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«Il blitz politico che inguaierà Comuni e Province»

di Ettore Jorio*

Pubblicato il: 05/03/2019 – 8:45
«Il blitz politico che inguaierà Comuni e Province»

Comuni e Province sembrano destinati ad avere un futuro simile a quello della sanità vissuta in alcune regioni, le peggiori in termini di perfomance. È quanto presumibilmente accadrà se passerà il disegno politico-burocratico in atto, sul quale ha, di certo, inciso lo spauracchio della sentenza della Corte costituzionale n. 18 del 14 febbraio 2019. Più esattamente, quella che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli (art. 1, comma 714, legge 208/2015, sostituito dall’art. 1, comma 434, della legge 232/2016) che hanno consentito agli enti locali in predissesto di godere della facilitazione di spalmare in trenta anni il maggiore disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui preteso dal d.lgs. 118/2011 (art. 3, comma 7), e dunque di rimodulare ciascuno il proprio piano di rientro.
La disastrosa novità
Pare che tutto verrebbe «perfezionato» ricorrendo alla chance offerta dalla lettera dell’art. 1, comma 2-quater, del D.L 25 luglio 2019 n. 91, l’ultimo «mille proroghe», così come convertito nella legge n. 108/2018. Un precetto nel quale si è fatto riferimento aspecifico ad una «complessiva riforma delle procedure di risanamento finanziario degli Enti Locali». Una ipotesi di lavoro successivamente ripresa nella nota di aggiornamento al DEF 2018, nella quale – tra i previsti numerosissimi (12) disegni di legge, collegati alla manovra di bilancio 2019-21 – se ne indica uno specifico «recante misure per il dissesto e il riequilibrio degli EE.LL».
Dunque, per Pasqua si profila un bell’uovo con dentro la sorpresa: la bozza di un disegno di legge, probabilmente tendente ad acquisire la delega del Parlamento, elaborato dal tavolo tecnico-politico, presente anche l’Anci e la sottosegretaria Castelli, sostitutivi delle attuali procedure di dissesto e di risanamento finanziario straordinario pluriennale (il predissesto).
Al loro posto, una novità assoluta nel TUOEL, saranno istituiti – ad emulazione della sanità offesa da piani di rientro e commissariamenti che hanno raggiunto la durata di 10 anni senza concludere nulla se non produrre una migrazione crescente, di massa e miliardaria, dalle Regioni del sud verso quelle del nord – dei piani di risanamento ad personas, costruiti ente per ente.
Insomma, alla sanità senza Salute – così come è quella calabrese (e non solo) che non si risana mai – si aggiungeranno gli enti locali alla ricerca di un eterno ritorno in bonis.
Il tutto con l’amara conseguenza che, dopo aver reso inesigibili da decenni, in alcune aree del Paese (le più povere), i livelli essenziali di assistenza, si daranno per disperse anche le funzioni fondamentali dei Comuni (delle Province no, perché ridotte a fare nulla!), con i servizi pubblici praticamente a zero. In buona sostanza, sarà strage dei diritti di cittadinanza!
La speranza del ripensamento
Così come nella «tutela della salute» (in Calabria, si fa per dire), gli anzidetti strumenti di ripianamento saranno curati da tavoli tecnici (creati per fare nulla, salvo rendere più potente l’alta burocrazia ministeriale) con protagonisti il Governo, rappresentato dal MEF e dal Viminale, dalla Corte dei conti, sensibilmente degradata rispetto al suo attuale ruolo, e dagli amministratori.
Una conclusione che ci si augura non venga realizzata per due ordini di motivi. Il primo, perché affievolirebbe irrimediabilmente, burocratizzandola, la rete dei controlli esterni sino ad oggi garantiti ad un buon livello esclusivamente da un Magistrato contabile che, nonostante la penuria di organico, ha rappresentato una delle poche certezze (purtroppo ex post) nella determinazione della verità dei conti pubblici. Il secondo, perché alimenterebbe la cultura della spesa corrente degli enti territoriali nei confronti della quale si sono opposti reiterati rimedi legislativi che, spesso, si sono dimostrati peggio del male.
I dubbi? Tanti. Prima di tutto il rischio di inguaiare sempre di più il sistema autonomistico locale con buona pace per l’equilibrio di bilancio, per il debito pubblico già inarrestabile per suo conto, per la convivenza comunitaria e il Mercato.

*docente Unical

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