Ultimo aggiornamento alle 22:10
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Il "caso Lucano" torna al Tribunale del riesame

La Cassazione ha annullato l’ordinanza per il sindaco (sospeso) di Riace limitatamente al reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. «Nessun commento, voglio prima leggere …

Pubblicato il: 27/02/2019 – 9:45
Il "caso Lucano" torna al Tribunale del riesame

ROMA Torna di fronte al Riesame il “caso Lucano”. La Suprema Corte ha disposto un annullamento con rinvio dell’ordinanza con cui nell’ottobre scorso il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ha ordinato l’esilio del sindaco dalla sua Riace. Accogliendo parzialmente il ricorso presentato dai legali di Mimmo Lucano, gli avvocati Andrea D’Aqua e Antonio Mazzone, gli ermellini hanno ordinato ai giudici di Reggio Calabria di tornare ad esaminare la posizione del sindaco sospeso di Riace alla luce di una serie di rilievi mossi sull’accusa di “turbata libertà di scelta del contraente” e delle mutate esigenze cautelari.
Per il sindaco, oggi sospeso, di Riace erano disposti prima i domiciliari, quindi il divieto di dimora, per un presunto pericolo di inquinamento probatorio. Un rischio che – quanto meno sulla carta – non avrebbe ragione d’esistere adesso che l’inchiesta è stata chiusa. Per di lui e altre 30 persone, tutte coinvolte nella “macchina” dell’accoglienza che ha reso il borgo della Locride un modello mondiale di integrazione possibile e il suo sindaco uno dei 30 uomini più influenti del mondo, la procura di Locri nel dicembre scorso ha chiuso le indagini, riproponendo l’impianto accusatorio già bocciato dal giudice per le indagini preliminari.
Nel chiedere l’arresto di Lucano, i pubblici ministeri lo aveva accusato di presunte irregolarità nella gestione dei fondi destinati all’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo, ma tali ipotesi erano state del tutto smentite dal giudice Domenico Di Croce, che nell’ordinanza aveva cassato tutte le contestazioni più gravi fra cui malversazione, truffa ai danni dello Stato e concussione. Proprio per tornare a contestare tali accuse, ieri il sindaco “sospeso” del borgo dell’accoglienza, accompagnato dai suoi avvocati Antonio Mazzone e Andrea Daqua, si è presentato in procura a Locri per rilasciare spontanee dichiarazioni. Tutti elementi che i magistrati dovranno valutare per decidere se esercitare o meno l’azione penale e chiedere un eventuale rinvio a giudizio.
NESSUN COMMENTO DA LUCANO Il sindaco sospeso, contattato dall’Ansa, preferisce non parlare: «Nessun commento al momento. Devo parlare prima con i miei avvocati per capire bene i termini della sentenza della Cassazione. Dopodiché valuterò se dire qualcosa». Lucano, che si trova a Caulonia, vuole verificare i termini concreti della pronuncia della Cassazione, anche se ne riconosce la positività.
«Sono questioni delicate – aggiunge – e voglio prima capire dai miei legali cosa è stato concretamente deciso dalla Suprema Corte». Lucano è difeso dagli avvocati Antonio Mazzone e Andrea Daqua.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x