COSENZA Più di cinquanta nuclei familiari, una sola paura: quella di non avere più un posto da chiamare casa. È la sorte che accomuna chi vive nello stabile Aterp di via Savoia e nell’Hotel Centrale, entrambi occupati dagli attivisti di Prendocasa, che ha voluto riportare al centro del dibatto politico cittadino l’emergenza abitativa dopo mesi di attesa forti degli accordi presi con palazzo dei Bruzi.
LA RIUNIONE DI OTTOBRE Un lungo nastro da riavvolgere. La manifestazione degli occupanti prima davanti alla Prefettura di Cosenza, poi alle porte del municipio cittadino e infine nel cantiere del “Parco del Benessere” lungo viale Giacomo Mancini, ha una genesi: la lunga giornata di occupazione sui tetti dell’ex Jolly Hotel (qui la notizia ). La struttura (ora completamente demolita, ndr), all’epoca semplicemente sventrata ed al centro di un contezioso davanti al Tar tra comune di Cosenza, Aterp e Regione per Prendocasa, era l’emblema della speculazione edilizia della città. Dalla giornata di mobilitazione gli occupanti ottennero la possibilità di partecipare ad un tavolo tecnico in prefettura: capofila il prefetto Paola Galeone, a seguire Mario Occhiuto e il suo capo di gabinetto Antonio Molinari i due dirigenti comunali Francesco Converso e Giuseppe Nardi e poi l’assessore regionale alle infrastrutture Roberto Musmanno. L’obiettivo? Evitare gli sgomberi. La soluzione? Una manifestazione di interesse da pubblicare nella speranza di trovare nuovi alloggi da destinare a chi vive da occupante.
FUMATA NERA «Sono cinque mesi che attendiamo la soluzione proposta dall’amministrazione comunale – spiega Giuseppe Bornino di Prendocasa –. Il Comune si era impegnato nell’avviare un’attività di ricerca per trovare stabili da destinare alle famiglie che si trovano a vivere negli stabili occupati. Non possiamo che constatare che questo lavoro si è rivelato fallimentare per la negligenza dei dirigenti. Dall’incontro-lampo che abbiamo avuto con la prefettura abbiamo ricevuto l’invito a continuare a parlare con il Comune per scongiurare gli sgomberi». Sono settimane che gli incontri tra il prefetto ed il primo cittadino vanno avanti: tra gli argomenti, anche quello dell’emergenza abitativa. «Abbiamo dato la nostra massima disponibilità alla soluzione che ci era stata offerta nel mese di ottobre dicono gli attivisti riuniti nel sit-in –. Abbiamo fatto i censimenti, sistemato la posizione degli occupanti con gli assistenti sociali, non possiamo abbassare la guardia e ritrovarci sgomberati».
EMERGENZA ABITATIVA E LEGGE REGIONALE Sono due i fronti: regionale e comunale. L’impegno per l’emergenza abitativa a Cosenza è di 700mila euro annui. Un sussidio che dà una boccata d’ossigeno a più di 2mila famiglie. «Con questi numeri il problema per sistemare le persone che vivono nelle strutture occupate non è di natura economica», sostengono gli attivisti di Prendocasa, «il problema è l’impegno nel trovare le case». Intanto nel prossimo consiglio regionale dovrebbe essere discussa ed approvata la legge sull’autorecupero proposta proprio dal comitato e realizzata con la collaborazione dell’assessorato alle Infrastrutture di Roberto Musmanno. Delicata la questione dell’Hotel Centrale che viene tenuta sotto controllo anche dal ministero dell’Interno. La struttura alberghiera, infatti, era di proprietà della famiglia Barile e a oggi l’amministratore giudiziario avrebbe il compito della vendita dell’hotel per poter ricavare i soldi da destinare ai creditori. Il rischio concreto è che l’amministratore possa ricorrere alla giustizia citando in giudizio proprio il ministero guidato da Matteo Salvini per non aver disposto l’immediato sgombero dell’Hotel Centrale arrecando quindi un danno ai creditori ancora a bocca asciutta vista l’impossibilità della messa in vendita.
Michele Presta
m.presta@corrierecal.it
https://youtu.be/6xkUVhJP8Y4
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