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I clan sull’eolico, chiesto il processo per “Luni Scarpuni”

Avrà inizio il prossimo 28 marzo l’udienza preliminare a carico di nove persone tra le quali i boss Rocco Anello e Pantaleone Mancuso

Pubblicato il: 20/02/2019 – 21:33
I clan sull’eolico, chiesto il processo per “Luni Scarpuni”

CATANZARO L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 28 marzo, in aula bunker a Catanzaro. Sul banco degli imputati, in attesa di sapere se dovranno affrontare il processo ci sono Rocco Anello di Filadelfia; Riccardo Di Palma, di Benevento; Giuseppe Errico, di Cutro; Mario Fuoco, di Crotone; Giavanni Giardino, di Maida; Romeo Ielapi, di Filadelfia; Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni” di Limbadi; Giovanni Trapasso, di Cutro; Mario Scognamiglio, di Napoli. Sono tutti imputati nel procedimento nato da un’indagine della Dda di Reggio Calabria, guidata da Giovanni Bombardieri, denominata “Via col vento” che ha messo in luce l’ingerenza delle cosche nell’eolico. Per competenza territoriale, essendo coinvolte persone appartenenti a diverse province calabresi, i fascicoli con le posizioni degli indagati sono state inviate ai tribunali competenti. Il fascicolo con le posizioni della cellula catanzarese è quindi passato nelle mani del sostituto procuratore Antonio De Bernardo, oggi alla Dda di Catanzaro, che aveva seguito l’inchiesta dai suoi esordi, quando era pm a Reggio Calabria.

L’INCHIESTA I carabinieri hanno dato inizio all’inchiesta nel 2012. Secondo quanto emerso, in quattro province su cinque – Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia – i clan Paviglianiti di San Lorenzo, nel reggino, Mancuso di Limbadi e Anello di Filadelfia, entrambi nel Vibonese, e Trapasso di Cutro, nel Crotonese, avrebbero di fatto gestito la costruzione dei parchi eolici. Un’ingerenza resa possibile grazie alla connivenza di amministratori e imprenditori.
Ogni settore legato all’eolico – sostiene l’accusa – era controllato dai clan: dagli hotel al trasporto materiali, dal montaggio delle turbine alla costruzione di strade, dalle forniture alla vigilanza sui cantieri. Quando non poteva gestire gli affari direttamente, la criminalità guadagnava subappalti. Senza contare le estorsioni imposte attraverso il sistema delle sovrafatturazioni e dei pagamenti di indennità. E i colossi dell’energia si piegavano. Nel collegio difensivo gli avvocati Sergio Rotundo, Salvatore Iannone, Antonio Larussa, Francesco Calabrese, Pietro Pitari, Luigi Falcone.

ale. tru.

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