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«Il blitz delle Iene nella Locride è solo la punta dell'iceberg»

di Nicola Simone*

Pubblicato il: 13/02/2019 – 12:15
«Il blitz delle Iene nella Locride è solo la punta dell'iceberg»

Il blitz delle ultime ore da parte degli inviati de “Le Iene” nella zona della Locride, con un particolare approfondimento riservato alle criticità presenti nell’ospedale di Locri, rappresenta la punta dell’iceberg del dramma vissuto dai cittadini dell’intera area jonica per la disfatta dei servizi sanitari, determinata dall’inefficienza ed incapacità gestionale dei vertici dell’Asp reggina che si sono succeduti.
Manager, o pseudo-tali, impreparati al compito specifico a cui sono stati chiamati, assegnati dalla lobby della politica regionale di turno alla guida dell’Asp per il solo titolo dell’appartenenza, dirigenti lasciati alle direzioni sanitarie ospedaliere e delle strutture del territorio senza le più elementari cognizioni ed esperienze lavorative sull’organizzazione e gestione dei servizi sanitari, tutti carenti di specifici titoli professionali e di carriera, fin troppo spesso con il ricorso a mendaci dichiarazioni sul possesso degli stessi, hanno prodotto la disintegrazione della sanità reggina, al punto di non riuscire più a garantire ai cittadini neanche l’ultimo dei livelli essenziali di assistenza.
Spesa fuori controllo e caos totale dell’organizzazione sanitaria provinciale sono gli effetti devastanti che si presentano quotidianamente agli occhi di tutti, purtroppo anche agli organi di vigilanza e controllo, che assistono indifferenti.
Ancor più evidenti livelli di incapacità ed inadeguatezza gestionale vengono occultati e mantenuti con l’artifizio dello spostamento degli interessati da una area di interesse gestionale all’altra, da una Asp all’altra, nonostante l’incapacità palesata.
Non semplici divagazioni, ma esempi concreti riempiono corsie ed uffici da tempo. Vedasi il caso, ormai già noto alle cronache, della d.ssa Elisabetta Tripodi, ex direttore amministrativo dell’Asp di Reggio Calabria, che dopo lo scandalo “parentopoli” si è dimessa per essere poi “premiata” dalla politica regionale che l’ha prontamente nominata alla direzione amministrativa dell’Asp di Vibo Valentia con delibera n. 69 del 6 febbraio 2019. Per completezza di informazione, è bene sottolineare che la sopracitata dottoressa oltre ad essere protagonista della “parentopoli” era ed è priva dei requisiti di legge necessari per il conferimento dell’incarico, ovvero “svolgimento di qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa, con diretta responsabilità delle risorse umane tecniche o finanziarie, per un periodo di almeno cinque anni nell’ambito di enti e strutture sanitarie pubbliche o private di media o di grande dimensione.
Non di meno ricade in questo contesto la posizione dell’attuale direttore generale facente funzioni dell’Asp di Reggio Calabria, dott. Pasquale Mesiti, che sul falso presupposto di titoli di carriera ricopre illegittimamente un ruolo apicale e che proprio in questi giorni si è trovato a risponderne ai microfoni delle “Iene”.
Sarà anche un compito duro quello che spetta al neonominato commissario ad acta gen. Cottarelli, ma non è ammissibile che tali circostanze si ripetano con un commissariamento iniziato sotto i proclami di legalità e trasparenza.
I calabresi vogliono e si meritano una sanità giusta e soprattutto non desiderano più pagare i debiti lasciati da chi per incapacità o interesse ha lucrato sul sistema sanitario.
Il Sindacato rivolge, pertanto, un accorato appello affinché sia il gen. Cotticelli che il dott. Belcastro, nelle rispettive qualità e funzioni, provvedano ad azzerare gli incarichi illegittimamente conferiti al dr. Mesiti e alla d.ssa Tripodi, prima che vada in onda l’ennesimo servizio di denuncia in cui la Calabria continui ad essere dipinta quale terra di corruzione e malaffare.

*Segretario territoriale Uil Fpl Reggio Calabria

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