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Cosenza, i 90 milioni del Cipe? Prima bisogna individuare l'area dei lavori

Il ministro Bonisoli ribadisce l’impossibilità di dare i soldi per ristrutturare immobili privati. Previsto un nuovo incontro per capire su quale zona intervenire

Pubblicato il: 05/03/2019 – 19:07
Cosenza, i 90 milioni del Cipe? Prima bisogna individuare l'area dei lavori

ROMA Gli incontri romani sulla destinazione dei 90 milioni deliberati con il fondo Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) e destinati al centro storico di Cosenza proseguono a ritmi sostenuti. Dalla città dei Bruzi, al Ministro dei Beni Culturali, le richieste di un intervento immediato ed urgente per la parte antica della città non sono arrivate solo in occasione della riunione pubblica nella sala dell’Accademia Cosentina (qui la notizia). Tutte raggomitolate nel bando della matassa: comune, regione, provincia ma anche associazioni di categorie e comitati di cittadini. Più il tempo passa, sul tavolo del ministro arrivano documenti che altro non fanno che ingarbugliare la matassa, ecco perché il filo (di Arianna) da seguire nell’ultima riunione ci pensa a darlo proprio il ministro Alberto Bonisoli: «Ai privati non si danno fondi» dunque gli interventi da fare stanno tutti nel pubblico. E se il ministro detta la linea, su di un punto almeno la parte istituzionale sembra essere d’accordo: la parte antica ha bisogno della linfa dei giovani.
UN’AREA DA CUI PARTIRE Nel corso della seduta dell’incontro di oggi hanno partecipato insieme al ministro Bonisoli e al suo staff il rettore dell’Unical Gino Mirocle Crisci, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ed il presidente della Provincia Franco Iacucci. Poi, diversi esponenti della Regione Calabria, Confesercenti Calabria, la fondazione Paolo di Tarso Rita Fiordalisi direttrice della Biblioteca Nazionale, Don Luca Perri parroco della città vecchia ed altri rappresentanti di associazioni del territorio. L’obiettivo comune è rendere il centro storico un posto abitabile, ma per fare questo secondo il ministro non bastano degli accorgimenti a macchia di leopardo. Per la prossima riunione fissata nel giro ristretto di qualche settimana il capo del dicastero ai beni culturali in quota 5 stelle ha chiesto ai presenti di individuare una determinata area del centro storico nella quale poter spendere concretamente i 90 milioni e che possano portare dei benefici in termini immediati. Un’area nella quale si possa investire in sicurezza con dei presidi delle forze dell’ordine ma anche sulla quale si possa investire sul patrimonio pubblico eventualmente arricchito con degli espropri fatti da comune e/o regione. Il punto restano sempre i giovani o quantomeno le nuove generazioni, visto che al ministro Bonisoli è stata prospettata la realizzazione della metroleggera Cosenza-Rende-Unical che permetterebbe agli universitari di arrivare agevolmente nel centro storico. Intano diversi esponenti del Movimento 5 stelle, in attesa che si riesca a trovare una quadra sul punto da individuare per dare avvio ai lavori e alle attività collaterali sta predisponendo dei punti da inserire in un protocollo di legalità sulla gestione dei fonti all’anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Su di un punto gli attivisti non sembrano mollare di un centimetro e cioè che la gestione dei soldi deliberati dal Cipe venga gestita in modo trasparente.

mi. pr.

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