COSENZA «Ho inviato un atto di diffida al consiglio regionale della Calabria, al presidente Oliverio e a tutti i consiglieri, perché è inaccettabile che con tutti i problemi che abbiamo nella nostra regione la casta politica possa pensare ad autoassegnarsi un nuovo privilegio dai costi esorbitanti e dai tanti dubbi giuridici, invece di discutere, per come previsto dall’articolo 69 del Regolamento del consiglio regionale, della proposta di legge d’iniziativa popolare “Taglio Privilegi” presentata a novembre dal M5S e voluta e sottoscritta da tantissimi cittadini». Così il parlamentare del Movimento 5 Stelle Alessandro Melicchio, intervenendo di nuovo sulla proposta di legge a prima firma Morrone approvata nei giorni scorsi in commissione Affari istituzionali.
«Abbiamo ricordato ai consiglieri le evidenti responsabilità, che non sono solo politiche, che si assumerebbero con l’approvazione di questa proposta vergognosa. La pensione per i consiglieri regionali attualmente in carica, con soli 4 anni e mezzo di contributi, prevista nella proposta di legge n. 401 – continua Melicchio –, è un nuovo vitalizio che pagheremo tutti i cittadini. Dalla tabella che loro stessi allegano alla proposta di legge si vede l’esborso di denaro a carico del consiglio regionale, quindi di tutti i calabresi, calcolato per giunta in maniera retroattiva fin dal 2015. Viene fuori una spesa di 2 milioni e mezzo per il 2019 e di 500mila euro per gli anni successivi, fino ad arrivare a 4 milioni e mezzo di euro nel 2023. Perché quando c’è da fare un taglio ai costi della politica ci dicono sempre che non si può applicare una legge retroattivamente, mentre quando si tratta riempire i loro conti correnti diventa improvvisamente possibile e giusto? Il punto fondamentale è che la preoccupazione principale della casta politica calabrese, in questi pochi mesi che li separano dalle elezioni con le quali finalmente li manderemo a casa, è solo e unicamente quella di far rientrare quanto più possibile nelle loro tasche. Si son guardati bene, infatti, di abbinare alla discussione in prima commissione, come avrebbero dovuto fare, la nostra proposta “Taglio Privilegi” che permetterebbe un risparmio di 4 milioni di euro all’anno, tolti dai costi del consiglio regionale più costoso d’Italia nella regione più povera d’Italia. Ecco di cosa avrebbero dovuto occuparsi i consiglieri regionali per dare un segnale di equità sociale: di ridurre le spese di una politica regionale che è anche improduttiva se non dannosa, invece di pensare ad aumentare le loro prebende».
«Li ho diffidati dall’andare avanti in questa assoluta vergogna – conclude il parlamentare 5 stelle – visti anche i forti dubbi sulla legittimità di tutte queste forzature giuridiche che i consiglieri regionali, ormai lontani dalla realtà dei fatti e dalle condizioni di vita dei propri elettori, stanno insistentemente portando avanti. Adesso devono fermarsi».
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