CORIGLIANO ROSSANO Quando in un partito da sempre corroso da guerre intestine come il Partito democratico, a tutte le sue latitudini e in tutte le sue forme, prova a mettere su un progetto unitario, dovrebbe essere sostenuto, supportato ed accolto come un miracolo.
La strada imboccata dal Pd di Corigliano Rossano, in estrema sintesi, in vista delle prossime amministrative – le prime della storia – è questa. Con i quattro segretari dei circoli cittadini (Giuseppe Tagliaferro, Carlo Caravetta, Salvatore De Luca e Mario Nigro) a far quadrato, dopo aver ricompattano un ambiente logorato e pervaso da mille interessi personali, che vuole proporsi alla città con un progetto politico unitario ed allargato al civismo diffuso.
La notizia del commissariamento dei quattro circoli e quindi la nomina dell’ex senatore Cesare Marini, in sostanza, è stata appresa dai dem locali in modo neutro. C’è chi spera che col reset possa rimettere le mani sul partito, quella scarna quinta colonna ai margini del progetto, e chi aspetterà al varco il neo commissario. Perché da queste parti c’è una voglia matta di rivincita, rispetto al recente passato infarcito da sonore e urticanti sconfitte, e di portare a compimento l’idea di una grande coalizione civica che possa vincere le elezioni. Guarda caso, proprio condividendo una programmazione ma sulla base dell’unità territoriale.
La sensazione, insomma, è che il Pd locale non sia granché disponibile ad indietreggiare e cedere terreno o farsi lasciare influenzare, come sempre, dalle vecchie logiche del partito.
Per questo, l’ex senatore è plausibile, non avrà vita facile nei prossimi mesi che lo attendono nella delicatissima sfida di gestire la fase elettorale e di organizzare tutto per un primo, grande congresso cittadino.
In sostanza, il Pd non gradirebbe ingerenze perché si sente ormai grande, maturo ed autonomo nelle sue vesti di partito di una città di ottantamila abitanti. L’impressione è che se Marini proseguirà nella strada che il Pd locale ha già imboccato e si doterà di un organo consultorio composto dai quattro segretari, allora, e solo allora, tutto filerà liscio.
Ma c’è un altro aspetto da considerare voler continuare a leggere fra le righe, nel grande gioco delle parti, con l’avvenuto commissariamento: se è vero com’è vero che il commissario regionale Stefano Graziano, nominato da Roma, è più o meno inviso ai potentati calabresi del partito, ed è stato lui a nominare Marini quale delegato per i circoli di Corigliano Rossano, è presumibile che il Pd nazionale voglia alimentare questo vento nuovo che si avverte, dopo decenni di conflitti che hanno prodotto solo macerie, magrissime figure in termini elettorali e fatto inanellare una débâcle dietro l’altra.
Di certo Marini non giocherà una partita semplice: ascolterà i bastian contrari mossi dai soliti interessi personali o innaffierà un progetto unitario e democratico con l’acqua santa?
Luca Latella
redazione@corrierecal.it
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