Di seguito, la lettera aperta dell’ex commissario della Sanità Massimo Scura al ministro della Salute Giulia Grillo e al presidente della Regione Mario Oliverio.
Egregia ministra Grillo,
Come migliaia di calabresi ho assistito esterrefatto alla sua performance strillata del 16 gennaio, su Facebook, se la ricorda?
Delle invettive al presidente Oliverio, accusato di essere dispettoso al punto da nominare sette commissari per altrettante aziende sanitarie senza un confronto con la nuova compagine commissariale, mi interessa poco o nulla. Fa parte della politica, rigorosamente con la “p” minuscola alla quale ci stiamo, purtroppo, abituando.
Lei, però, è entrata nel merito di fatti che ha dato prova di conoscere superficialmente, nonostante sia circondata da un discreto numero di dirigenti che hanno ben presente la realtà calabrese ma che evidentemente non l’hanno opportunamente informata.
Affermando che il valore dei Lea in Calabria nel 2017 è risultato pari a 136, lei ha offeso tutti i calabresi, a cominciare dal sottoscritto, da quei direttori generali, non tutti allo stesso modo, e da quei dirigenti del dipartimento Tutela della salute, i pochi rimasti, che si sono fatti in quattro per migliorare in quantità e qualità i servizi sanitari calabresi e non ha reso merito alla sua stessa intelligenza.
Lei stessa ha ricordato che nel 2015, con un balzo di 10 punti!, si era passati da 137 dell’anno precedente a 147 punti. Mi spiega come sia stato possibile scendere a 144 nel 2016 e a 136 nel 2017 se in quei due anni sono stati attivati servizi ospedalieri come una cardiochirurgia, stroke unit di primo e secondo livello per la cura urgente degli ictus, breast unit per la cura del tumore della mammella, il percorso Sten e Stam per il trasporto in emergenza del neonato e quello materno assistito.
Sono stati dotati tutti gli ospedali Hub di una Pet, e Reggio Calabria di un Robot Da Vinci per la chirurgia micro invasiva. Inoltre sono state autorizzate 4.500 assunzioni mirate senza aumentare il costo del personale e imposto l’indizione di concorsi, in gran parte ultimati, per la nomina di primari al posti di oltre 150 facenti funzioni nominati dalla politica nei decenni passati.
Come sia possibile perdere e non guadagnare molti altri punti Lea se si sono finalmente organizzati gli screening oncologici (ho seguito personalmente il percorso, come sanno tutti, si informi per cortesia) che nel 2017 hanno raggiunto un’estensione del 35-40% media e, risolti i problemi informatici ormai in via di soluzione, con le risorse umane e finanziarie messe a disposizione, anche le Asp di Cosenza e Reggio arriveranno presto ai livelli già raggiunti lodevolmente dalle Asp di Crotone, Catanzaro e Vibo, che vantano estensioni superiori al 70% e adesioni del 50%.
E i posti letto degli hospice sono passati da 24 a 54 ognuno corredato da 30-40 h/g di assistenza domiciliare e altri 30 sono in fase di approntamento. Potrei andare avanti per ore.
Se lei, per lo stesso garbo istituzionale richiesto al presidente Oliverio e per un minimo di rispetto (e di educazione?) nei miei confronti, visto che gliel’ho chiesto una volta verbalmente e più volte per iscritto, mi avesse convocato e ascoltato avrebbe evitato di esternare e poi scrivere inesattezze colossali.
Oggi i Lea della sanità calabrese sono intorno a 160, la sufficienza.
Allora perché il valore dei Lea è sceso a 136? Semplice. I flussi informativi non hanno documentato né il livello degli screening, rimasti ufficialmente al 5% né i posti letto degli hospice rimasti a 24. E così dicasi per l’assistenza domiciliare, per parte della veterinaria etc. etc.
Se lei, come affermato nella performance del 16 gennaio, veramente amasse la Calabria e i calabresi come li amo io, si sarebbe posta e avrebbe posto delle domande ai suoi collaboratori che partecipano ai tavoli ufficiali.
Le avrebbero detto, visto che sono dirigenti dei ministeri affiancanti (si fa per dire), che ho denunciato questa carenza di flussi, di competenza del dipartimento Tutela della salute, più volte, l’ultima al tavolo del 15 novembre. Ma non sono solo parole dette. Il livello degli screening è scritto da me nell’aggiornamento del programma operativo 2016-2018 inviato per Siveas il 5 novembre e l’apertura di 30 posti di hospice, come pure i restanti servizi attivati, sono descritti nei decreti da me approvati. Sarebbe bastata un po’ di attenzione in più da parte sua e dei suoi collaboratori.
Quanto al disavanzo, se sapesse leggere un bilancio capirebbe che finalmente si sono sollevati i tappeti ed è uscita tutta, spero, la polvere della quale i suoi collaboratori non si sono accorti, (si domanda il perché?) in dieci anni di controlli.
Certamente, non avrebbe inveito contro la povera sanità della Calabria che nessuno ha protetto in questi quasi quattro anni, a parte il sottoscritto e qualche direttore e dirigente operosi, se avesse conosciuto la verità. E si aggiorni anche sulla questione dei privati, prima di dire inesattezze, leggendo le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato emesse al riguardo, che mi hanno dato ragione al 100%.
In questo non amore per la Calabria, per le calabresi e i calabresi lei eguaglia il presidente Oliverio il quale ha l’aggravante di essere calabrese, eletto dai calabresi.
Egregio presidente, lei mi ha fatto una guerra a suon di dispetti, a cominciare dalla sede destinata alla struttura commissariale, invece di approfittare della mia onestà, trasparenza, competenza e passione, riconosciutami da altri e tanti calabresi, che mi hanno garantito credibilità e autorevolezza anche presso i direttori e i dirigenti nominati dalla sua giunta. Pur di arrivare ad avere la nomina di commissario, lei hai distrutto il dipartimento Tutela della salute, immaginando, forse, di costringermi alla resa, senza sapere che io sono un discendente di Scanderbeg per parte di padre e dei Sanniti Pentri per parte di madre. Adesso, purtroppo, anche la nuova compagine commissariale dovrà soffrire lo stesso vuoto, con l’aggravante di dover costruire le proprie conoscenze da zero.
Lei ha usato per anni sempre lo stesso disco rotto: «Aumenta il disavanzo, calano i Lea, la mobilità extra regionale supera i 300 milioni» (peraltro relativa agli anni passati).
Sarebbe opportuno da parte sua un esame di coscienza. Il presidente della Regione nomina i commissari/direttori generali, il direttore e i dirigenti del dipartimento, la Regione è responsabile del sistema informatico, che non ha trasmesso i flussi Lea perché non ha avuto i dati dalle Aziende e della Stazione unica appaltante che impiega tempi biblici per un acquisto o un appalto. Lei infine designa il suo rappresentante al tavolo Stato-Regioni.
Penso senza timore di smentita, che a parte qualche direttore generale e qualche dirigente rimasto, che ringrazio per la collaborazione prestatemi, assieme al gruppo del mio eccellente segretariato, la sua amministrazione abbia fallito in tutto il resto.
La sanità calabrese ha bisogno di ben altro che della ricerca di potere in vista delle prossime elezioni regionali, europee o politiche, ma tale sensibilità evidentemente non è nelle corde di chi disprezza la ricerca della verità.
*Ex commissario per il Piano di rientro sanitario
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