VIBO VALENTIA Sono accusati di essere stati gli esecutori materiali dell’omicidio i due giovani, Arcangelo D’Angelo, di 29 anni, e Saverio Ramondino, di 27, arrestati stamattina dalla squadra mobile di Vibo Valentia e dal Servizio centrale operativo della polizia di Stato nell’ambito delle indagini sull’omicidio, avvenuto il 15 dicembre del 2015, di Francesco Fiorillo, di 45 anni, vittima presumibilmente di una vendetta per le sue tendenze pedofile. I due arrestati, secondo quanto riferito dagli investigatori, hanno entrambi precedenti per spaccio di droga. Ramondino, tra l’altro, nel 2014, fu vittima di una gambizzazione.
Le indagini della polizia di Stato adesso proseguono, sotto le direttive della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, per identificare gli eventuali mandanti dell’omicidio di Fiorillo.
Per l’omicidio, nel marzo del 2018, era già stato arrestato Antonio Zuliani, di 26 anni. Con i due arresti di stamattina è stato completato il quadro delle responsabilità.
LA VENDETTA Secondo quanto è emerso dalle indagini, Fiorillo potrebbe essere stato assassinato perché avrebbe tentato di adescare uno o più minori legati a persone che avrebbero poi programmato la vendetta nei suoi confronti. I due arresti per l’omicidio di Fiorillo sono stati fatti in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Vibo Valentia su richiesta della Procura della Repubblica.
Francesco Fiorillo fu assassinato mentre rincasava dopo che aveva parcheggiato la propria automobile. Gli assassini, armati di pistole, lo attesero nascosti dietro un cespuglio. La morte dell’uomo, che era un venditore ambulante, fu istantanea. Antonio Zuliani fu identificato grazie al profilo genetico ricavato da un guanto in lattice trovato sul luogo dell’omicidio. Il suo arresto ha consentito l’avvio di ulteriori indagini da parte della polizia di Stato che hanno portato all’identificazione e all’arresto stamattina di due giovani accusati di essere stati suoi correi nell’omicidio. L’assassinio di Fiorillo e la scoperta delle tendenze pedofile della vittima fecero scattare, tra l’altro, un’indagine del commissariato di Vibo Valentia che portò alcuni mesi dopo all’operazione, denominata “Settimo cerchio”, che servì a stroncare un giro di pedofilia in cui fu coinvolto anche un sacerdote.
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GPS IN AUTO Si è rivelato fondamentale il gps installato sull’automobile di uno dei due arrestati per il buon esito dell’indagine che ha consentito di completare il quadro delle responsabilità legate all’omicidio.
Il gps era stato impiantato sulla vettura di uno dei due presunti assassini da una società di assicurazioni. Ed è stata proprio questa apparecchiatura che ha rivelato i movimenti effettuati dall’automobile del presunto omicida di Fiorillo che hanno consentito agli investigatori di inchiodarlo alle sue responsabilità.
Si è rivelato determinante l’apporto dell’unità delitti insoluti dello Sco, specializzata nelle indagini sui cosiddetti “Cold case” (casi freddi), per il buon esito dell’attività investigativa.
La sezione dello Sco che ha condotto le indagini, insieme alla mobile di Vibo, applica sui casi insoluti nuove tecniche investigative e in particolare quelle scientifiche. Importante si è rivelato, inoltre, l’apporto della polizia scientifica di Roma, per la ricostruzione tridimensionale della scena del crimine, e dei laboratori di polizia scientifica di Palermo e Reggio Calabria per gli accertamenti di natura balistica e di genetica forense.
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