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La Cdc: «Amministrazioni calabresi non denunciano e non collaborano» – VIDEO

Il procuratore della Corte dei conti Scerbo lancia l’allarme: «Gli organi di vertice regionali non rispettano gli obblighi né le sentenze». Illecita gestione dei fondi comunitari nell’Asp di Catanz…

Pubblicato il: 22/02/2019 – 10:40
La Cdc: «Amministrazioni calabresi non denunciano e non collaborano» – VIDEO

https://youtu.be/ja45Q9BdTmQ
CATANZARO «La Procura riceve quotidianamente tantissime denunce da parte di privati cittadini ovvero di forze politiche dell’opposizione ma sono numericamente poche quelle che provengono dagli organi di vertice o di controllo delle amministrazioni danneggiate sulle quali incombe anche lo specifico obbligo di porre in essere tutte le iniziative necessarie a evitare l’aggravamento del danno intervenendo ove possibile in via di autotutela o comunque adottando gli atti amministrativi necessari per evitare la continuazione dell’illecito e a determinarne la cessazione». È quanto afferma, nella propria relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il Procuratore capo della Corte dei conti Calabria Rossella Scerbo.
«Il fenomeno è grave – prosegue la relazione – e suscita preoccupazione perché è espressione di un atteggiamento complessivo che si manifesta anche attraverso la scarsa collaborazione a fronte di richieste istruttorie e a una non adeguata sollecitudine nell’esecuzione delle sentenze di condanna e, come intuibile, va a intralciare l’attività istruttoria nella misura in cui non favorisce una completa ricostruzione dei fatti», prosegue la relazione.
L’invito della Procura della Corte dei conti è quello di far capire agli amministratori onesti che «l’azione della Procura, che non è solo repressiva ma anche di deterrenza, viene svolta anche nel loro interesse». Non scarseggiano solo le denunce da parte delle amministrazioni ma anche da parte dei revisori dei conti, «il che tanto più meraviglia – scrive la Scerbo – ove si tenga conto che la nostra regione vanta un numero di elevatissimo di Comuni che sono in dissesto o che hanno dovuto fare ricorso alle procedure di riequilibrio, situazioni queste che  sono foriere di danno erariale per esempio nei casi ricorrenti di debiti fuori bilancio».
Scarsa collaborazione anche da parte delle Aziende sanitarie provinciali. «Nessuna delle Asp e delle Aziende ospedaliere della regione – scrive il procuratore – ha depositato i conti giudiziali, né hanno fornito alla sezione giurisdizionale che detiene l’anagrafe degli agenti contabili e alla Procura i nominativi degli agenti contabili e l’indicazione dell’oggetto delle gestioni». Un comportamento, non limitato solo alle Asp ma a diffuso negli enti locali, nei confronti del quale la Procura assumerà le iniziative del caso.
ILLECITA GESTIONE ASP CATANZARO Il danno ammonta a 287.455,14 euro. Questi fondi – emerge dalla relazione della Procura – dovevano fare parte di un progetto finanziato con fondi comunitari e destinato all’Asp di Catanzaro. Progetto che «sostanzialmente si è concretato nella spartizione delle risorse tra i dirigenti medici e i dipendenti, senza l’effettivo espletamento delle attività previste».
I FONDI PUBBLICI Anche le citazioni per le frodi nell’utilizzo di fondi pubblici sono numerose come ha ricordato anche il presidente della Corte dei conti Calabria Rita Loreto: «Nel 2018 le condotte illecite riferite a indebite percezioni di contributi e finanziamenti statali, regioni e comunitari hanno portato all’apertura di 31 giudizi, di cui 27 definiti con sentenze di condanna, due assoluzioni e due pronunce di rito». La condotta illecita più ricorrente è quella della distrazione di contributi comunitari o regionali destinati ad assumere «lavoratori cosiddetti “svantaggiati”, con l’impegno, da parte del beneficiario del contributo, di mantenere costante il numero per almeno un triennio e di provvedere alla loro formazione una volta assunti».
Frequenti anche le truffe all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura «realizzate nella maggior parte dei casi attraverso la presentazione di domande di contributo non veritiere, nelle quali gli agricoltori beneficiari hanno dichiarato come appartenenti alla propria azienda terreni sui quali, in realtà, non avevano alcuni titolo reale di disponibilità o godimento».
La Procura della Corte dei conti segnala inoltre che sono «numerose le citazioni riconducibili al filone delle frodi nell’utilizzazione di contributi pubblici: i numerosi atti di citazioni sono relativi a “fondi comunitari” ma anche nazionali. In questo ambito si segnalano per il rilevante ammontare del danno due citazioni: una per 5.456.864,37 euro in cui si è contestata la simulazione del programma di ricerca e sviluppo precompetitivo e la mancata attuazione del processo di industrializzazione (euro 5.456.864,37); una seconda per la mancata realizzazione di un investimento produttivo da parte di due società (danno euro 4.473.767,70+euro 2.652.409,80)».

ENTI IN HOUSE E RIMBORSI Altri due temi importanti sono le società in house della Regione e i rimborsi delle spese sostenute dai gruppi consiliari. Due le sentenze significative: il 19 dicembre 2018 la Sezione della Corte dei conti ha condannato, in favore della Regione Calabria, il presidente protempore di una società per azioni integralmente partecipata dalla Regione, e i componenti del consiglio di amministrazione, a pagare un risarcimento di 1.558.081,14 euro per avere distratto fondi in operazioni di investimento in strumenti finanziari a medio e alto rischio. Sempre nel 2018, con tre distinte sentenze, la Corte dei conti ha condannato alcuni presidenti di gruppi consiliari e consiglieri regionali «per il danno collegato ai rimborsi di spese a valere sui fondi assegnati ai gruppi e non coerenti con le finalità istituzionali dei gruppi medesimi».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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