorizzati. Altrimenti d’ora in avanti chiunque si sentirebbe legittimato a fare mostra e adoperare (anche in casi inappropriati) il simbolo ufficiale della Regione Calabria senza più alcun criterio. La nomina del referente è avvenuta da un paio di mesi. Possibile – si chiede il sindacato Csa-Cisal – che i due dirigenti non si siano accorti di questi exploit del funzionario “potenziato”, peraltro fatti sotto il loro naso?
Ci consola infine l’ultima parte della nota dei dirigenti con cui si ammonisce il funzionario “potenziato” che le “condotte esorbitanti” rispetto alle indicazioni del Dipartimento saranno contestate ed eventualmente sanzionate. È la parte decisiva dello scritto perché, al di là delle difese d’ufficio, implicitamente i dirigenti hanno riconosciuto che il sindacato aveva colpito nel segno segnalando le incongruenze di questa figura dei Cpi. Quasi a dire: “forse, tra carta intestata, timbri, mail e titoli, se ne era andato un po’ troppo di testa”. Stiano tranquilli – chiosa il sindacato – che resteremo alla finestra, pronti a segnalare quelle potenziali condotte esorbitanti, visto che in questi mesi pare siano stati distratti. Saremo “referenti” di eventuali irregolarità sull’organizzazione e gestione dei Cpi.
Csa-Cisal
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