CATANZARO «Avere sedi individuate preventivamente, strutturate e già operative immediatamente in caso di emergenza è fondamentale per dare una risposta immediata alla popolazione». Lo ha affermato il capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, che nella Prefettura di Catanzaro ha presieduto un vertice sulla proposta di rivisitazione dei Centri operativi misti. Al vertice hanno partecipato, tra gli altri, i prefetti Francesca Ferrandino (Catanzaro), Paola Galeone (Cosenza), Fernando Guida (Crotone), Michele Di Bari (Reggio Calabria) e Giuseppe Gualtieri (Vibo Valentia), il vicepresidente della Regione, Francesco Russo, il direttore generale della Protezione civile regionale, Domenico Pallaria, e il direttore regionale dei Vigili del fuoco, Marco Ghimenti.
IL PUNTO SU CENTRI OPERATIVI «Siamo partiti dalla Calabria – ha spiegato Borrelli – facendo anche un progetto europeo di standardizzazione della macchina della gestione dei soccorsi e della prevenzione. I Centri operativi misti, ovviamente, saranno i luoghi di coordinamento. La scorsa settimana è stato varato il piano straordinario dal governo, che ha stanziato risorse adeguate anche per gli interventi di prevenzione strutturale. Bisogna sempre lavorare – ha sostenuto il capo della Protezione civile – sulla prevenzione, bisogna investire sulla manutenzione del territorio e ovviamente lavorare sulla macchina organizzativa, ed è quello che stiamo facendo oggi in Calabria. Ringrazio la Regione, i prefetti della Calabria e i vigili del fuoco perché – ha aggiunto Borrelli – stanno portando avanti in questa regione questa opera di organizzazione e di efficientamento di una macchina che speriamo di non dover mai mettere in campo». Secondo il capo della Protezione civile, inoltre, «la condizione per restituire una efficace informazione di allerta ai cittadini è partire dai Piani comunali di protezione civile, anche se il nostro obiettivo è avere piani territoriali e di ambito e di migliorare il sistema di allertamento con una sorta di auto-apprendimento che – ha affermato Borrelli – restituisca un’informazione puntuale ai cittadini». A sua volta, il prefetto di Catanzaro, Francesca Ferrandino, ha rimarcato «l’importanza di questo incontro, perché il nostro primo obiettivo è dare un servizio ai territori e la protezione civile e la tutela dei territori passano in primo luogo dalla riorganizzazione dei Centri operativi misti, che sono uno dei pilastri su cui si poggia la gestione delle emergenze». A parere del prefetto di Catanzaro, inoltre, «la Calabria è un territorio particolare perché esposto a molti rischi, e sotto questo aspetto stiamo lavorando in stretta sinergia con la Protezione civile nazionale e regionale e con tutti i prefetti perché non si può ragionare in termini di circoscrizioni territoriali. Per questo la rivisitazione dei Centri operativi misti costituisce uno strumento strategico, e la Calabria – ha concluso la Ferrandino – è la prima regione che sta affrontando un tema così importante. Oggi facciamo un lavoro preparatorio per poi coinvolgere e sostenere anche i sindaci, che sono i primi avamposti della protezione civile».
NUOVA PIATTAFORMA PER L’ALLERTA METEO Borrelli si è soffermato anche sul tema del miglioramento del sistema di allerta meteo, sollecitato soprattutto dai sindaci all’indomani della tragedia nelle gole del Raganello lo scorso agosto. Il capo della Protezione civile ha confermato l’avvio di un percorso per la realizzazione di una piattaforma nazionale di allertamento, perché riteniamo che su questo aspetto molto può essere fatto a livello centralizzato. È una piattaforma – ha rilevato Borrelli – che parte dal centro e arriva in periferia, dando la possibilità ai sindaci e a chi gestisce il territorio di poter diramare allerte a livello locale. Quindi, c’è un mix tra un allertamento nazionale e allertamento locale. Abbiamo una tempistica serrata, dovremmo avere il prototipo pronto già per fine anno, poi fare la sperimentazione e poi partire. È un sistema che utilizza la tecnologia dei telefonini, visto che in Italia ognuno di noi ha almeno un telefono ed è stato stimato che ci sono 49 milioni di telefoni nel nostro Paese. Partiremo – ha evidenziato il capo della Protezione civile – dalle celle telefoniche, con un messaggio di allertamento incentrato sulle informazioni relative alla singola cella telefonica, per poi passare ad app che saranno ancora più puntuali perché – ha concluso Borrelli – daranno informazioni localizzate nel luogo in cui la persona si trova con lo strumento del Gps sui telefonini».
IL PUNTO SULLE POLITICHE NAZIONALI Borrelli ha fatto anche il punto sulle politiche nazionali in tema di Protezione civile. «Andiamo bene così: le risorse ci sono, i fondi ci sono, il personale c’è. Dobbiamo lavorare su alcune cose, sul progetto dell’allertamento, sul progetto della diffusione della conoscenza e della cultura di protezione civile nelle scuole, progetto su cui stiamo lavorando, sulla creazione a livello regionale di accademie di protezione civile per formare chi lavora in questo settore o i giovani universitari. E poi – ha spiegato il capo della Protezione civile – c’è il tema dell’efficientamento della macchina dei soccorsi e dell’organizzazione dell’emergenza: qui dobbiamo fare ricorso sempre maggiore alle risorse a livello nazionale». Borrelli si è poi detto «pienamente convinto con riferimento al concetto del “dual use” dei militari per finalità di protezione civile: si tratta di mettere a punto i dettagli, nei prossimi giorni incontrerò anche il ministro della Difesa per parlare di questi argomenti. C’è molta carne al fuoco, e dobbiamo cuocerla bene».
LE POLEMICHE ALLA REGIONE Inevitabile, anche per la sollecitazione dei giornalisti, un passaggio sulle recenti polemiche che hanno riguardato la Prociv regionale: «C’è una persona di riferimento, il direttore generale Domenico Pallaria, con cui ho già lavorato in passato e con cui siamo in continuo e costante contatto. Quindi – ha rimarcato Borrelli – non ci sono problemi di operatività. Carlo Tansi è stato un grande direttore, un funzionario qualificato anche sotto il profilo tecnico e voglio ringraziarlo per il lavoro fatto».
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a. cant.
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