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Congresso Pd a Catanzaro, Cuda sotto accusa. La replica: «Fantasie»

Due esponenti dei “Laburisti dem con Zingaretti” scrivono a Graziano e Dal Moro denunciando «violazioni gravi». Ma il segretario provinciale bolla le polemiche come «inutilmente velenose»

Pubblicato il: 30/01/2019 – 11:20
Congresso Pd a Catanzaro, Cuda sotto accusa. La replica: «Fantasie»

CATANZARO Non solo i dati ballerini (ne abbiamo scritto qui) con le percentuali che ondeggiano a seconda di chi le diffonde, ma addirittura «gravi violazioni di merito e di metodo». Nel Partito democratico catanzarese il voto propedeutico all’elezione del segretario nazionale continua a suscitare polemiche tra le fazioni a sostegno dei due big che si contendono la guida del partito, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e il segretario uscente Maurizio Martina. Due rappresentanti dei “Laburisti dem con Zingaretti”, Maria Teresa D’Agostino e Patrizia Maiello, fanno sapere di aver abbandonato, martedì, la riunione della Commissione provinciale per il congresso di Catanzaro contestando, appunto «violazioni gravi di merito e di metodo». Le due esponenti dem lo segnalano in una lettera inviata al commissario del Pd calabrese, Stefano Graziano, e al presidente della Commissione nazionale per il congresso Gianni Dal Moro.
«Con arroganza – scrivono D’Agostino e Maiello – si è preclusa la possibilità di esaminare ricorsi ricevuti che dettagliavano gravi violazioni nelle Convenzioni di alcuni Circoli della provincia». Quindi la contestazione diretta al segretario provinciale di Catanzaro, Gianluca Cuda, «che, in disprezzo totale dei diritti dei delegati, alle ore 8 del 30 gennaio non ha ancora convocato la Convenzione provinciale, violando la scadenza decisa dalla Commissione Nazionale».
LA REPLICA DI CUDA: «RICOSTRUZIONE FANTASIOSA» A stretto giro la replica di Cuda, secondo cui «desta assoluto sconcerto» la presa di posizione delle due rappresentanti di “Labdem”. Secondo il segretario provinciale la commissione per il congresso «ha lavorato in stretta sinergia e piena collaborazione, deliberando all’unanimità» e «hanno espresso il loro voto positivo tutte le aree, tra cui quella che fa capo alla mozione congressuale di Nicola Zingaretti». «La ricostruzione paventata dalle due componenti della commissione è, pertanto, fantasiosa, se non addirittura, mi duole dirlo, pretestuosa e inutilmente velenosa. La componente Patrizia Maiello – prosegue Cuda – è uscita dalla seduta asserendo la necessità di tornare a casa per motivi personali, mentre, in un secondo momento, Maria Teresa D’Agostino ha lasciato la seduta a causa dell’intervento brusco e non autorizzato di soggetti estranei alla commissione, gesto prontamente stigmatizzato all’unanimità. Ecco perché leggere che hanno “abbandonato” la seduta di commissione in polemica non costituisce una rappresentazione reale del pomeriggio di ieri».
D’Agostino e Maiello «uscendo separatamente e in momenti diversi, con motivazioni diverse, non hanno nemmeno lasciato detto o fatto scrivere a verbale che erano in dissenso o che la commissione si doveva congedare e non continuare il suo lavoro in loro assenza». Probabilmente, ironizza Cuda, «la notte ha “portato loro consiglio”, ma lo stesso paventato ricorso alla commissione nazionale, mandato in copia a Nicola Zingaretti, qualora esistente, sarebbe irrituale, dovendo seguire i tre gradi di giudizio interni alle commissioni, indicati dal Partito nazionale e non pare proprio di aver ricevuto ricorsi a firma labdem nella seduta di ieri, inclusi eventuali ricorsi (fuori termine) riguardanti la città di Lamezia Terme». Per quanto riguarda la convenzione provinciale Cuda sostiene che è stata seguita «pedissequamente» la procedura indicata. «Tutto il resto – conclude – è sterile polemica».
«DA CUDA DESCRIZIONE INVEROSIMILE» Non si fa attendere la controreplica dei Laburisti Dem. «La descrizione di Cuda dei lavori della commissione congressuale è del tutto inverosimile e confusa – scrivono D’Agostino e Maiello –. L’evidente stanchezza per aver organizzato pessimamente i lavori congressuali lo portano a usare argomenti fasulli e insinuazioni inaccettabili. Già nei giorni scorsi tutti gli organi di stampa hanno rilevato che la Commissione è stata spaccata sin dall’avvio per il tentativo di imporre la scelta del presidente maturata non in Commissione, ma preparata a tavolino, e di procedure che non davano la possibilità di verifica collegiale della trasparenza del tesseramento. In maniera sprovveduta Cuda istiga ancora a presentare altri ricorsi? Non c’è stato nessun voto in Commissione e nessuna unanimità tra le aree, ci siamo allontanate dalla commissione quando si è preclusa la possibilità di esaminare i ricorsi e di verificare le segnalazioni pervenute dalla base che denunciavano gravi violazioni nelle Convenzioni di alcuni Circoli della provincia. Non abbiamo avallato la scelta di “limare” le percentuali dei voti espressi per i singoli candidati per “non far fare brutte figure” a qualcuno».
«Senza vagare alla ricerca di altre polemiche inutili – prosegue la nota – chiediamo a Cuda di rispondere a due domande: 1. perché sono stati stravolti i risultati delle convenzioni dei circoli alterando le percentuali dei diversi candidati a segretario nazionale; 2. perché alle ore 16.30 del 30 gennaio non è stata ancora convocata la Convenzione provinciale, con evidente disprezzo per i delegati e i loro impegni di lavoro e di famiglia».

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