CATANZARO Potenziare il servizio idrico integrato in Calabria attraverso investimenti imponenti, dell’ordine di oltre un miliardo, e attraverso il definitivo rilancio della Sorical una volta “cacciato” il socio privato. Su queste linee si è sviluppata la conferenza stampa a cui hanno partecipato il commissario Gigi Incarnato per Sorical, il dg Mimmo Pallaria per la Regione e il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, in qualità di presidente pro-tempore dell’Autorità Idrica della Calabria. Un confronto “senza rete” e a tratti anche molto serrato, dal quale comunque sono emersi più elementi univoci: l’acqua in Calabria, anche sotto il profilo gestionale, è un grave ammalato ma può guarire e diventare una grande risorsa infrastrutturale; la chiarezza sul futuro della Sorical, che, al netto delle tante criticità e di una liquidazione difficoltosa, ha comunque un “know-how” quasi insostituibile soprattutto se diventa totalmente pubblica come è possibile che avvenga tra poco più di un mese; la necessità di mettere in campo un autentico “Piano Marshall” per creare un vero ed efficiente servizio idrico integrato.
IL QUADRO DEL SETTORE La premessa da cui parte ogni riflessione, nella conferenza stampa moderata dal giornalista Adriano Mollo, è quella fornita dai numeri, dietro i quali non si nascondono le criticità e le anomalie del sistema idrico calabrese: la scarsa conoscenza delle reti, l’elevatissimo livello di perdite reali o apparenti (anche superiori al 50%), la scarsa tecnologia e innovazione, l’inadeguatezza della tariffa, i ritardi di fatturazione, i pochi investimenti e la perdurante conflittualità tra il gestore all’ingrosso e i sub gestori, cioè i Comuni. Il bilancio economico del servizio idrico integrato, al momento, parla di accertamenti pari a 156 milioni (del volume erogato ai serbatoi solo il 20% arriva a fatturazione e riscossione), er di una riscossione pari a 82 milioni, con una morosità del 47%. È evidente che così non va, per quanto fino al 2012 si siano investiti 256 milioni e, dal 2015, Regione e Sorical hanno realizzato un piano di investimenti per 75 milioni.
IL RUOLO DELLA REGIONE Molto ruota attorno al futuro dell’Autorità Idrica della Calabria, l’Aic, ente di governo del settore ma ancora sostanzialmente al palo. Pallaria non nega che sul punto «c’è un ritardo, perché dovevamo fare l’affidamento addirittura nel settembre 2015. Nel febbraio 2016, con un mio decreto, la Regione ha dato indirizzi precisi al soggetto di governo, l’Autorità Idrica della Calabria, e quindi ai sindaci e ai Comuni che la compongono. E sarebbe opportuno che ora l’Aic si indirizzasse verso una gestione unica. Nel momento in cui è operativa, l’Aic può scegliere una di queste tre strade: o una società mista o una concessione a terzi o una società completamente pubblica. In quel decreto – ricorda il dg della Presidenza della Regione – ho auspicato una gestione in house perché nessun privato verrebbe mai a investire in Calabria e le società miste hanno il fiato corto. Se si riesce a portare in questo binario una società come la Sorical per me è auspicabile, ma questo affidamento compete esclusivamente all’Aic, quindi ai Comuni, non alla Regione». Pallaria poi annuncia: «Il percorso che stiamo cerando di perseguire è questo: la Sorical – rileva il dg della Presidenza della Regione – è una società mista, il socio privato ha manifestato l’intenzione di uscire dalla Spa, e ora abbiamo trovato una soluzione e probabilmente entro fine marzo il socio privato uscirà, la Sorical diventerà totalmente pubblica, le quote del privato dovranno essere cedute ai Comuni che adesso dovranno avere un ruolo da protagonisti, da affidatari del servizio». Questa è «l’unica soluzione», sostiene Pallaria, che invita Abramo e l’Aic a «nominare al più presto il management dell’Autorità Idrica calabrese» confermando di «avere dal governatore Oliverio l’input ad andare avanti».
PAROLA AD ABRAMO Al solito pragmatico al massimo, Abramo va subito al dunque infilando una direzione piuttosto diversa: «La Calabria – esordisce – ha fallito negli ultimi 20 anni, hanno fallito la Giunta di centrodestra e la Giunta di centrosinistra. La Sorical è l’unica società a cui potremmo affidare il sistema idrico integrato, ma se non si mettono soldi per fare un piano industriale non andiamo da nessuna parte, perché la Sorical è una società in liquidazione. L’Aic oggi è completamente ferma perché non abbiamo il piano industriale e non sappiamo chi scegliere come gestore del sistema idrico integrato, non avendo la possibilità di un finanziamento da parte della Regione per far partire un piano industriale. La verità è che non c’è un input politico: li mettiamo o no i soldi? Oggi – spiega il sindaco di Catanzaro e presidente pro tempore dell’Aic – occorre un investimento da oltre un miliardo. Oggi, con la tariffa, con la differenza tra i costi di gestione e quello che Sorical incasserebbe se fatturasse direttamente ai cittadini non copriremmo le rate di mutuo di un investimento così grosso». Anche in replica a Pallaria, Abramo poi aggiunge: «Come Aic possiamo anche nominare un direttore generale e gli altri organi, ma senza investimenti dove andiamo? Una volta per tutte vogliamo capire se la Regione vuole investire seriamente, considerando che ci sono anche i fondi europei: farei un unico investimento su Sorical, pagandone una parte con la tariffa e un’altra con fondi regionali. Sono anni – rammenta il presidente Aic e sindaco di Catanzaro – che parliamo di queste cose, di un sistema semplicissimo che in Calabria non capisco perché non si riesce a fare». Ma Abramo ne ha anche per i Comuni che – dice – «stanno contribuendo a far saltare il sistema: avevo consigliato ai sindaci di non approvare lo Statuto dell’Aic perché bisognava avere prima chiarezza sui fondi e invece molti hanno firmato per motivi politici, e poi molti Comuni continuano a spendere per le feste ma a non pagare l’acqua, anche questo danneggia Sorical».
I PROGETTI DI INCARNATO A fare da sintesi è il commissario di Sorical, Gigi Incarnato, che è piuttosto esplicito. «Dobbiamo renderci conto che bisogna cambiare passo, altrimenti rischiamo il default», spiega Incarnato secondo cui «a marzo dobbiamo cacciare i privati, poi la Regione, la politica, l’Autorità idrica possono anche decidere di gettare a mare la Sorical ma si deve fare chiarezza, perché se il sistema resta così il collasso è prossimo: Sorical non ce la fa più e i Comuni non ce la fanno più». Secondo Incarnato «se la Regione rinunciasse a questa società, a un progetto industriale con importanti investimenti, e a mio avviso per la Calabria servirebbe un progetto industriale di almeno 1,5 miliardi in 10 anni, farebbe un grande errore. Non vorrei che prevalga la solita logica del rinvio: da domani – aggiunge il commissario Sorical – voglio avviare un tavolo sociale coinvolgendo sindacati, Confindustria, associazioni e sindaci, affinché ci sia una condivisione generale».
Antonio Cantisani
redazione@corrierecal.it
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