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«Le risorse Ue devono produrre lavoro»

di Mimmo Bevacqua*

Pubblicato il: 27/02/2019 – 19:59
«Le risorse Ue devono produrre lavoro»

Non avendo ieri potuto partecipare ai lavori del consiglio regionale per motivi di salute, affido alla presente nota le mie considerazioni in merito all’odg dedicato interamente allo Stato di attuazione delle Politiche di coesione europee 2014-2020.
La relazione introduttiva dell’assessore Russo ha bene evidenziato che, sul fronte della spesa relativa ai fondi Ue, la Calabria è fra quelle regioni virtuose che non rischiano di perdere risorse, avendo attivato tutte le misure ed essendo in linea con gli obiettivi prescritti per il 2018. I progressi compiuti rispetto alle gestioni passate, non solo in termini di spesa certificata e di obiettivi raggiunti, ma anche in ordine alla trasparenza e alla pubblicità delle procedure, sono evidenti: tutti traguardi conseguiti in soli tre anni, avendo dovuto dedicare il 2015 a recuperare i gravi ritardi accumulati dal programma 2007-2013 e a mettere sostanzialmente in piedi un programma 2014-2020 che, al momento dell’insediamento del presidente Oliverio, non era stato neppure inviato a Bruxelles. Non si può davvero non dare atto del lavoro prodotto: restano, però, a mio avviso, delle debolezze di fondo che impediscono all’impegno profuso di tradursi in risultati tangibili per i territori.
Mi riferisco a quella componente tecnocratica con cui la dimensione politica fatica a trovare la necessaria convergenza. Se la programmazione, infatti, continua a essere incardinata soltanto su standard puramente tecnici, si rischia di perdere di vista e mancare la vera meta: cioè il reale miglioramento delle condizioni socio-economiche della Calabria, che deve passare attraverso la concentrazione delle risorse in pochi assi e misure, in maniera tale da permettere la crescita reale e concreta di infrastrutture e posti di lavoro. Intendiamoci: il problema non nasce soltanto da burocrati che costruiscono il quadro programmatico e poi magari abbandonano il campo. La vera sfida, l’unica che possa garantire il salto di qualità, risiede nella volontà politica di aprire, con determinazione e coraggio, un confronto serrato con Bruxelles per una maggiore autonomia nella individuazione di misure e di interventi mirati a un reale sviluppo occupazionale.
Se riconosciamo come ineludibile il dovere di adempiere al compito che i cittadini ci hanno assegnato, la questione va posta in maniera netta: il legislatore regionale deve essere messo in grado di incidere sulle occasioni di sviluppo offerte dai fondi europei e questo può essere fatto soltanto attraverso una ricontrattazione e rimodulazione complessiva che consenta di calare le risorse secondo un approccio adeguato alle esigenze di territori, comunità e cittadini calabresi. Su questo, credo, che abbiamo dimostrato troppa timidezza.
*Consigliere regionale

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