REGGIO CALABRIA Sulla cartina Val d’Aosta e Calabria sono lontane, ma a livello politico e criminale no. “Colpa” non solo degli oltre 30mila calabresi presenti nella piccola regione del Nord, ma soprattutto di Antonio Raso (foto), per la Dda di Torino capo dei clan che ad Aosta hanno messo radici.
DA NORD A SUD Amministratore dell’ordine pubblico in grado di richiamare i “giovanotti” che si fanno notare, oscuro regista delle strategie politiche del consiglio comunale di Aosta, con in tasca un capitale di contatti che vanno dalla ‘ndrangheta di San Luca alla grande borghesia valdostana, Raso è considerato «un punto di riferimento» in grado di determinare l’esito di competizioni elettorali tanto al Nord, come nel profondo Sud, a San Giorgio Morgeto. A disposizione – e nelle conversazioni intercettate non ne fa mistero – ha un importante pacchetto di voti che gli avrebbero permesso di piazzare Marco Sorbara, revisore dei conti della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, nella giunta comunale di Aosta, di determinare le elezioni a San Giorgio Morgeto, ma anche – a suo dire – di contribuire all’elezione di Sebi Romeo, l’attuale capogruppo del Pd nel consiglio regionale calabrese.
L’INCONTRO MANCATO «Il consigliere nostro» viene definito dall’esponente del Pd di Locri Antonello Alfarone (non indagato) mentre con Raso progetta un incontro fra il governatore Mario Oliverio e il presidente della Regione Val d’Aosta, Augusto Rollandin (entrambi non indagati) in occasione della Fiera di Sant’Orso. Un appuntamento a cui avrebbe dovuto partecipare anche Sebi Romeo. Il progetto però non va in porto e a Raso la cosa non va giù. E qualche mese più tardi non lo nasconde con Domenico Gargano, uomo di area dem di San Giorgio Morgeto.
«SE NON PRENDIAMO NIENTE MERITIAMO FUCILATE» I due parlano della campagna elettorale in corso nel piccolo paese della Piana. Gargano è candidato e sarà eletto con la lista “Obiettivo Comune”, ma all’epoca della chiacchierata è ancora in cerca di appoggi e voti. Cerca di accaparrarsi i favori di Raso e per tentarlo gli assicura: «Seby Romeo è in contatto continuo con noi e verrà a fare campagna elettorale». E su di lui Gargano conta molto perché «lui è più forte di prima è diciamo nel momento di maggiore forza come gruppo anche perché adesso devono arrivare anche una caterva di finanziamenti… stanno gestendo questa cosa di… per noi è importante questo momento perché o ne usciamo fuori adesso da sti casini o non ne usciamo più». Un ragionamento tutto politico, pare, che conta anche sugli assetti generali della politica calabrese. «Siamo in Regione, siamo al Governo, se non riusciamo a prendere niente ci meritiamo fucilate per dire capisci? La rete di rapporti più forte l’abbiamo noi, ce l’ha il Pd capito?».
«LI CONOSCE QUELLI DI AOSTA?» Raso ascolta, ma non ha dimenticato lo sgarbo di Romeo. «Allora gli dici… se Seby Romeo conosce quelli di Aosta, quelli che gli hanno dato una mano… che lui forse… doveva venire qua sopra che gli avevo mandato una lettera al presidente, io… quest’altro testa di c… per questo che mi sono girati un po’ i c…». Non è dato sapere a che titolo parli Raso, se come uomo di area Pd o come capoclan di Aosta, tanto meno in forza di cosa abbia garantito il suo “appoggio” a Romeo, che dalle carte non risulta indagato.
ENDORSEMENT CONTESO Di certo però Raso appare per molti un imprescindibile «punto di riferimento». Anzi così lo definisce Gargano, senza però spiegare come mai il proprietario di una pizzeria in Val d’Aosta riesca a determinare elezioni in quanto meno due regioni. Il suo appoggio è addirittura conteso. Succede in occasione delle elezioni a San Giorgio Morgeto. A sfidarsi sono due liste “Obiettivo Comune”, con Salvatore Valerioti candidato sindaco e Gargano fra i candidati, e “Sempre Insieme per San Giorgio”, capeggiata da Andrea Carpentiere. E i candidati di entrambe hanno contattato Raso per chiedere una mano. Alessandro Morabito, candidato per la lista di Valerioti, è arrivato fino in Val d’Aosta per sondare le intenzioni di voto di Raso. Ma ufficialmente, lui – si legge nelle carte – «non si è mai schierato apertamente a favore dell’una o dell’altra lista, mantenendo un atteggiamento equidistante ed appoggiandole entrambe». Ma – stando almeno a quanto promette a Gargano – « “lavorerà” per loro ma dovrà essere una cosa nel segreto più assoluto». E gli raccomanda «quindi ricordate io …. io sono di tutti».
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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