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Colpo a patrimonio dei clan del Lametino, sigilli a beni per 1,5 milioni

Le fiamme gialle hanno sequestrato e confiscato ville, terreni e appartamenti nella disponibilità di sei persone ritenute vicine alle cosche. Per tre è scattato l’obbligo di soggiorno

Pubblicato il: 01/02/2019 – 10:20
Colpo a patrimonio dei clan del Lametino, sigilli a beni per 1,5 milioni

LAMEZIA TERME Sequestrati e confiscati dalle fiamme gialle di Catanzaro beni per circa 1,5 milioni di euro nel Lametino. Il provvedimento è stato disposto dal gip di Catanzaro su richiesta della Distrettuale antimafia del capoluogo (firmata dal procuratore capo Nicola Gratteri e dal pm Elio Romano) nei confronti di soggetti riconducibili ad esponenti di spicco, e loro prestanome, di una pericolosa cosca di ‘ndrangheta lametina. In particolare la guardia di finanza ha messo i sigilli a tre ville di pregio, delle quali una in corso di costruzione, tutte ubicate a Lamezia terme, un terreno con annesso appartamento ubicato sempre nel lametino, un terreno all’interno del quale è stata abusivamente costruita una villa di pregio, ubicato sempre a Lamezia Terme e due motocicli e nove autovetture, delle quali una d’epoca. I sequestri hanno colpito Aldo Notarianni e Giuseppina Giampà (due ville di pregio, di cui una in costruzione, e due motocicli);
Aurelio Notarianni (terreno sul quale è stata edificata abusivamente una villa di pregio e due autovetture);
Rosario Notarianni (terreno con annesso appartamento edificato abusivamente e  5 autovetture);
Antonio e Luigi Notarianni (villa di pregio e 2 autovetture di cui una d’epoca).
Il provvedimento, che è stato eseguito dai finanzieri del gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme – il comandante del gruppo è il tenente colonnello Clemente Crisci – dimostra la continua azione messa in atto dalle forze dell’ordine e dalla magistratura per contrastare i clan della zona. Il beni, secondo quanto appurato dagli inquirenti, erano nella disponibilità di sei persone ritenute vicine alle cosche del Lametino. Le investigazioni, infatti, hanno dimostrato che i beni nella disponibilità dei sei soggetti avevano un valore del tutto sproporzionato ed ingiustificato rispetto ai redditi leciti dichiarati ed al loro tenore di vita.
Le indagini hanno inoltre consentito di mettere pienamente in luce la spiccata pericolosità sociale dei soggetti con la dedizione degli stessi a traffici delittuosi, dei cui proventi i medesimi ed i loro familiari hanno vissuto abitualmente, in modo agiato, per anni.
In ragione della pericolosità sociale dei soggetti, accertata dai finanzieri, è stata inoltre applicata nei confronti di tre dei soggetti proposti la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di quattro anni.

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