Il ministro dell’Istruzione dovrebbe vergognarsi per le parole dette contro il Sud, contro i suoi lavoratori, i suoi studenti e tutti quelli che, ogni giorno, lottano per crearsi un futuro migliore.
Secondo Bussetti, il Sud non avrebbe bisogno di fondi per il suo sviluppo, bensì di più impegno, di più lavoro e di più sacrifici. Significa che, a parere di un ministro della Repubblica italiana, esiste una parte d’Italia che non produce, che tira a campare, che predilige l’assistenzialismo e che, in definitiva, è popolata da fannulloni attaccati alla mammella dello Stato.
Insomma, ci troviamo, nuovamente, di fronte alle forme di pregiudizio più stinte, quelle che puzzano di becera discriminazione ai danni dei “terroni”, dei meridionali furbi e spregiudicati. E magari, perché no?, anche un tantino mafiosi o, comunque, collusi con la criminalità organizzata.
Bussetti dovrebbe cercare di aprire i suoi ristretti orizzonti, e magari di studiare bene la storia del Meridione d’Italia, il suo presente e la sua grande e operosa comunità, composta a stragrande maggioranza di persone che, davvero, consacrano ogni giorno al sacrificio, al lavoro e all’impegno.
È inaccettabile che simili forme di discriminazione costituiscano le categorie di pensiero di un membro del governo che dovrebbe avere il compito di non fare differenze tra Nord e Sud, tra lombardi e calabresi, tra regioni ricche e regioni povere. Purtroppo, poche parole sono state sufficienti per farci capire come la pensa Bussetti, che, in altri casi e in altri tempi della nostra storia repubblicana, sarebbe stato costretto a dimettersi.
*Senatore
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