Ultimo aggiornamento alle 19:23
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

«Grossi guai per i Comuni»

di Ettore Jorio*

Pubblicato il: 01/03/2019 – 10:02
«Grossi guai per i Comuni»

La Corte costituzionale l’ha davvero «combinata grossa». Ha deciso severamente, imponendo al legislatore un monito nel senso di invitarlo ad affrontare organicamente il tema della precarietà dei bilanci dei Comuni. Un fenomeno degenerativo dei conti pubblici locali che è avvenuto traendo profitto dalle ricorrenti misure agevolative statali nei confronti delle quali la Consulta si è oggi dichiarata contraria. Soprattutto se messe in relazione con l’esigenza di pervenire al risanamento dei conti in un tempo ragionevolmente breve.
Dunque, una normativa di settore divenuta sempre più inadeguata. Prima fra tutte quella che disciplina il predissesto, alluvionata da periodici correttivi e aggiustamenti (ben cinque in quattro anni) atti ad assolvere le colpe (gravi) di un sistema locale, responsabile per anni di una riscossione dei tributi inefficace e pressoché inesistente sui residui nonché di una spesa corrente effettuata «a mano libera».
La sentenza n. 18 del 14 febbraio scorso avrà effetti devastanti per i componenti più deboli del sistema autonomistico locale. Figuriamoci per quelli calabresi, allo spasimo finanziario!
Non solo per quelli che hanno fatto ricorso alla procedura di riequilibrio pluriennale (ai quali la sentenza fa specifico riferimento) ma per tutti gli altri. Ciò in quanto spiegherà i suoi effetti demolitivi nei confronti di tutti quelli (che sono la totalità) che hanno dato respiro ai loro bilanci grazie all’ammortamento trentennale del maggiore disavanzo, determinato dal riaccertamento straordinario dei residui, reso possibile dalle disposizioni annullate dalla Corte costituzionale.
Insomma, un bel guaio per tutti. Per i primi, ai quali le Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti, chiamate a monitorare l’esecuzione del relativo piano di riequilibrio, dovranno imporre la conseguente dichiarazione di dissesto, a meno di un intervento «salva-vita» tempestivo del legislatore, magari assunto con decretazione d’urgenza. Per tutti gli altri, che potranno tuttavia annullare in autotutela gli atti attraverso i quali avrebbero a suo tempo perfezionato l’anzidetto riaccertamento, preteso dal d.lgs. 118/2011, e spalmato in trenta anni il saldo negativo generatosi. Sicché gli stessi saranno tenuti ai necessari aggiustamenti dei bilanci successivi per gli effetti conseguenti sino a pervenire all’esercizio finanziario in corso e – in assenza di risorse utili a ripianare il tutto in un triennio ex art. 193 Tuel – potranno ricorrere al predissesto ovvero, alternativamente, «fallire». Un problema, questo, che affliggerà anche quelli che hanno approfittato dell’eguale agevolazione consentita dalla legge 205/2017, più esattamente dall’art. 1, comma 848, a chi non ne avesse, comunque, goduto precedentemente a mente degli articoli espunti definitivamente dalla Consulta.
Dunque, la palla ora è passata alle Sezioni regionali di controllo chiamate a dare, acriticamente, esecuzione alla sentenza della Consulta.
Insomma, una bella gatta da pelare per la Corte dei conti che – tenuto conto della irrevocabilità dell’intervenuto ricorso al predissesto e della immodificabilità del relativo piano di riequilibrio, fatta eccezione per il caso contemplato nei commi 7 bis e ter dell’art. 243 quater del Tuel – non potrà fare altro che imporre un dissesto generalizzato. Lo dovrà fare intimando agli enti interessati l’adozione della delibera di dissesto, da perfezionare in applicazione dell’art. 6, comma 2, del d.lgs. 149/2011, assegnando al Consiglio dell’ente, a cura del Prefetto, un termine non superiore a venti giorni per formalizzarlo.

*docente Unical

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x