CATANZARO La giunta regionale si è riunita mercoledì mattina sotto la presidenza del vicepresidente Francesco Russo, con l’assistenza del segretario generale Ennio Apicella. L’esecutivo ha approvato il nuovo patto di integrità negli affidamenti in materia di contratti pubblici regionali. Proposto dall’assessore Mariateresa Fragomeni, è stato approvato l’aggiornamento del Piano triennale della prevenzione della corruzione e della trasparenza 2019-2021.
Su proposta dall’assessore al Lavoro e Welfare Angela Robbe è stato dunque integrato il regolamento regionale che definisce i requisiti organizzativi e strutturali di tutti i servizi educativi per la prima infanzia e delle procedure per l’autorizzazione al funzionamento e per l’accreditamento. Con la modifica si consente l’apertura degli asili familiari.
TAGESMUTTER «Non è una semplice modifica – si legge in una nota della Regione – quella varata oggi dalla Giunta regionale al Regolamento attuativo della legge regionale del 29 marzo 2013, finalizzato alla definizione dei requisiti organizzativi e strutturali di tutti i servizi educativi per la prima infanzia e delle procedure per l’autorizzazione al funzionamento per l’accreditamento». L’articolato di modifica approvato su proposta dell’assessore Robbe «permette di compiere un fondamentale passo in avanti verso la realizzazione ed il funzionamento del sistema dei servizi socio-educativi per la prima infanzia promossa dalla Regione Calabria, in armonia con la convenzione Onu sui diritti dell’infanzia del 20 novembre del 1989, con la Carta del diritti fondamentali dell’Unione Europea del 7 dicembre 2000 e la normativa vigente».
Il sistema educativo integrato è costituito da: nidi d’infanzia e servizi integrativi al nido, quali i centri per bambini e genitori, gli spazi gioco per bambini, i servizi in contesti domiciliari, le cosiddette tagesmutter. Tagesmutter è una parola tedesca e significa “mamma di giorno”. Infatti questo servizio è nato nei Paesi del nord Europa e si è diffuso in Italia dal 2004: la “mamma di giorno” può ospitare nella propria casa al massimo cinque bambini contemporaneamente (il servizio non ha orari predeterminati, ma vengono concordati con la tagesmutter in base ai bisogni dei genitori. Si pagano solo le ore utilizzate).
«L’esperienza delle tagesmutter – si legge ancora nella nota – ha in sé la potenzialità di rispondere contemporaneamente a molte delle problematiche sociali legate all’infanzia e alla famiglia: risponde infatti alle esigenze di famiglie che vivono in aree a scarse densità abitativa dove, nonostante ci possano essere richieste, spesso non ci sono presenze di bambini in numero tale da giustificare la presenza di un nido anche per via dei costi elevati di mantenimento di strutture; risponde, ancora, alla crescente richiesta di flessibilità e capillarità dei servizi alla prima infanzia legata al mutamento del mondo del lavoro, e consente inoltre di trasformare una forma spontanea di autoaiuto tra le mamme in un servizio con regole e possibilità di generare forme di reddito ed integrazione al reddito».
La regolamentazione dei servizi educativi presso il domicilio della famiglia o dell’educatore tagesmutter, completa quindi l’offerta dei servizi per la prima infanzia e avvicina il servizio a famiglie che vivono in piccolissimi centri. Le tagesmutter sono caratterizzate da un’ alta possibilità di personalizzazione del servizio per il numero ridotto di bambini affidati ad una “mamma di giorno” che può aprire la propria casa, purché sussistano le condizioni previste dalla norma in modo continuativo fino ad un massimo di cinque bambini in spazi idonei e sicuri, colmando l’offerta alle giovani famiglie.
Il servizio di nido familiare concorre in modo importante al diritto degli appartenenti alla prima infanzia ad un equilibrato sviluppo psico-fisico ed affettivo, valorizza la centralità della famiglia, facilita la conciliazione delle scelte professionali di entrambi i genitori ed un’equa ripartizione delle responsabilità genitoriali tra uomini e donne in un quadro di pari opportunità.
«Garantendo risposte flessibili e differenziate alle esigenze delle famiglie e ai bisogni dei bambini e delle bambine attraverso soluzioni diversificate sul piano educativo, strutturale ed organizzativo – afferma l’assessore al Welfare Robbe – si favorisce la conciliazione dei tempi lavorativi e dei tempi familiari e la promozione del lavoro femminile. E questo, soprattutto, nelle piccole realtà come gli antichi borghi delle aree interne che rappresentano il 70 per cento del tessuto sociale della Calabria».
x
x