CATANZARO “Andrea”, come molte cose belle della storia della band “Lo Stato sociale” è nato in modo casuale e inaspettato dall’incontro tra Bebo e Luca Genovese. Solo che i due amici, al Caffè delle Arti Centro Polivalente di Catanzaro, per chiacchierare con Emiliano Lamanna della graphic novel edita da Feltrinelli Comics, non ci arrivano assieme: Bebo, al secondo Alberto Guidetti, ha avuto qualche problema con Alitalia. Poco importa, l’attenzione dei presenti è calamitata dal racconto di Luca Genovese – docente alla Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia e componente della band Lo Stato Sociale – che disegna con le parole, sostenuto da Lamanna, una storia che si sviluppa nella estrema periferia di Bologna, in un bar – il Bar123 – centro della vita di Andrea. È di sua proprietà, anzi di suo padre, ma ormai lo gestisce in autonomia. I ritmi del bar scandiscono la routine di Andrea, ogni giorno decine di persone entrano ed escono dalla porta d’ingresso portandosi dietro le loro storie, pronte a spiattellarle sul bancone e a far valere la propria opinione su quella degli altri. Il Bar123 è la finestra sull’Italia di Andrea, un’Italia in cui Andrea non si ritrova, in cui non riesce a ritagliarsi un ruolo, un’Italia i cui nuovi valori sociali lo spingono alla fuga. Ma sarà il suo passato a impedirgli di scappare, a raggiungerlo e travolgerlo, trascinandolo in una spirale di follia. «Siamo sempre stati affascinati dal mondo del fumetto perché è una modalità espressiva che ci appartiene da quando eravamo piccoli molti di noi hanno iniziato a leggere grazie ai fumetti”, dicono i due e Bebo ammette di essere stato affascinato da Andrea Pazienza, sebbene l’abbia incrociato “in età avanzata”. “Quando ci si è presentata questa occasione l’abbiamo colta al volo, fare cose nuove è una delle nostre attività preferite – spiegano ancora –. Negli anni abbiamo scoperto che il fumetto può dare spazio a grandissime narrazioni: ci sono esempi fulgidi di come sia riuscito a raccontare storie che poi sono entrate con forza nell’immaginario popolare. Quella di Andrea è una storia legata alla ricerca della felicità, è la storia di chi per anni è stato prigioniero dei propri incubi e fallimenti e che solo nel momento in cui perde tutto riesce definitivamente a liberarsi». «Questa graphic novel è nata in modo casuale e inaspettato – ha esordito Bebo –. Siamo sempre stati affascinati dal mondo del fumetto perché è una modalità espressiva che ci appartiene da quando eravamo piccoli. Quella di Andrea è una storia legata alla ricerca della felicità, di chi per anni è stato prigioniero dei propri incubi e fallimenti e che solo nel momento in cui perde tutto riesce definitivamente a liberarsi». Quello che colpisce gli autori è un «indurimento della società, la mancanza di accoglienza», certo è che «raccontare la vita è sempre la cosa più complicata, ma nello stesso tempo affascinante».
La magia del fumetto non poteva che coinvolgere prima di tutto i ragazzi che nel pomeriggio avevano incontrato Genovese. In particolare sono stati gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e del liceo scientifico “Siciliani” ad essere protagonisti di un appuntamento dedicato al linguaggio della grafica e dell’illustrazione associato al mondo del libro, rientrante nelle iniziative collaterali previste dal progetto “Collezioni Digitali”. Centro di documentazione per le arti visive e contemporanee”, promosso dall’Accademia e finanziato dalla Regione Calabria, che prevede un’azione mirata al riordino, valorizzazione e messa in rete del patrimonio della Biblioteca di Arti Visive e dello Spettacolo dell’istituto stesso. Grande l’interesse suscitato da Genovese che ha raccontato il suo lavoro: «Non ci sono istruzioni per l’uso, sennò sarebbe troppo semplice. Tre sono le qualità essenziali, puntualità, simpatia e qualità. Un consiglio per i ragazzi? Mettetevi continuamente alla prova per capire la vostra strada».
m. r. g.
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