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Batosta sui fondi Ue: Bruxelles blocca 131 milioni

Ecco il documento con cui la Commissione europea ha comunicato il blocco della domanda intermedia di fine 2018. Alla base della decisione gli esiti dell’inchiesta “Lande desolate” che ha colpito i …

Pubblicato il: 27/02/2019 – 6:54
Batosta sui fondi Ue: Bruxelles blocca 131 milioni

CATANZARO Un siluro sulla programmazione comunitaria della Regione inviato da Bruxelles che rischia di pregiudicare lo stato di avanzamento del Por Calabria 2014-2020, ma soprattutto investimenti già effettuati sul territorio. La missiva, a firma del direttore generale del dipartimento Politica regionale e urbana della Commissione europea Marc Lamaitre, potrebbe appunto avere queste conseguenze negative per le attese di sviluppo del territorio che dalle risorse europee dipendono.
Nella lettera protocollata l’8 febbraio scorso, infatti, il direttore generale ha comunicato ufficialmente l’interruzione dei termini di pagamento della domanda intermedia presentata dall’Autorità di gestione del Por Calabria 2014-2020 lo scorso 21 dicembre. Si tratta, in particolare, di una cifra decisamente importante che sfiora i 131 milioni di euro (per l’esattezza 130.921.112,02 euro) e che per il momento resta congelata per sei mesi in attesa di chiarimenti da parte dell’autorità di gestione.
Una nuova pietra di inciampo per il governatore Mario Oliverio che proprio in materia di Programmazione comunitaria puntava ad uscire dall’ombra mediatica in cui era piombato dopo l’inchiesta “Lande desolate”. Soprattutto perché proprio a quel “capitolo nero” si deve lo stop imposto da Bruxelles all’erogazione di risorse. Alla base della lettera con la quale Lamaitre ha comunicato l’avvio della procedura contemplata nell’articolo 83, paragrafo 1, lettera b), del regolamento Ue 1303/2013 c’è proprio quell’indagine. Una procedura, prevista da quella norma del regolamento, che comporta il blocco del pagamento di tutte le spese contenute, in questo caso, appunto nella domanda di pagamento avanzata dalla Calabria. Una batosta che rischia di compromettere la corretta chiusura dell’intero ciclo di programmazione dei fondi comunitari.
I RILIEVI DI BRUXELLES Nella lettera inviata alla nostra ambasciata – che ha poi proceduto a notificarla a Tommaso Calabrò, Autorità di gestione del Por Fesr-Fse Calabria – il direttore generale del dipartimento ha informato le autorità italiane che dovrà effettuare verifiche supplementari sulla domanda di pagamento intermedio del 21 dicembre 2018 presentata nell’ambito del Por Calabria Fesr-Fse. Stando a quanto riportato nella missiva già in quella data la Commissione aveva inoltrato un’altra lettera con la quale si chiedevano informazioni «su alcuni progetti cofinanziati dal Fesr nel periodo 2007-2013, che sono oggetto di inchieste da parte degli organi investigativi nazionali». Progetti che, stante la procedura avviata da Lamaitre, potrebbero rientrare tra «le spese contenute nella richiesta di pagamento del 21 dicembre 2018». Entrando nello specifico dei rilievi sollevati dalla Commissione ci sarebbero «presunte irregolarità connesse ad inchieste su alcuni progetti cofinanziati dal Fesr nell’ambito del programma operativo 2007-2013».
LE CONSEGUENZE DELL’INCHIESTA “LANDE DESOLATE” Lamaitre ricostruisce nella missiva i termini della questione. «In data 17 dicembre 2018 – si legge nella lettera – la Direzione investigativa antimafia di Catanzaro ha reso noti i risultati di attività investigative nell’ambito dell’inchiesta “Lande desolate” che ha fatto emergere presunte irregolarità su operazioni co-finanziate dal Fesr nel programma operativo Calabria 2007-2013». Si tratta di tre opere – la seggiovia di Lorica, la riqualificazione di piazza Bilotti a Cosenza e l’aviosuperficie di Scalea – che «sono stati gestiti dal dipartimento “Infrastrutture, lavori pubblici, mobilità” della Regione Calabria». «Le irregolarità presunte – ricorda Lamaitre – consistono, tra l’altro, nella collusione delle autorità del programma in questione con aziende legate al crimine organizzato, nella falsificazione sullo stato di avanzamento di operazioni cofinanziate dal Fesr e nella falsificazione della dichiarazione sul completamento dei lavori (al fine di ottenere il rimborso del Fesr)». Aspetti talmente rilevanti da portare nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria ad emettere misure cautelari nei confronti dei funzionari regionali incaricati della gestione del Por Calabria Fesr 2007-2013 e «che – sottolinea il dg – fino all’esecuzione delle