COSENZA Aveva già superato gli ottanta anni di età il giorno del delitto di sua moglie il 29 giugno del 2014. A cinque anni di distanza Eugenio Barbieri è stato condannato a 12 anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. Per i giudici della corte d’Assise di Cosenza presieduta dal giudice Giovanni Garofalo, l’uomo è il responsabile della morte di Carmela Paffile. La donna perse la vita una calda sera d’estate di cinque anni fa. Per come emerso nel corso dell’istruttoria dibattimentale si trovava a casa sua in contrada Frassia nel comune di Bisignano quando ricevette in dosso i colpi fatali. I sanitari la ritrovarono riversa a terra, in una pozzanghera di sangue, in fin di vita e a nulla servì la disperata corsa in ospedale. Quello che all’inizio fu denunciato come incidente domestico, proprio dallo stesso marito, dopo approfondimenti giudiziari si rivelò un omicidio. Un delitto efferato con alle spalle una storia di maltrattamenti familiari per come raccontato dai testimoni nel corso delle udienze. Fu l’intuito dei carabinieri a non far archiviare il caso come semplice incidente domestico. Da subito, come ha raccontato il maresciallo della locale stazione Vincenzo Ricci nel corso della sua testimonianza, i militari si accorsero che quello che l’uomo aveva raccontato non poteva corrispondere alla realtà. La pozza di sangue nella quale fu ritrovata riversa la donna e le dinamiche dell’incidente portarono fin da subito ad iscrivere nel registro degli indagati Eugenio Barbieri, la procura ne ha chiesto 24 anni di reclusione, lui si è sempre dichiarato innocente. (mipr)
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