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Ascensore ko e pazienti trasportati a braccio, a Locri «scene da terzo mondo»

Interrogazione parlamentare della deputata di Fratelli d’Italia Wanda Ferro: «Situazione vergognosa». E il sindaco Calabrese si rivolge alla Procura – VIDEO

Pubblicato il: 03/02/2019 – 19:59
Ascensore ko e pazienti trasportati a braccio, a Locri «scene da terzo mondo»

LOCRI «Durante la sua visita a Locri il 23 novembre scorso il presidente Conte si era impegnato a fornire risposte sull’emergenza sanitaria rappresentata dalla situazione in cui versa l’ospedale di Locri». È quanto afferma, in una nota, il deputato di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, che ha presentato un’interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte a proposito del guasto all’unico ascensore funzionante nell’ala nord dell’ospedale di Locri, andato in avaria per la terza volta in due settimane, che ha costretto il personale sanitario a condurre a braccio lungo le rampe di scale i pazienti che necessitavano di trasferimento da un piano all’altro. «L’ultimo incredibile episodio – racconta Ferro – con scene surreali che non si registrano neppure negli ospedali del terzo mondo, è solo l’ultimo di una lunga serie di casi di malasanità e di disservizi che interessano il presidio ospedaliero già oggetto, in passato, di procedimenti penali avviati dalla competente Procura della Repubblica e, nei giorni scorsi, di un nuovo sopralluogo da parte dei Nas dei Carabinieri a seguito del decesso di un paziente».
https://www.youtube.com/watch?v=LZ78Q0QzISw&feature=youtu.be
«Nello scorso mese di luglio – ricorda ancora la parlamentare – l’Asp di Reggio Calabria, dalla quale dipende l’ospedale di Locri, è stata destinataria di un provvedimento di accesso antimafia disposto dal Prefetto di Reggio Calabria per accertare l’eventuale presenza di infiltrazioni o condizionamenti da parte della ‘ndrangheta. Tutti i cittadini meritano rispetto e devono essere tutelati dallo Stato, ancor più in un momento di difficoltà quale quello rappresentato dalla necessità di cure mediche».
Per questo il deputato di Fratelli d’Italia chiede al capo del Governo, dopo aver assunto precisi impegni, «quali iniziative urgenti intenda adottare per garantire ai cittadini della Locride il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività; quali risposte intenda dare il Presidente del Consiglio dei Ministri alla situazione vergognosa in cui versa l’ospedale di Locri e, in generale, tutta la sanità calabrese; se nel corso dell’accesso antimafia siano emerse infiltrazioni mafiose presso l’Asp di Reggio Calabria e se le stesse siano in qualche modo collegate con la pessima gestione dell’ospedale di Locri».
IL SINDACO SI RIVOLGE ALLA PROCURA Anche il sindaco di Locri Giovanni Calabrese ha evidenziato il caso con un post sulla propria pagina facebook, accompagnato dal video che vedete sopra. «Dopo circa 24 ore reparti ancora isolati – scrive –. La malcapitata signora, dopo quattro piani a piedi – portata “come una bella Madonnina”- raggiunge finalmente i reparti di Emergenza Coronarica e Cardiologia al quinto piano dell’Ospedale. Missione compiuta. Esprimo un sincero grazie al valoroso personale ospedaliero, del Pronto soccorso e del 118 che, con abnegazione e coraggio, prestano attività in vergognose e critiche condizioni. Nella qualità di Sindaco della Città di Locri e Autorità Sanitaria Locale – annuncia Calabrese – presenterò domani mattina (oggi, ndr), in nome e per conto di tutta l’amministrazione comunale, formale esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri, affinché vengano individuati e assicurati alla giustizia i responsabili materiali e morali del disastro sanitario che quotidianamente colpisce i cittadini della Locride. La signora di ieri sera poteva essere la mamma, la nonna, la sorella o la zia di ognuno di noi che viviamo nella Locride. Qualcuno non ha ancora capito che le disfunzioni dell’Ospedale riguardano tutti, nessuno escluso, senza differenza alcuna di razza, religione e ceto sociale. Tutti possiamo avere, all’improvviso, necessità di ricorrere a cure ospedaliere e quindi toccare con mano il problema di una sanità che non funziona o che non funziona per come dovrebbe. Noi non siamo disponibili a subire in silenzio. La denuncia e la protesta sono le nostre armi. Non ci fermeremo fin quando non avremo risposte certe, adeguate e, soprattutto, un ospedale funzionante».

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