CATANZARO Avrà inizio il prossimo 20 giugno il processo a carico di Giuseppe Corigliano, Francesco Mesiano, Vincenzo Corso, Rocco Iannello, Giuseppe Ventrice e Gaetano Elia, accusati di avere avuto parte attiva nella faida tra le famiglie Mesiano e Corigliano di Mileto. Una faida che ha portato all’omicidio, il 18 luglio 2013 di Giuseppe Mesiano, panificatore di 60 anni, ucciso nella sua casa di campagna. In risposta a questo delitto, il 20 agosto successivo, seguì l’agguato mortale, in pieno giorno e in una via centrale di Mileto, nei confronti di Angelo Antonio Corigliano trovato dagli inquirenti a bordo della sua Fiat Punto Rossa, con nove colpi di calibro 9×21 in corpo.
A marzo 2018 i carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei presunti responsabili che lunedì sono stati rinviati a giudizio dal gup Giacinta Santaniello. Alla base della faida tra le due famiglie ci sarebbe l’imposizione della fornitura del pane prodotto dai Mesiano in un supermercato di Santa Domenica di Ricadi di proprietà di parenti dei Corigliano. Nel collegio difensivo gli avvocati Pittelli, Staiano, Iannello, Muzzopappa, Calabrese, Giunto e Miceli.
Francesco Mesiano, 46 anni, condannato per l’omicidio del piccolo Nicholas Green, il bambino americano gravemente ferito durante un tentativo di rapina sull’autostrada A3 il 29 settembre 1994 e morto dopo alcuni giorni di coma. Mesiano, rimesso in libertà dopo aver espiato la pena per l’omicidio, fu arrestato nell’operazione “Miletos” dello scorso anno.
ale. tru.
Senza le barriere digitali che impediscono la fruizione libera di notizie, inchieste e approfondimenti. Se approvi il giornalismo senza padroni, abituato a dire la verità, la tua donazione è un aiuto concreto per sostenere le nostre battaglie e quelle dei calabresi.
La tua è una donazione che farà notizia. Grazie
x
x