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Azienda unica di Catanzaro, lo sprint bipartisan “benedetto” da Cotticelli

Via libera in commissione Sanità alla proposta di legge di unificazione dell’Azienda universitaria con l’Azienda ospedaliera di Catanzaro. Mirabello: «È un momento epocale». Cotticelli: «Mi adopere…

Pubblicato il: 14/02/2019 – 18:09
Azienda unica di Catanzaro, lo sprint bipartisan “benedetto” da Cotticelli

CATANZARO Tutto liscio e tutti d’accordo, in modo persino sospetto. La proposta di legge per la nascita dell’azienda unica di Catanzaro frutto dell’integrazione dell’azienda ospedaliera “Pugliese” e il policlinico universitario “Mater Domini” passa tranquillamente in terza commissione e adesso veleggia verso il consiglio regionale per l’ok definitivo, che potrebbe avvenire già nella prima seduta utile di marzo. Decisivo per lo sprint finale, inatteso e imprevisto viste le tante “resistenze” del passato (non del tutto vinte, per la verità…), l’intesa bipartisan raggiunta già da tempo tra consiglieri di centrosinistra, compreso il governatore Mario Oliverio attraverso il suo delegato Franco Pacenza, di centrodestra e di centro, e il sostanziale via libera – una sorta di “visto, si stampi” – del commissario Saverio Cotticelli, in questo in perfetta linea di continuità con il suo predecessore Massimo Scura. Chi ha partecipato alla seduta della terza commissione consiliare infatti ha riferito di lavori dall’andamento molto spedito e da un esito – l’approvazione del testo a firma Michele Mirabello, Enzo Ciconte, Baldo Esposito, Claudio Parente, Tonino Scalzo e Mimmo Tallini, che ha “prevalso” sulla proposta Bova – scontato, al punto che i primi commenti trionfalistici sono usciti sotto forma di comunicato già prima della fine della riunione. Allo sprint finale ha contribuito sicuramente l’atteggiamento di Cotticelli, che in “Terza” si sarebbe soffermato più sulle linee generali del suo mandato in Calabria, limitandosi a definire fondamentale l’accelerazione sulla proposta di integrazione delle aziende di Catanzaro: del resto, la sua posizione era già implicita nel 15esimo dei 24 punti che il governo gialloverde gli ha assegnato, la definizione del protocollo di intesa tra Regione e Università del capoluogo, su cui dovrà poggiare l’integrazione. A quanto si è appreso, sul piano tecnico l’esame della proposta di legge regionale si è snodato senza alcun intoppo, a parte un aspetto marginale, relativo all’inventariazione dei beni del “Pugliese” e della “Mater Domini” che sarà al centro di un emendamento che sarà portato in discussione direttamente in Consiglio: in terza commissione, anche per una questione tempistica, il testo è stato approvato senza alcuna modifica, con tutte le sue previsioni, compresa quella che inserisce nel “pacchetto” dell’integrazione anche la sanità di Lamezia Terme, a cui tiene particolarmente Scalzo.
Il grosso, insomma, è stato fatto, ma non per questo la partita è chiusa, perché sottotraccia, nelle pieghe dei commenti generalmente trionfalistici, serpeggia qualche preoccupazione, legata alla formula dell’integrazione. Tecnicismi, sicuramente, ma tali da non far dormire sonni totalmente tranquilli: nella proposta varata dalla “Terza” infatti si parla di ospedale “Pugliese” che si integra “con” il “Mater Domini”, ed è su questo “con” che c’è qualche dubbio giuridico, perché – avverte più di un esperto – questa formula potrebbe configurare la creazione ex novo di un’azienda ospedaliera-universitaria, che richiederebbe pareri ministeriali e un decreto governativo di suggello e potenzialmente è pure soggetta a impugnazioni. E poi non mancano anche perplessità politiche, perché non è un mistero che il Movimento 5 Stelle non tifi nemmeno un po’ per l’integrazione. Nei giorni scorsi, in una nota di replica al sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, i parlamentari pentastellati catanzaresi Bianca Laura Granato e Paolo Parentela hanno ricordato che «sull’integrazione tra il policlinico universitario e l’ospedale pubblico di Catanzaro non siamo contrari in assoluto, vogliamo soltanto che in proposito ci sia un’attenta verifica di tipo legislativo, organizzativo e di bilancio, perché il policlinico Mater Domini non fagociti l’ospedale Pugliese-Ciaccio.
Oltretutto, già la relazione conclusiva della commissione ministeriale Serra-Riccio – hanno ricordato Granato e Parentela – riferiva di uno sbilanciamento di risorse regionali a favore del Mater Domini, che peraltro dall’anno 2012 riceve maggiori sostanze dalla Regione al di fuori di quanto consentito dalla legge, in totale per una sessantina di milioni». L’ok all’integrazione da parte del commissario Cotticelli basterà a convincere i grillini a non mettersi di traverso?

Antonio Cantisani
redazione@corrierecal.it

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