CORIGLIANO ROSSANO Un bando al limite del discriminante. Quasi “contro” i dipendenti di uno dei due ex Comuni ante fusione. Sembra essere proprio questo l’indirizzo previsto nel concorso per l’incarico della durata di soli due mesi – sulla carta – di un dirigente, pubblicato nei giorni scorsi dal neonato comune di Corigliano Rossano. A leggere fra gli avvisi, a un certo punto, spunta una “clausola” molto particolare.
Che siano reminiscenze di un remoto e campanilistico passato? La paradossale postilla contenuta nel bando richiama alla mente la celebre frase di andreottiana memoria secondo cui a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Perché sin dal suo insediamento, avvenuto lo scorso 31 marzo, non sono state poche le critiche mosse dalla politica bipartisan e dall’associazionismo, al commissario prefettizio Domenico Bagnato per suoi presunti favoritismi verso uno dei due Comuni.
L’avviso per il conferimento dell’incarico a tempo pieno e determinato fino al termine del mandato commissariale (quindi due mesi, in virtù delle elezioni che cadranno a fine maggio), di un dirigente per l’area amministrativa ai sensi dell’articolo 110, riporta delle caratteristiche particolari. Non solo scadrà fra tre settimane – il 25 marzo – ma di fatto impedisce la partecipazione a quei funzionari che abbiano avuto “sopra di loro”, cioè come coordinatore, un dirigente. «Per esperienza specifica di direzione si intende una figura che abbia diretto in qualità di responsabile apicale – come funzionario ovvero Dirigente – una struttura complessa che non abbia avuto un dirigente sovraordinato», è l’avviso singolare che si legge ad un certo punto del bando.
Tradotto in soldoni vuol dire che nessun dipendente dell’ex comune di Rossano potrà partecipare, semplicemente perché tutti hanno avuto “sopra di loro” un dirigente, figura istituzionale in vigore da decenni presso l’ex ente rossanese. La pianta organica dell’ex comune di Corigliano, al contrario, non ha mai contemplato tale incarico, fermandosi, nella “scala gerarchica” delle mansioni presso gli enti pubblici, ai funzionari responsabili di settore. E così i dipendenti dell’ex municipio ausonico potranno partecipare senza concorrenza se non quella interna.
A ciliegina sulla torta, proprio l’eredità stessa del dirigente sulla prossima, prima, amministrazione comunale eletta, nonostante il bando preveda che «il rapporto di lavoro è costituito fino alla scadenza del mandato amministrativo del commissario prefettizio salvo diversa eventuale interpretazione estensiva agli organi eletti della formula normativa utilizzata “durata pluriennale” con la interpretazione di non poter superare il mandato, ipotizzato del Sindaco e quindi normalmente quinquennale». Già, a meno che, però, il dirigente non si rivolga al giudice del lavoro e chieda di restare, come da giurisprudenza, per almeno tre anni.
Insomma, sembra essere una vera e propria clausola ad escludendum dei bizantini da parte del commissario Bagnato che dedica al municipio rossanese appena qualche ora al mercoledì, con annesso pranzo frugale e poi via.
Chissà se la politica locale, con un moto d’orgoglio, chiederà al commissario di affidare al segretario generale del comune l’interim degli affari generali, revocando un “editto” antifusione che potrebbe, peraltro, minare i rapporti “diplomatici” fra dipendenti della prossima amministrazione comunale.
Luca Latella
redazione@corrierecal.it
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