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Mugugni nella sanità privata per i fondi al Marrelli hospital

Primo nodo per la struttura commissariale: l’assegnazione dei fondi per la Radioterapia oncologica. Aiop e Confindustria sul piede di guerra

Pubblicato il: 18/02/2019 – 16:45
Mugugni nella sanità privata per i fondi al Marrelli hospital

LAMEZIA TERME C’è una tensione palpabile (tanto per cambiare) nella sanità privata calabrese. Riguarda i budget e i criteri adottati per assegnare l’accreditamento per la Radioterapia oncologica al Marrelli hospital. Storia vecchia – il decreto è stato firmato dall’ex commissario al Piano di rientro Massimo Scursa – che ritorna di prepotente attualità quando si va profilando l’assegnazione dei budget. Che non sono ancora ufficiali: una bozza di ripartizione, tuttavia, sarebbe filtrata dalle stanze della sanità provocando l’irritazione dell’Aiop e di Confindustria, già sul piede di guerra. Quanto siano concreti i propositi bellicosi lo chiarirà una riunione in programma martedì a Lamezia Terme: il nodo della questione è rappresentato dai fondi che, per decreto, potrebbero essere destinati alla struttura del Crotonese (e sottratti alle altre). Si parla, ma sono soltanto boatos, di un milione e mezzo di euro: troppi per non rischiare di provocare una “rivolta”.
Rivolta che, nell’analisi degli scontenti, si fonda sui numeri e su un atto, il Decreto ministeriale 70 del 2015. Il documento prevede che ci sia, in Calabria, un centro di Radioterapia oncologica ogni 900mila abitanti (come accade per la Cardiochirurgia, che infatti a Cosenza è assente). In regione ne basterebbero due, e invece la lotta al cancro può già contare su 3 centri (negli ospedali di Cosenza, Catanzaro e Reggio). Di più: il settore pubblico si è dotato di 7 macchine, acquistate di recente al costo di 14 milioni di euro. Tre macchine si trovano al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro (e dovrebbero servire anche Vibo, Lamezia e Crotone), due all’Annunziata di Cosenza e due al Riuniti di Reggio. Da quando la Radioterapia oncologica è stata accreditata anche a Crotone i centri sono quattro. Il via libera di Scura è arrivato con il decreto numero 104 del 10 maggio 2018, dopo un lungo braccio di ferro con la proprietà. L’oggetto del decreto («autorizzazione sanitaria all’esercizio provvisorio per l’erogazione di prestazioni di radioterapia»), dava il placet alla casa di cura privata per l’erogazione delle prestazioni di radioterapia. Un primo passo verso il vero e proprio accreditamento con l’Asp e l’inclusione nella ripartizione del budget. Il secondo step è arrivato a novembre, con la nuova firma di Scura e l’inserimento nel sistema sanitario regionale. Adesso, dopo l’insediamento dei commissari Saverio Cotticelli e Thomas Schael (che conosce bene il Crotonese, avendone già gestito la sanità nell’era Loiero come dg dell’Asp), il passaggio finale: l’erogazione del budget alla struttura, nonostante il recente (come abbiamo visto) potenziamento della Radioterapia pubblica con l’acquisto di nuovi macchinari. E con il rischio che la torta dei fondi si restringa altrove (ad esempio per le strutture che si occupano della lungodegenza). Inevitabile che nascano dei malumori: se diventeranno qualcosa in più lo si capirà presto.

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