suddette misure (cautelari), erano anche responsabili del programma operativo Fesr-Fse Calabria 2014-2020». «Tali misure – aggiunge Lamaitre – comprendono la sospensione dai pubblici uffici per l’autorità di gestione e per l’autorità di certificazione, nonché gli arresti domiciliari per il dirigente generale del dipartimento “Infrastrutture, lavori pubblici, mobilità” della Regione Calabria». Per sopperire a queste lacune, da Bruxelles, ricordano che la Regione ha nominato un’autorità di gestione reggente il 18 dicembre e un’autorità di certificazione ad interim il 17 dicembre del 2018. Proprio per chiarire questi aspetti legati all’inchiesta “Lande desolate” la Commissione in data 21 dicembre ha chiesto spiegazioni all’Italia. Con una missiva, in particolare, Bruxelles ha richiesto tra l’altro, informazioni dettagliate sulla natura dei fatti contestati a vario titolo ai dirigenti coinvolti nelle presunte irregolarità della spesa del programma Fesr, di valutare l’esclusione delle operazioni su Lorica e Piazza Bilotti dal programma Fesr 2007-2013, di verificare, se mantenute in lista, su quelle opere «la veracità delle richieste di rimborso Fesr». Proprio mentre questa missiva di richiesta di chiarimenti su interventi inerenti la programmazione comunitaria partiva alla volta di Catanzaro, in direzione opposta arrivava a Bruxelles la richiesta di saldo del pagamento intermedio per un ammontare di circa 131 milioni di euro a valere sul Por 2014-2020. Una richiesta rigettata al mittente dalla Commissione sulla base di un primo appunto sollevato da Lamaitre: «Tale domanda si basa sul sistema di gestione e controllo del programma in questione gestito dalle autorità in funzione fino al 17 dicembre 2018». Data appunto in cui tra l’altro erano “servizio” i dirigenti coinvolti nell’inchiesta oltre agli altri rilievi sollevati dalla Commissione con la sua missiva. Da qui la decisione di Lamaitre comunicata alle autorità italiane: «La informo di aver deciso, in qualità di ordinatore delegato di interrompere, a decorrere dalla data di ricevimento della presente lettera, il termine di pagamento della domanda di pagamento intermedia presentata il 21 dicembre 2018. Pertanto il pagamento di tutte le spese della domanda di pagamento indicata è interrotto».
I RISCHI SUL PROSIEGUO DELLA PROGRAMMAZIONE Ma le conseguenze non si fermano qui. Perché «qualora le spese irregolari non siano rettificate al momento della presentazione del pacchetto di affidabilità per il programma in questione o qualora le spese interessate non siano escluse dai conti durante la fase di valutazione della loro legittimità e regolarità, l’autorità di audit non può essere in grado di formulare un parere senza riserva sui conti e, di conseguenza, la Commissione non può essere in grado di accettare i conti». Parole che in soldoni si traducono nel blocco anche nel futuro di queste risorse, se non dettagliatamente argomentate con elementi forniti dalle autorità italiane «per adottare le misure necessarie per porre rimedio alla situazione». Nell’elenco dei “correttivi” da adottare, Lamaitre indica una serie di misure tese a risolvere «le carenze e le irregolarità di sistemi esistenti in passato» e collegate sempre a quella indagine giudiziaria tra cui «controlli accurati sulla veracità della spesa Fesr certificata sul programma in questione», la rivalutazione dell’ammissibilità «delle infrastrutture e dei lavori pubblici ammessi a cofinanziamento Fesr del programma in questione», «la spesa irregolare, eventualmente individuata, verrà dedotta dal programma». Ma soprattutto Bruxelles chiede «in merito alle future domande di pagamento intermedio nel quadro del programma in questione» che «le spese dichiarate risultano da un sistema di gestione e controllo che è esente dalle criticità identificate in questa lettera e soddisfa i requisiti di tutte le norme applicabili». In caso contrario Lamaitre afferma che «in assenza di tale conferma interromperò il termine per eventuali richieste di pagamento intermedio future nell’ambito del programma in questione per gli stessi motivi fino a quando le questioni di cui sopra non saranno risolte e avrò sufficienti garanzie sulla legittimità e regolarità delle spese per il programma in questione». Come dire: per ora resta confermato lo stop di questa tranche di pagamenti per la Regione. Ma non è detto che questo non comporti il blocco di altre tranche future, se non vengono appunto adottati i provvedimenti richiesti a Bruxelles.

Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it

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