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Laboratori sulle monete magnogreche al “Borrello-Fiorentino” di Lamezia

Gli incontri a cui hanno partecipato le classi quarte e quinte della Primaria si sono svolti il 21 e il 28 febbraio

Pubblicato il: 01/03/2019 – 16:23
Laboratori sulle monete magnogreche al “Borrello-Fiorentino” di Lamezia

LAMEZIA TERME Si sono svolti nei giorni 21 e 28 febbraio, nei locali della Biblioteca scolastica di via Matarazzo dell’Istituto “Borrello-Fiorentino” di Lamezia, due incontri teorico-pratici sulla “Monetazione magnogreca nell’area archeologica di Terina” destinati alle classi quarte e quinte della Primaria dell’Istituto Comprensivo “Borrello-Fiorentino”.
L’attività si colloca nell’ambito del progetto Mibac “Formare biblioteche per formare lettori”, uno dei due progetti di cui la scuola lametina è risultata vincitrice per l’implementazione della Biblioteca Scolastica di cui è referente la docente Marinella Gambino.
A condurre gli incontri, in qualità di esperta, la prof.ssa Titti Preta, epigrafista, scrittrice, docente di lettere classiche e delegata del Fai, che ha accettato la sfida di intraprendere un “racconto monetale”, per avvicinare i giovanissimi partecipanti al mondo della numismatica. Una scienza quanto mai ostica e che sa di passato, ma in questo caso attualizzata attraverso la tecnica dello storytelling (il laboratorio si intitola “La moneta racconta tante storie…”) con l’obiettivo di fornire, in modo accessibile e operativo, degli strumenti di decodificazione e lettura di un bene culturale, la moneta, come base per comprendere in generale la realtà archeologica e il suo significato.
Si è partiti dall’osservazione di alcuni esemplari di coni, per riflettere sulla componente simbolico/comunicativa che, nelle parole dell’esperta «costituiva un racconto (di lettere e segni) portato all’estrema sintesi: quasi un tweet nella rete degli antichi popoli del Mediterraneo». Da queste premesse sono nate le affascinanti shortstories (attraverso varie fonti) di Preta, ispirate ad alcune rappresentazioni monetali che mettono in evidenza come, molto spesso, le monete avessero una raffigurazione femminile, riconducibile a dee locali o cittadine, ninfe eponime protettrici di luoghi, strumenti e veicoli di una dimensione magico-sacrale, cara tanto alla democrazia delle poleis quanto al dispotismo degli antichi tiranni. Veri esempi di narrazioni con un loro tessuto d’immagini, laddove le cosiddette iconografie secondarie (i leoni, le acque, le civette) facevano un po’ da “aggettivi” del soggetto: attributi qualificanti un aspetto o un altro della figura principale, a seconda di quello che s’intendeva comunicare. Quanto poi alla scienza archeologica, poiché le monete sono reperti archeologici di grande importanza e, come tali, soggetti a una disciplina piuttosto rigorosa, sono stati forniti ai ragazzi dei piccoli esempi di lettura e catalogazione, con esercitazioni su schede semplificate.
Un’attenzione particolare è stata rivolta la produzione monetale terinese, una delle più prestigiose dell’occidente greco e in parte ancora misteriosa, per la presenza di più raffigurazioni femminili “trasmutanti” dall’una all’altra. I bambini sono stati portati a comprendere l’importanza di questa antica polis (in territorio di Sant’Eufemia Vetere) proprio a partire dall’importanza e prestigio delle sue monete, con particolare riferimento al culto della sirena e alle sue varianti tipologiche che ancora oggi interrogano gli studiosi.
Ha partecipato al primo dei due incontri anche la scultrice ceramista Amalia Politi che ha lavorato coi bambini allo stampo di monete d’argilla, di cui ciascuno ha realizzato il proprio esemplare. Il lavoro pratico degli studenti, per la realizzazione di un catalogo numismatico, continuerà nel corso di altri incontri e verrà presentato al pubblico nell’ambito di una manifestazione al Maggio dei libri.

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