LAMEZIA TERME Fino a qualche anno fa il poco ambito primato spettava a Nardodipace, paese montano delle Serre. L’etichetta di «Comune più povero d’Italia» è comunque rimasta nel Vibonese ma ora si è spostata verso la collina finendo per appiccicarsi a Dinami. Poco più di 2mila abitanti, affacciato sulla Piana di Gioia Tauro, il paesino è stato preso ad emblema da Repubblica per raccontare il «paradosso» del piccolo Comune della periferia più arretrata del Paese dove però «nessuno chiede il reddito di cittadinanza». Il giornale da poco passato sotto la direzione di Carlo Verdelli ha così mandato nel Vibonese un suo inviato per rendersi conto di tanta “stranezza” e scoprire che in realtà la questione sarebbe più che altro demografica e di spopolamento: in molti tra i residenti sono anziani e pensionati e dunque nessuno, almeno nel primo giorno utile, ha chiesto il Reddito introdotto dal governo gialloverde. Anche il Reddito di inclusione dei governi Renzi-Gentiloni, per la verità, qui è stato utilizzato da non più di sette persone. E poi c’è «il sommerso» e le «giornate lavorative» in agricoltura – fa notare il sindaco Gregorio Ciccone – che falsano il dato di paese più povero, che sarebbe tale «solo sulla carta». Il triste primato sarebbe certificato dal fatto che Dinami ha il reddito pro capite più basso della Calabria, e la Calabria è a sua volta «in coda alla classifica italiana del benessere». Quindi, mentre secondo l’Inps i potenziali beneficiari del Reddito di cittadinanza in Calabria sono 144mila (lo abbiamo raccontato qui) e il primo giorno non c’è stato il «temuto» assalto ai Caf, il «paradosso» del Comune vibonese «racconta il Paese reale» e, sempre secondo Repubblica, «qualcosa forse insegna».
s. pel.
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