LAMEZIA TERME Arrivano maggiori tutele per i dipendenti del settore agricolo calabrese. Ad iniziare dall’istituzioni di nuove misure di welfare aziendale e il riconoscimento della figura di quadro anche nelle imprese del comparto primario. Sono questi i tratti salienti ed innovativi del nuovo contratto territoriale per i quadri e gli impiegati agricoli della Calabria siglato nella sede di Lamezia Terme di Confagricoltura tra i rappresentati sindacali di categoria (Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil e Confederazione italiana dei dirigenti, quadri e impiegati dell’agricoltura) e i vertici delle principali organizzazioni professionali agricole (Coldiretti, Confagricoltura e Cia). Un contratto che interesserà circa 500 dipendenti che operano nelle aziende agricole della regione tra cui anche quelli che lavorano negli enti e negli istituti che svolgono attività di ricerca, sperimentazione e divulgazione in Calabria (in primis Arsac e Calabria verde).
Tra le novità più importanti del contratto, l’introduzione della banca ore che prevede la possibilità per il lavoratore di accantonare il proprio straordinario in una sorta di contatore mensile da trasformare in un monte riposi da sfruttare nei periodi di minor lavoro del ciclo produttivo dell’azienda. Nuovi anche alcuni meccanismi di welfare aziendali come il sistema di conciliazione vita lavoro e la copertura del 100% dell’indennità prevista dall’astensione obbligatoria delle lavoratrici nel periodo di maternità.
Nel documento, oltre alla parte normativa, è previsto un aumento del 2,1% a partire dal 2019, nonostante il contratto sia scaduto nel 2017. «A fronte di una difficoltà oggettiva che sta interessando da anni il settore – commentano all’unisono i rappresentati di tutte le parti che hanno sottoscritto il contratto – c’è stato l’impegno massimo per restituire maggiori tutele e riconoscere così dignità a quanti quotidianamente operano in un comparto che resta strategico per l’intera economica calabrese». «La firma dell’accordo, in questo senso, rappresenta – concludono – un atto di responsabilità che dimostra come, ognuno per la propria parte, stia collaborando al progresso dell’agricoltura che passa innanzitutto dal miglioramento delle condizioni in cui operano i dipendenti con il fine ultimo di innalzare il livello della qualità del lavoro e, conseguentemente, delle produzioni».
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