MILANO «Pioltello è zona vostra». È l’espressione che, secondo il gup di Milano Guido Salvini, è «assai indicativa» e riassume meglio il «predominio» e la capacità di intimidazione degli appartenenti alla famiglia Manno. Lo si legge nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 6 dicembre, il giudice ha condannato 9 imputati a pene fino a 9 anni e mezzo per la bomba esplosa, il 10 ottobre 2017, davanti alla casa di un operaio ecuadoriano in via Dante a Pioltello, hinterland milanese, per un prestito a tassi d’usura non restituito.
La pena più alta è stata inflitta a Roberto Manno, figlio del presunto boss della ‘ndrangheta Francesco Manno. Per Roberto Manno e suo cugino Manuel Manno (condannato a 6 anni e 4 mesi), in particolare, il giudice ha riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso. L’espressione «Pioltello è zona vostra», che il gup ha definito «spontanea e quasi ammirata», fu rivolta dal «gregario» Mario Signorelli (condannato a 2 anni e mezzo) a Filippo Manno (3 anni e 2 mesi), il 13 novembre 2017 proprio riferendosi all’attentato, avvenuto circa un mese prima.
Il giudice ritiene che l’attentato fu una reazione che ha avuto «una funzione per così dire “didascalica”, “educativa” e di prestigio sul territorio in quanto esprime l’autorità dei componenti del gruppo, in senso ampio, di cui ogni agente fa parte, un’autorità che deve essere ben percepita non solo dalla vittima, ma da tutti affinché non si permettano di ripetere simili comportamenti». Per Salvini, «quella che deve essere riparata non è solo l’aspettativa economica ma l'”affronto” portato a persone anche molto giovani ma che, per la loro appartenenza familiare, dovevano essere rispettate».
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