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Ex Legnochimica, confermato il non luogo a procedere per Manna

La Corte d’appello di Catanzaro ribadisce il pronunciamento di primo grado per il sindaco di Rende e per il dirigente Azzato. Assolto l’ex assessore D’Ippolito. I periti hanno accertato che nell’ar…

Pubblicato il: 19/02/2019 – 18:22
Ex Legnochimica, confermato il non luogo a procedere per Manna

CATANZARO La Corte d’appello di Catanzaro ha confermato il pronunciamento di primo grado nei confronti del sindaco di Rende Marcello Manna, per il dirigente dell’Ufficio Tecnico comunale settore Ambiente, Francesco Azzato e per l’ex assessore all’Ambiente del Comune di Rende, Francesco D’Ippolito. Tutti e tre erano accusati di di omessa bonifica e disastro ambientale nell’ambito di un’indagine condotta dalla Procura di Cosenza sull’inquinamento provocato dagli impianti dell’ex Legnochimica, azienda che si trovava nell’area industriale di Rende e che presenta, secondo le perizie svolte negli anni, acque sotterranee fortemente contaminate dalla presenza di sostanze quali alluminio, manganese, ferro, cromo, nichel, arsenico e piombo. In primo grado il gup di Cosenza, Piero Santese, aveva emesso una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Manna e di Azzato e una sentenza di assoluzione, in rito abbreviato, nei confronti di D’Ippolito.
A luglio scorso il procuratore aggiunto di Cosenza, Marisa Manzini, aveva fatto ricorso in Appello nei confronti degli imputati chiedendo il rinvio a giudizio per Manna e Azzato e la condanna per D’Ippolito. Condanna a 2 anni e 8 mesi chiesta anche dal pg in secondo grado.
Martedì i giudici della Corte d’appello hanno confermato il non luogo a procedere per il sindaco di Rende e per il dirigente dell’Ufficio Tecnico comunale settore Ambiente e l’assoluzione per l’ex assessore all’Ambiente.
In primo grado è stato rinviato a giudizio il liquidatore della Legnochimica, Pasquale Bilotta che dovrà rispondere, unico responsabile, dell’accusa di disastro ambientale causato dalla mancata bonifica dei luoghi. Secondo l’accusa presentata dalla Procura di Cosenza il sindaco e il suo dirigente comunale sarebbero venuti meno al loro dovere, secondo la Procura, quando – consci dell’inerzia del liquidatore Bilotta – non vi si sarebbero sostituiti riportando quindi l’intera area in uno stato salubre. Una tesi che non ha trovato sponda nei giudici di primo e secondo grado. Nel collegio difensivo gli avvocati Gianluca Acciardi, Gianluca Garritano, Nicola Carratelli, Michele Franzese.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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