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Basket, veleni razzisti contro un atleta del Catanzaro

Scoppia il caso degli insulti rivolti al 18enne serbo Nikola Markovic. I compagni hanno smesso di giocare per solidarietà. Sospeso il responsabile delle offese

Pubblicato il: 24/02/2019 – 17:52
Basket, veleni razzisti contro un atleta del Catanzaro

CATANZARO “Zingaro e slavo di m…”. Fa discutere il caso degli insulti razzisti rivolti a un giovane giocatore di basket, Nikola Markovic, 18enne di nazionalità serba in forza alla “Mastria Vending Catanzaro”, nel corso di una sfida tra le mura del “Cus Bari”. A denunciare la vicenda è stata la società catanzarese con una nota pubblicata sulla pagina facebook ufficiale del club, nota il cui contenuto è stato parzialmente confermato dal sodalizio pugliese, che ha sospeso il cestita che ha offeso il serbo.

LA VERSIONE DEI CATANZARESI La “Mastria Vending Virtus” Under 18 Eccellenza così ricostruisce i fatti, parlando di «sconfitta a Bari» decisa «dagli arbitri, che consentono a due atleti del Cus di rivolgere a Nicola Markovic, per tutta la gara, gravi insulti razzisti, senza interrompere e sanzionare tale inqualificabile condotta, tanto antisportiva che incivile». Nella nota si rivela: «Praticamente, i due campioncini baresi anziché marcare la forte ala giallorossa con tecnica e agonismo, hanno adottato la scelta dell’insulto razzista in continuo. “Zingaro e slavo di mer… i più ricorrenti”. Ma l’apice i direttori di gara l’hanno toccato allorquando hanno prima sanzionato Markovic con un fallo tecnico, per poi espellerlo, reo per aver protestato contro la condotta razzista dei giovani eroi biancorossi. In pratica al danno si è aggiunta la beffa». Secondo quanto riporta la nota dell’Area Comunicazione della “Mastria Vending”, inoltre, «a fine gara, uno degli eroi-cestisti ha confessato pubblicamente gli insulti rivolti a Markovic, incalzato dal nostro staff tecnico che gli ha contestato la vile condotta. Ovviamente, per solidarietà a Nicola dopo l’espulsione, ancorché mancassero 40’’, i compagni hanno smesso di giocare, così mettendo in risalto la gravità dell’accaduto e la pari deprecabile condotta degli arbitri baresi. Probabilmente, i risultati sportivi maturati sul campo da questa Virtus, forse non previsti, sta dando fastidio a chi aveva configurato, in questo girone, una diversa griglia d’accesso alla fase successiva del campionato Under 18 di Eccellenza. Di sicuro, quanto accaduto al Pala Cus di Bari è stato una vergogna».

IL CUS BARI SOSPENDE IL “REO” Conferma l’offesa a sfondo razzista la società di basket del Cus Bari, che però nella ricostruzione degli eventi offre una versione piuttosto diversa: «L’episodio a cui il comunicato (della “Mastria Vending”, ndr) fa riferimento è avvenuto a pochi secondi dalla fine della partita e non durante tutto lo svolgimento della stessa. Al momento dell’accaduto il giocatore responsabile dell’offesa è stato fatto uscire immediatamente dal campo dal nostro staff tecnico, e successivamente sospeso dalle attività agonistiche dalla nostra società. L’offesa deprecabile e ingiustificabile è stata una risposta sbagliatissima alle provocazioni e minacce di tesserati della Virtus Catanzaro, già innervositi per l’epilogo della gara che volgeva al termine». Il sodalizio pugliese poi aggiunge: «Alcuni tesserati del Catanzaro, inoltre, sostavano al termine della gara nel tunnel degli spogliatoi per cercare il contatto con nostri atleti assolutamente estranei a tutto l’accaduto. Solo l’intervento dello staff biancorosso permetteva che i ragazzi raggiungessero gli spogliatoi. Il Cus Bari, avendo già punito il responsabile con l’esclusione dalle prossime gare di campionato, prende le distanze da ogni forma di razzismo, ricordando che nel nostro centro, sono stati e sono tutt’ora presenti atleti di differenti nazionalità, culture e religioni».

LE REAZIONI DELLA POLITICA Da Catanzaro parte la solidarietà a Markovic e ai colori della “MaStria Vending”. La parlamentare di Fratelli d’Italia Wanda Ferro sostiene che «la presa di posizione è da apprezzare perché punta a riaffermare quei valori di solidarietà e rispetto dell’avversario che sono alla base della pratica sportiva, soprattutto giovanile. Resta da comprendere come sia stato possibile che il direttore di gara non abbia preso alcun provvedimento, nel corso della gara, nei confronti dell’atleta responsabile di un tale deprecabile comportamento, arrivando persino ad espellerlo al parquet, per proteste, il giovane fatto oggetto di insulti. Lo sport – spiega la Ferro – è un eccezionale strumento di integrazione, soprattutto tra i più giovani, perché promuove la conoscenza reciproca, il rispetto, la solidarietà e la sana competizione: l’affetto dimostrato dai compagni a Nicola Markovic è una dimostrazione della solidità di questi valori. Proprio per questo non sono accettabili cali di attenzione o atteggiamenti superficiali da parte di chi, rappresentando nei diversi ruoli le istituzioni sportive, ha il dovere di garantire il rispetto delle regole e la correttezza delle attività agonistiche». A loro volta, in una nota congiunta, il sindaco Sergio Abramo e il presidente del Consiglio comunale Macro Polimeni, esprimono «la ferma condanna istituzionale rispetto a parole e gesti che non dovrebbero mai trovare spazio su un campo da gioco» e «la solidarietà a nome di tutte le componenti dell’amministrazione comunale all’atleta serbo e all’intera compagine catanzarese che, davanti al grave episodio, ha deciso di ritirarsi dal parquet poco prima la conclusione della partita». Secondo Abramo e Polimeni inoltre «non può passare inosservata anche la presa di posizione da parte della società barese. Davanti a questi fatti, è necessario ribadire che i valori della lealtà, del rispetto reciproco e della condivisione devono sempre primeggiare nel mondo dello sport e, specialmente, nelle competizioni giovanili. Anche per questo motivo, martedì andremo ad assistere sugli spalti alla prossima partita della Mastria Vending contro il Napoli e speriamo che altri soggetti istituzionali vorranno essere con noi per stare vicini alla squadra». Anche Nicola Fiorita, leader di “Cambiavento, manifesta «vicinanza a Nikola Marlovic e a tutti i suoi compagni, che si sono meritoriamente stretti intorno a lui per difenderlo dall’ignoranza e dalla violenza che sono inscindibilmente connessi alle manifestazioni razziste. Se l’odio xenofobo è sempre da condannare e da respingere, esso appare ancora più grave quando contagia lo sport, che deve restare sempre un veicolo di competizione leale, di incontro, di integrazione. A Nikola posso solo dire che Catanzaro è una città civile, accogliente e solidale che sarà al suo fianco e lo aiuterà a superare rapidamente questa brutta esperienza. Lui e tutti i suoi compagni si rimettano subito a pensare alla prossima imminente sfida. Io, come tanti altri catanzaresi,  martedì sera – conclude Fiorita – sarò al Palagiovino per tifare per Catanzaro, per la Mastria Basket, per Nikola e per lo sport con la S maiuscola».

a. cant.

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