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Pedofilia nella Chiesa, Bertolone: «Questione urgente, no all'omertà»

Il presidente della Cec sottolinea la necessità di affrontare il tema «con attenzione e responsabilità». Avviata una commissione di valutazione. Riflessione sui migranti: «Diventato argomento buroc…

Pubblicato il: 31/01/2019 – 11:11
Pedofilia nella Chiesa, Bertolone: «Questione urgente, no all'omertà»

REGGIO CALABRIA La questione della pedofilia all’interno della Chiesa «si pone con urgenza». Per questo occorre che «la comunità ecclesiale si unisca nella preghiera, rifuggendo le strade che portano all’omertà». Lo ha sottolineato il presidente dei vescovi calabresi, monsignor Vincenzo Bertolone, nel corso della riunione della Conferenza episcopale calabra svoltasi a Reggio Calabria.
«La questione – si afferma in un comunicato – è stata oggetto di una riflessione accurata. Si tratta di un tema, infatti, che inquieta la Chiesa e che, con attenzione e responsabilità, è stato esaminato nelle sue varie sfaccettature problematiche, ribadendo la vigilanza e l’attenzione con cui esso va curato nella sua fase preventiva ed educativa e nelle singole situazioni dolorose che dovessero emergere. A tale riguardo è stato affidato allo stesso presidente Bertolone il compito di avviare una Commissione di valutazione, così come chiedono le disposizioni della Conferenza episcopale italiana».
Monsignor Bertolone ha anche esortato «il popolo di Dio alla conversione personale e comunitaria affinché la sofferenza delle vittime degli abusi perpetrati da laici e chierici sia di monito per tutti e per tutta la Chiesa».
«Con analoga forza – è detto ancora nella nota – il presidente della Conferenza episcopale calabrese ha invitato la comunità ecclesiale ad unirsi nella preghiera, rifuggendo qualsiasi forma di omertà ed esortando tutti alla presa di coscienza, con l’assicurazione che la Chiesa calabrese, attraverso i suoi pastori, è impegnata ad eliminare anche al proprio interno ogni atteggiamento di omertà che, spesso, diviene da sé forza di tanti abusi. La Conferenza ha inoltre deliberato l’istituzione del Servizio regionale per la tutela dei minori, nominando come vescovo delegato ad interim monsignor Vincenzo Bertolone».
MIGRANTI I vescovi calabresi, «con riferimento al tema dell’accoglienza, nel rispetto delle indagini in corso della magistratura e senza voler con ciò esprimere giudizi sulla posizione dei singoli e sulle loro ipotizzate responsabilità», ritengono «di non poter esimersi dal rilevare e sottolineare con amarezza la retrocessione del dovere di accoglienza ed ospitalità a mera questione burocratica, privata così di rilevanza e perfino della sua intangibile carica valoriale». La riflessione emerge dal documento finale della Conferenza episcopale calabra, riunita a Reggio Calabria. Per questo, continua la nota, i vescovi «hanno auspicato che ragioni di uguaglianza e giustizia sociale portino a ripensare alla necessità di politiche in grado di coniugare solidarietà, crescita e sviluppo delle comunità locali, anche come valida alternativa a modelli di illegalità che – paradossalmente – trovano campo ancor piu’ libero (affermandosi ad esempio nella pervasiva presenza delle ‘ndrine o nella diffusione del caporalato) in zone dove l’intervento dello Stato è stato meramente repressivo nei confronti del sistema di accoglienza, accompagnamento ed integrazione sociale dei migranti».
«WELFARE GENERA POVERTÀ» La Chiesa calabrese è preoccupata per la situazione sociale della regione. Don Nino Pangallo, responsabile della Caritas regionale e della sua commissione, nell’annunciare alcune iniziative riguardo al progetto “Costruiamo Speranza”, ha presentato una riflessione su Welfare, servizi e povertà in Calabria.
«È emersa – si legge nel documento – la denuncia di un welfare calabrese generatore di povertà, in cui la persona con le sue esigenze primarie merita attenzione particolare e specifica proprio dagli organismi istituzionali, in primis a livello regionale».
Nel documento si auspica «una maggiore capacità sinergica, anche con la Regione, per dare vita al Piano Sociale Regionale ed ai Piani di Zona, perché i Comuni adottino atti di programmazione per raggiungere gli obiettivi del piano di poverta’ nazionale e regionale. Per una attenzione specifica a tutto il mondo non profit delle associazioni, cooperative e fondazioni che si occupano del comparto socio-assistenziale e socio-sanitario, sarebbe opportuno – scrive la Cec – che la Caritas regionale organizzasse gli Stati Generali del Terzo Settore per sottoscrivere un “Nuovo Patto Sociale” tra società civile organizzata e l’ente Regione».

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