SAN LORENZO «Stupore e disappunto». Così Italia Nostra e il Laboratorio territoriale Condofuri/San Lorenzo commentano la notizia dell’approvazione del progetto del nuovo lungomare da parte dell’amministrazione comunale di San Lorenzo, Comune del Reggino. «Se le notizie di stampa fossero confermate, la circostanza dell’approvazione costituirebbe un grave errore da parte dell’amministrazione interessata, che si porrebbe apertamente – si legge in un comunicato – contro i dettati programmatici e normativi delle vigenti leggi regionali e nazionali in materie di urbanistica, ecologia e paesaggio». Le associazioni dunque si riservano di accedere – ed eventualmente di impugnare nelle sedi giurisdizionali – agli atti in questione, compresa la delibera di approvazione, e stanno approntando missive per la stessa amministrazione comunale di San Lorenzo, nonché per tutti gli altri enti coinvolti, per «avanzare giusta diffida dalla prosecuzione di un’azione evidentemente illegittima fino a trascendere in aperta illegalità».
«I molti di contrasto tra contenuti e profili progettuali e i dettami (indicazioni, direttive, prescrizioni) normativi e programmatici derivanti da leggi e strumenti pianificatori ai vari livelli – fanno sapere Italia Nostra e Laboratorio territoriale – verranno illustrati dettagliatamente tra qualche giorno, allorché il gruppo di esperti incaricato dalle associazioni scriventi presenterà il proprio Rapporto relativo alle “Osservazioni al progetto ” in questione». Intanto le associazioni segnalano quali sarebbero i principali problemi che comporterebbero l’eventuale approvazione del progetto e la prosecuzione del relativo iter: «In primis, il progetto, come ammesso negli stessi elaborati allegati, ricade in area costiera, bene paesaggistico di interesse nazionale, tutelato da vincolo prioritario ex Codice del Paesaggio. Di conseguenza nessuna nuova opera può essere approvata in assenza di concerto con il competente Ministero e, per esso, con la competente Soprintendenza che deve esprimere parere favorevole. Nella fattispecie gli uffici competenti della Soprintendenza di Reggio Calabria hanno espresso invece parere negativo. Il parere negativo, come peraltro la mancanza di parere (non vale in questa materia il silenzio-assenso), bloccano la possibilità di approvazione del progetto».
E ancora: «La Lur e le Linee Guida di sua attuazione, nonché gli stessi atti relativi al Qtr a valenza paesaggistica della Regione Calabria specificano che, anche di fronte a progetti di opere da non sottoporre a procedura di Via secondo gli elenchi allegati alla normativa nazionale, gli stessi “devono sottoporsi alla medesima procedura”, qualora “ricadenti in aree di particolare sensibilità ambientale in presenza di opere a rilevante impatto”. Nel caso del progetto in questione – fanno notare le associazioni – occorrono ambedue tali circostanze (area costiera e infrastruttura di rilievo) e pertanto non è sufficiente la “Relazione di Compatibilità” allegata al progetto, laddove è richiesta la procedura di Via regionale, che deve muovere da un elaborato specifico lo Studio di Impatto Ambientale, allegato al progetto. Che invece manca».
Infine, secondo Italia Nostra e Laboratorio territoriale si è in presenza di «macroscopici vizi» e «carenze» procedurali: «La Conferenza dei Servizi, infatti, non è mai stata chiusa. Per progetti quali quello in questione la Conferenza deve obbligatoriamente prevedere apposita riunione (con atti verbalizzati) sia di apertura che di chiusura, a parte eventuali sedute intermedie. Ribadiamo che per progetti quali quello in questione, esiste l’obbligo di formalizzazione almeno delle sedute di apertura e chiusura della conferenza, pena la non validità di qualsivoglia atto relativo alla stessa. La circostanza era stata già segnalata con apposita comunicazione notificata al comune via Pec, dall’associazione Italia Nostra, rappresentante delle istanze degli ambientalisti in sede di conferenza. Mentre si attendeva appunto la convocazione ufficiale della riunione di chiusura della conferenza, si apprende con stupore dalla stampa che l’amministrazione ha provveduto “unilateralmente” ad approvare il progetto, evidentemente con chiusura del Conferenza dei Servizi, in assenza di atti necessari quanto obbligatori, che inficiano la validità di ogni atto successivo, compresa quindi l’eventuale delibera di approvazione del progetto».
Gli ambientalisti dunque preannunciano una richiesta formale di accesso agli atti, contestualmente a «una missiva di informazione e comunicazione delle circostanze sopra descritte a tutti gli enti interessati in vista di una possibile impugnazione nelle opportune sedi giudiziarie dell’eventuale delibera di approvazione del progetto».
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