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«Gli edili calabresi rivendicano il lavoro»

di Bruno Marte*

Pubblicato il: 06/02/2019 – 9:31
«Gli edili calabresi rivendicano il lavoro»

Anche dalla Calabria, il prossimo 9 febbraio, partirà alla volta di Roma una foltissima delegazione di lavoratori, disoccupati, inoccupati, precari e molti altri che il lavoro lo stanno perdendo. Fra loro ci saranno anche lavoratori edili calabresi, che rivendicano il lavoro, gli investimenti in infrastrutture e non l’assistenza, come elemento di emancipazione economica e sociale.
La costruzione di infrastrutture importanti deve essere la base per il rilancio di importanti settori economici come il turismo, la logistica e i trasporti che, sfruttando la favorevole posizione geografica nel cuore del Mediterraneo, potrebbero fare della Calabria una importante cerniera di collegamento con il continente africano e indo-asiatico.
Le politiche assistenziali diventano utili solo se servono a dare uno strumento di sostegno momentaneo a chi si trova occasionalmente in difficoltà economica. Diventano inutili e dannose se utilizzate come posteggio sociale per evitare rivendicazioni sociali legittime, o peggio ancora, come raccolta di consenso elettorale.
L’obiettivo primario che un governo si deve porre è quello di come reinserire il cittadino che ha perso il lavoro nel ciclo produttivo. Per noi ciò può avvenire solo se si investono risorse importanti in tecnologie innovative ed infrastrutture utili al rilancio dei vari territori.
Secondo noi l’unica certezza di un domani dignitoso è quello di un lavoro affidabile e sicuro. Noi siamo a favore di politiche sociali includenti ed al servizio della collettività. Forse sarebbe stato opportuno pensare ad uno strumento di sostegno al reddito in grado di garantire una certa tranquillità dal punto di vista economico e uno strumento utile al servizio della collettività, ciò secondo noi non è avvenuto.
Gli interventi proposti non danno alcuna certezza sul cambiamento radicale che avrebbe dovuto esserci, per cui l’esasperazione e lo sconforto dei lavoratori calabresi sta prendendo piano piano il sopravvento.
Infatti, la notizia di qualche giorno fa che il Paese è in recessione, agita le menti, affiorano fragilità e paure di non farcela, paura di scivolare in un limbo sociale in cui l’individuo e le sue relazioni sociali non esisteranno più.
Aspettavamo che i progetti annunciati da anni diventassero cantieri, invece, i progetti sulle grandi opere infrastrutturali hanno generato inutili polemiche sulla opportunità della loro realizzazione. Queste le motivazioni per cui i lavoratori edili calabresi aderiscono a gran voce alla giornata di mobilitazione generale convocata da Cgil, Cisl e Uil, per un domani diverso e migliore, fatto di lavoro duro ma anche di tante soddisfazioni, in primis quello di far progredire la propria famiglia sia dal punto di vista economico che sociale, queste le ragioni dell’essere in piazza giorno 9 febbraio 2018.
*Segretario generale Feneal Uil Calabria

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